Dove stavamo due anni fa

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State correndo a perdifiato giù dalle scale di quel luogo freddo e inquietante che avevate scaldato con le vostre risate.
Siete tutti ammassati, vi spintonate l'un l'altro e state lasciando una scia di acqua e cloro alle vostre spalle.

L'adrenalina scorre nelle tue vene, vi era bastato scorgere una piccola lucina improvvisa all'orizzonte per attuare quella stupida e scoordinata fuga non molto silenziosa.

Senza smettere di sfrecciare tra un ostacolo e l'altro ti volti leggermente per cercare il viso di Martino tra la folla.
Ha i riccioli bagnati spiaccicati sulla fronte che nella penombra di quel luogo sembrano quasi corvini come i tuoi, il trucco ormai sbavato che scivola ai lati di quel sorriso gioioso e grato che ti sta dedicando.

Ti allunghi per afferrargli una mano e tirarlo affianco a te. Lo vuoi vicino, è bellissimo, è il tuo ragazzo, lo sanno tutti, sei orgoglioso che lo sappiano.

È da quando avete iniziato a correre che cerchi in tutti i modi di non perdere il contatto fisico con lui.
Non importa se ora dovresti pensare a lasciare quel luogo il più velocemente possibile, non importa se basterebbe attendere qualche secondo per avere tutta la tranquillità del mondo per poterlo tenere per mano.
Non vuoi lasciarlo a nessun costo, nemmeno quando dovete abbassarvi per passare sotto alla grata dell'ingresso.

Niccolò ti aveva appena baciato, si proprio lui, il tipo col sorriso ammaliante della radio, quello che avevi cercato su ogni social, che ti aveva invitato al cinema con la sua ragazza, di cui avevi quasi sfiorato le labbra davanti a quei cassonetti.
Niccolò ti aveva appena baciato ed era stato ancora più bello di come te lo eri immaginato nei tuoi infiniti trip mentali.

Forse ti sei imbambolato, perché quando la sua voce dolce ti invita a rimontare sulla bici quasi sobbalzi.
"Ah, si... certo" mugugni mentre fai passare il sellino sotto al cavallo dei tuoi jeans fradici.
Il freddo inizia a farsi sentire, anche Niccolò trema mentre ti cinge le braccia esortandoti ad aggrapparti al suo ventre.

"I miei sono via per il ponte" biascica trafelato tra una pedalata e l'altra "vuoi venire a casa mia?"

Fino a quel momento non si era fatta sentire, ma eccola che ti coglie sul più bello: la paura.
E se avessi frainteso tutto? E se Nico da te volesse solo l'avventura di una notte? E se all'indomani ti mandasse via dicendoti che deve andare da Maddalena?

Per un attimo pensi di declinare l'invito usando la classica scusa che tua madre si sarebbe incazzata.

"Puoi dirmi di no Marti, non mi offendo, non volevo spaventarti"
Lo senti pigolare un po' sconfitto, probabilmente col tuo lungo silenzio gli hai fatto credere di aver già rovinato tutto con quella mossa azzardata.

"Ok"
"Ok?"
"Ok!"


La botta di adrenalina ormai è calata ed i vestiti gelidi zuppi d'acqua iniziano ad essere abbastanza fastidiosi appiccicati alla pelle.
Vi salutate in fretta col resto del gruppo, avete tutti voglia di rintanarvi sotto ad una confortevole doccia calda.

Stai per chiamare Elia ed invitarlo a salire in macchina quando lo vedi allontanarsi nella direzione opposta tirando Alessia per la mano.
Ti volti di scatto per scambiarti uno sguardo eloquente con Marti e Luchino, non credi che sia nè il momento nè la persona giusta ma gli auguri comunque buona fortuna col pensiero.

"Nì ti prego metti il riscaldamento al massimo"
È la prima cosa che ti dice Martino quando salite in macchina allungando la mano verso una manopola.

"Ecco così stai aprendo quella fredda"
Ridi mentre lasci scivolare le tue dita sulle sue per portarle sopra a quella giusta.

È sempre così fra voi due, basta solo quel tocco velato, quello sguardo in più, una parola che nessun altro può capire veramente, per farvi entrare nella vostra bolla.
Entrambi alzate il viso verso quello dell'altro, le dita con cui lo stavi sfiorando ora gli stringono tutta la mano. È stata una notte lunga, sono giorni in cui non avete tempo per stare soli, hai solo voglia di azzerare la distanza e baciarlo.

Minutt for minutt|| Rames Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora