Nadir allungò la mano e girò il pomello d'oro. Era bollente a causa del calore della lava e il suo primo istinto fu quello di mollare la presa, ma era troppo determinato per arrendersi, quindi sfidò il dolore e aprì la porta.
Lui e Zafira si ritrovarono in una biblioteca immensa. Il pavimento era di marmo bianco e le pareti erano completamente ricoperte da scaffali ricolmi di papiri e pergamene. A terra c'erano dei grandi cuscini e su un tavolino basso una caraffa d'acqua. Nadir corse a bere, dopo l'ultima impresa, in quella caverna afosa, stava morendo di sete.
Nel frattempo Zafira si guardava intorno incuriosita. «Non credevo che avrei mai visto questo posto» sussurrò, i suoi occhi erano pieni di meraviglia.
«Credevo che potessi raggiungere qualsiasi stanza del palazzo» disse il ragazzo, versandosi un altro bicchiere d'acqua.
«No, solo chi supera tutte le prove può raggiungere la stanza della conoscenza.»
«Però non capisco, dov'è l'arma suprema?»
«Non l' hai ancora capito?»
Nadir guardò negli occhi enigmatici e profondi della ragazza.
«L'arma più potente al mondo, capace di distruggere intere civiltà, costruire imperi, ma anche riportare la pace tra i popoli è la conoscenza» disse Zafira, lasciandolo a bocca aperta. «Ti aspettavi una spada forse? Il vero potere sta nella sapienza. Solo un re saggio può salvare il suo popolo.»
«Ha perfettamente senso...» sussurrò Nadir, alzandosi. «Quindi è questo che devo fare: studiare tutti questi rotoli e poi tornare a casa e fare da consigliere a mio fratello, il re, aiutarlo a rimettere in sesto il regno.»
Zafira annuì, sorridendogli.
«Certo che sono un sacco di rotoli...» commentò il ragazzo.
«Per questo le prove hanno testato la tua pazienza, perseveranza, spirito di sacrificio, umiltà... ti stavano preparando a questo compito arduo.»
«Ci vorranno dei secoli, ma non importa, tanto qui il tempo non scorre giusto?»
«Non ne sono certa, ma credo che quando uscirai da qui sarà come se non fosse passato neanche un minuto. Probabilmente ricorderai questa esperienza come un sogno, forse crederai di averlo immaginato e ti dimenticherai di me...», Zafira pronunciò l'ultima frase sotto voce, il solo pensiero di doverlo perdere le dilaniava il cuore.
«Non potrei mai dimenticarmi di te, né di tutto ciò che è accaduto qui dentro» disse Nadir, prendendole le mani. «Ma ora non pensiamoci... abbiamo un grande lavoro da fare.»
«Abbiamo?» chiese lei, confusa.
«Sei arrivata qui insieme a me e senza il tuo aiuto non avrei raggiunto questo posto.»
«Che dici? Hai fatto tutto da solo.»
«Non è vero, tu mi hai guidato, mi hai dato speranza... da solo non ce l'avrei mai fatta.»
«D'accordo, allora da dove iniziamo?»
Trascorsero giorni, secoli o forse un millennio, ma a loro non importava perchè fin quando continuavano a studiare i rotoli potevano rimanere insieme. Impararono tantissime cose, ogni segreto che potesse celare l'umanità e quando arrivarono all'ultimo rotolo, non gli sembrò vero di aver terminato.
«Ora sei pronto per tornare a casa, sari un grande re... o consigliere, come preferisci» disse Zafira sorridendo. «Il tuo popolo avrà finalmente una guida saggia e non soffrirà più la fame.»
«Sì, sono pronto a tornare, ma insieme a te» rispose il ragazzo.
«Nadir... ne abbiamo già parlato, io appartengo a questo luogo e tu hai un importante compito da portare a termine. Devi andare, ma sarò sempre nel tuo cuore. Non ti dimenticherò mai» replicò lei, con la voce rotta dal pianto.
Il ragazzo le posò un dito sulle labbra. «Lo faremo insieme e sai perché?» le sussurrò all'orecchio, lei scosse la testa. «Perché tra tutte queste pergamene ho scoperto il modo per liberarti.»
Detto questo, Nadir avvicinò lentamente le sue labbra a quelle di lei e la baciò.
Entrambi si persero in quel bacio che tanto avevano agognato e una luce accecante riempì la stanza.
Quando riaprirono gli occhi, erano nel deserto. Il palazzo evanescente era scomparso e Zafira, dopo millenni di prigionia era finalmente libera.
«Come hai fatto?» chiese la ragazza, incredula.
«C'è un potere più grande della conoscenza ed è l'amore» disse lui, accarezzandole delicatamente il viso. «L'amore che proviamo l'uno per l'altra ti ha permesso di lasciare il palazzo e ora che siamo fuori posso prendere il mio posto, con te al mio fianco. Sarò re solo se tu sarai la mia regina.»
Zafira non sapeva cosa dire, aveva compreso fin dal primo istante che Nadir era speciale, ma mai si sarebbe aspettata che l'avrebbe liberata dalla sua prigionia. Ora finalmente poteva riprendere a vivere e poteva farlo al fianco dell'uomo che amava.
Nadir le prese la mano e insieme si incamminarono su per le dune di sabbia.
FINE
***********NOTA DELL'AUTORE************
Questo racconto poteva finire in due modi: Nadir completava la missione e poi diceva addio a Zafira per andare a salvare il suo popolo, oppure in questo modo. Io sono una fan del lieto fine perciò ho scelto questo finale romantico, voi invece cosa avreste preferito?
Ringrazio tutti quelli che hanno dedicato il loro tempo a leggere Nadir e il palazzo evanescente. Era un esperimento letterario, ho infatti iniziato a scriverlo senza neanche sapere dove sarei andata a parare, la storia d'amore ad esempio non era contemplata all'inizio. Spero vi sia piaciuto e aspetto i vostri commenti.
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Nadir e il palazzo evanescente
FantasyIl palazzo evanescente è un magico luogo che compare sulla terra una volta ogni mille anni. La leggenda narra che al suo interno si trovi un arma potentissima, capace di distruggere intere civiltà, costruire imperi, ma anche riportare la pace tra i...