Christian poteva ritenersi fiero di se stesso: per quasi due mesi era stato lontano dall'ufficio del preside. Addirittura si stava scordando il viso di quell'uomo.
Per questo, quando venne convocato alla fine delle lezioni, sentì come di star vivendo una nuova esperienza. Ma seguì la bidella senza proferire parola.
In realtà, Todaro sembrava davvero contento di vederlo. Lo fece accomodare e gli sorrise incoraggiante.
"Sai perché ti ho chiamato?"
"Ovvio che no."
"Perché non rischi più la bocciatura, hai recuperato tutto! Anzi, io e i tuoi professori stavamo discutendo e abbiamo notato che non hai mai avuto una media così alta."
Christian emise un sospiro di sollievo.
"I miei non sapranno nulla, giusto?"
"Non farò alcuna chiamata, anche se sono piuttosto confuso sul tuo atteggiamento. Perché non hai voluto parlare con loro? Sarebbero molto felici della notizia."
Il moro scosse la testa.
"Non credo, in ogni caso io mi sento felice per quello che ho fatto" rispose il ragazzo, accennando un sorriso cordiale e sincero.
"Devi essere orgoglioso di te stesso, anche perché hai completato il volontariato! Ora potrai goderti l'estate, te lo meriti. E non fare quella faccia! Sai che non è mio solito lasciarmi andare a dei complimenti, ma devo riconoscere che sei stato molto bravo."
Christian si morse il labbro.
"Ma... ecco... posso tornare lo stesso alla casa famiglia di Franco?"
Todaro lo guardò sospettoso. Si portò le mani al di sotto del mento.
"Da quando in qua ti importa del volontariato?"
"Be', mi hanno ospitato, sono stati gentili e voglio aiutarli, se mi è possibile."
E poi sono pazzo del figlio.
"Mhh... puoi parlare con Franco, lui ti saprà dire di più. Se hai bisogno posso fare una telefonata, ma non credo sia necessario. Sai che Franco ti ha preso in simpatia?"
Finché Daniele non gli rivelerà che stavo limonando con suo figlio mentre lui mi stava per sbottonare i pantaloncini e fare una se-
"Mi hai sentito?"
"Certo! Ehm... mi informerò, grazie tante."
Il moro si alzò ma, come suo solito, il preside lo lasciò andare con un consiglio.
"Christian... parla con i tuoi genitori, almeno provaci. Ti vogliono bene, smettila di evitarli."
***
"Allora, com'è andata a scuola?"
"Ho fatto l'ultima interrogazione di italiano, ho preso sette!"
Anna sorrise radiosa, continuando a osservare la strada davanti a lei.
"Sei contento?"
"Per la prima volta, credo di essere soddisfatto di me stesso."
"Devi! Devi essere fiero di te stesso, come lo sono io."
Christian si voltò di scatto, osservandola dal suo sedile. Sua madre sorrise per i tre minuti successivi, finché non si accorse dei suoi occhi scrutatori.
"Che c'è, amore?"
"Davvero sei fiera di me?"
Poteva sembrare banale, una frase di circostanza esclamata senza alcun motivo in particolare, ma Christian non aveva mai sentito quelle parole rivolte nei suoi confronti.