2. Zafira

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Nadir aprì gli occhi lentamente e si guardò intorno. Era sdraiato su un comodo letto, tra bianche lenzuola di cotone. Indossava dei comodi abiti di seta azzurra, ricamati d'oro: pantaloni larghi e casacca. I suoi luridi vestiti erano stati cambiati, ma da chi?

Si tirò su a fatica, cercando di ricordare cosa fosse successo. "Il palazzo!" ricordò improvvisamente "l'ho raggiunto, ma allora sono al suo interno!".

La stanza in cui si trovava, però, non sembrava un gran che: aveva pareti di pietra ed era piccola e rotonda. Oltre al letto su cui giaceva, c'era solo un basso tavolino di legno con alcuni cuscini intorno.

Il ragazzo cercò di alzarsi, voleva vedere il resto del palazzo, ma le forze gli vennero meno e dovette sedersi di nuovo.

«Non avere fretta» disse una voce femminile «non hai ancora ripreso le forze».

Nadir si voltò verso la voce e vide una ragazza bellissima, aveva neri capelli lucenti e sguardo ammaliante.

La ragazza posò sul tavolino una caraffa d'acqua e una scodella di frutta fresca. Poi versò l'acqua in un bicchiere e glielo porse.

Il giovane avventuriero bevve avidamente, poi le chiese: «Chi sei?»

«Mi chiamo Zafira» rispose la ragazza «E tu?»

«Sono Nadir».

«Nadir... ovvero raro, prezioso».

Il ragazzo arrossì imbarazzato. Zafira era di una bellezza travolgente e il suo sguardo sembrava che potesse leggergli l'anima.

«Dove mi trovo?»

«Credo che tu lo sappia Nadir, hai sacrificato ogni cosa per essere qui».

«Come lo sai?»

«Solo chi ha una fede incrollabile, un cuore puro ed è disposto a sacrificare sé stesso può raggiungere il palazzo evanescente» rispose Zafira.

«Allora è vero, ce l'ho fatta». Nadir era al settimo cielo, finalmente avrebbe potuto salvare il suo popolo.

«Hai superato la prima prova, ma te ne restano ancora molte per meritare quello che cerchi».

«Prove? Nessuno mi aveva parlato di prove».

«Credevi che ti sarebbe bastato arrivare al palazzo per scoprire i suoi segreti?» Zafira sorrise illuminando la stanza. «Mangia, bevi e riposati. Ti serviranno energie per ciò che ti attende» detto questo se andò.

Nadir era confuso, non si aspettava che il palazzo fosse abitato e soprattutto non sapeva che avrebbe dovuto superare delle prove per ottenere l'arma suprema. E se avesse fallito che sarebbe successo? si sarebbe ritrovato nuovamente nel deserto?

Con tutte queste domande che gli frullavano per la testa, si avventò sulla caraffa d'acqua e sulla cesta di frutta. Doveva rimettersi in forze, come aveva detto la misteriosa Zafira.

Sperava solo di essere all'altezza delle prove che lo attendevano.


ANGOLO AUTORE: secondo voi che prove deve affrontare Nadir? Sono aperta ai suggerimenti. Invece cosa ne pensate di Zafira? Che ruolo avrà nella storia? Vi piacerebbe una love story tra i due? Vi aspetto nei commenti :)

Nadir e il palazzo evanescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora