Clara Barceló

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Mattia passò quei cinque giorni in un profondo stato di apatia, e quelle cinque notti a versare lacrime stringendo il cuscino sotto la sua testa.

Partendo dal principio: Christian l'aveva baciato nel suo letto, e aveva continuato a baciarlo finché non aveva chiuso i suoi occhi assonnati, appisolandosi. 

Ma lui non era riuscito, non ce l'aveva fatta ad addormentarsi perché... perché aveva il timore che se si fosse addormentato Christian sarebbe sparito e che la mattina seguente avrebbe scoperto che fosse semplicemente un ologramma o frutto della sua immaginazione. 

Quindi aveva passato la notte ad accarezzarlo sul petto, ad attorcigliare i suoi boccoli dal colore del cioccolato fondente e a lasciargli dei baci sulla guancia e sul collo quando lo sentiva più teso, nel tentativo di tranquillizzarlo. Aveva sorvegliato il suo sonno inquieto.

Mattia finse di dormire quando Christian si svegliò dopo l'alba, e lo sentì dimenarsi e alzarsi dal letto. Mattia stava capendo quello che sarebbe successo di lì a poco, e nonostante gli occhi chiusi percepì lo stesso le lacrime che minacciavano di scendere. Ma non riuscì ad aprirli perché altrimenti l'immagine di Christian che scappava come un ladro sarebbe rimasta incastrata nella sua mente, magari gli avrebbe anche detto un "non vediamoci più, non è mai successo niente."

Mattia rimase nel suo letto finché suo padre non si presentò in camera sua quella mattina, chiedendogli se fosse tutto apposto. E lui aveva semplicemente annuito, pregandolo di lasciarlo lo stesso da solo. 

Mattia aveva toccato il cielo con un dito quella stessa notte. Perché avere Christian che lo baciava, che lo stringeva a sé fregandosene dei suoi movimenti impacciati, delle guance rosse e delle labbra tremanti era stata la cosa più bella della sua vita. Avere Christian che gli sussurrava "sei bello" dopo ogni bacio, seguito da un altro, era semplicemente irreale.

Mattia non l'aveva mai baciato per primo, se non una volta, dopo che il riccio aveva cercato di infilare un po' di lingua e lui che temeva seriamente di vomitare tutte le farfalle nel suo stomaco aveva spalancato gli occhi bloccandosi. Il moro si era separato da lui temendo di aver esagerato, ma Mattia lo trattenne riprendendo con tanto di lingua e sospiri e mani a stringere i capelli o il tessuto dei vestiti. Si lasciò andare, si sarebbe lasciato fare di tutto da quel ragazzo che gli aveva rubato il cuore e... Christian era un ladro. Un ladro.

Aveva passato quei cinque giorni a essere perennemente distratto, a evitare le continue domande di Carola su cosa fosse successo perché non voleva affrontare l'argomento. Ma al terzo giorno aveva ceduto e aveva supplicato Carola di non pianificare un attentato, di non dirlo a nessuno e alla fine era scoppiato a piangere davanti a lei e tutta la classe, sentendosi ancora più umiliato quando la professoressa di greco lo aveva invitato ad allontanarsi per riprendersi. E aveva pregato che la scuola non chiamasse i suoi genitori per informarli dell'accaduto, e per fortuna ciò non avvenne. Erano sufficienti le voci di corridoio sul ragazzo in carrozzina che aveva pianto prima di un compito in classe solo per saltarlo, senza che nessuno vedesse i pezzi del suo cuore sgretolato sparpagliati sul pavimento. E forse, era meglio così.

Ricorda di averlo chiamato dopo essere tornato a casa da quella giornata scolastica terribile, e non ricevendo risposta si era lasciato andare come il peggiore dei disperati scrivendogli un "Chri... adesso è un caso di estrema necessità", ma lui ovviamente non aveva risposto. Per questo era caduto in uno stato di profonda apatia, o per meglio dire cercò di mostrare a tutti un sorriso fintissimo che non spifferasse ai quattro venti 'il ragazzo di cui sono innamorato mi ha abbandonato'.

Mattia era stato baciato per la prima volta da un tipo che doveva andare a casa sua per delle stupide ore di volontariato e invece si era infilato tra le sue lenzuola e tra i suoi ventricoli contagiando qualsiasi cosa. Aveva letto così tanti libri su personaggi innamorati che piangono tutta la notte per la persona a cui hanno donato il cuore, eppure non credeva di essere tra loro.

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