Incipit

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Nadir scivolò sulle dune di sabbia, rotolando per diversi metri.

Aveva la gola secca e il viso arso dal sole dopo giorni, settimane che vagava nel deserto.

Durante la tempesta di sabbia aveva perso tutto, perfino il suo fidato cammello.

Se non avesse trovato almeno un'oasi, sarebbe stata la fine.

Si sollevò a fatica, aveva sabbia ovunque e moriva di sete, ma doveva proseguire.

Gli avevano detto di non partire, lo avevano avvisato che era una missione senza speranza.

«Il palazzo evanescente è solo una leggenda, non esiste veramente» gli aveva detto sua madre «e anche se esistesse, si dice che appaia agli uomini solo una volta ogni mille anni».

Nonostante le sue raccomandazioni, Nadir era partito lo stesso perché sapeva che trovare il palazzo era l'unico modo per salvare il suo popolo.

Infatti, tra quelle mura, si nascondeva un antico potere, una magica arma che avrebbe sconfitto qualsiasi nemico.

Nelle mani sbagliate sarebbe stata solo causa di morte e distruzione, ma se brandita da un re saggio e compassionevole avrebbe riportato la pace tra i popoli.

Nadir non era certo un re, ma le sue intenzioni erano nobili e sperava che questo sarebbe bastato.

Dopo aver risalito faticosamente la duna, il palazzo apparve davanti ai suoi occhi come per magia, sembrava fatto d'oro, tanto brillava alla luce del sole.

Il ragazzo si incamminò verso l'edificio, sperando che non si trattasse solo di un miraggio.


ANGOLO AUTORE: Vi incuriosisce questa storia? Secondo voi riuscirà Nadir a raggiungere il palazzo? vi aspetto nei commenti :)

Nadir e il palazzo evanescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora