1. La forza della disperazione

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Il palazzo evanescente era davanti ai suoi occhi: meraviglioso e imponente, ma più camminava e più questo si allontanava. Raggiungerlo sembrava impossibile.

Nadir era sfinito, non mangiava, e soprattutto non beveva, da troppo tempo. Solo la sua incrollabile forza di volontà gli permetteva di avanzare, un passo dopo l'altro.

Ormai il sole stava tramontando, tingendo il cielo d'arancione. Man mano che i raggi solari sparivano dietro l'orizzonte, però, l'immagine del palazzo si affievoliva. Nadir comprese perciò, che quando l'astro luminoso sarebbe del tutto tramontato, il misterioso palazzo sarebbe scomparso insieme a lui.

Non poteva arrendersi, non adesso. Non sarebbe sopravvissuto di notte nel deserto senza un riparo. Doveva raggiungere quel magico luogo prima che sparisse del tutto.

Nadir cadde sulle ginocchia e si mise a pregare, poi si rialzò più risoluto che mai.

L'immagine del palazzo era quasi del tutto sbiadita, si vedeva solo la sua ombra. 

Nadir scattò in avanti, corse più veloce che poteva con le ultime energie rimaste.

Allo stremo delle forze, poco prima che il palazzo scomparisse completamente, saltò su quell'immagine tremolante, cadendo rovinosamente a terra.

La vista iniziò ad annebbiarglisi, ma prima che perdesse del tutto i sensi, tastò il terreno con la mano. Cercò di prendere una manciata di sabbia, ma era sdraiato su un pavimento duro.

Ce l'aveva fatta, aveva raggiunto il palazzo evanescente.

Con il sorriso sulle labbra, si abbandonò all'oscurità. La disidratazione e la fatica avevano avuto il sopravvento. 


ANGOLO AUTORE: Come sarà questo magico palazzo? Ma sopratutto: che arma si nasconde al suo interno? Vi piace il personaggio di Nadir?

Nadir e il palazzo evanescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora