Nonostante fosse soltanto fine settembre, Nilde ed i rispettivi compagni avevano già sentito frasi del tipo "quest'anno avrete la maturità" una miriade di volte. Non che lei si sentisse particolarmente toccata da quei discorsi di incoraggiamento da parte dei professori.
In fin dei conti era sempre stata la prima della classe ed aveva studiato durante gli anni con piacere e curiosità, sempre pronta ad imparare ciò che ancora non conosceva.
L'inizio dell'ultimo anno di liceo però non le aveva ancora chiarito del tutto le idee su cosa fare dopo: avrebbe sicuramente voluto proseguire gli studi, magari trasferirsi a Napoli e trovare un lavoretto per cercare di essere un po' più indipendente.
I suoi genitori le avevano sempre inculcato l'idea che programmare la vita passo dopo passo fosse la cosa più importante da fare, e a causa di questo Nilde aveva praticamente dimenticato ad agire di pancia, spinta dall'impulso. Tante volte aveva rifiutato di partecipare a delle feste studentesche soltanto per essere preparata in modo impeccabile per interrogazioni e compiti in classe.Quell'interminabile mercoledì non poté che cominciare con una lezione di chimica che per poco non portò Nilde ad addormentarsi sul banco, annoiata in modo vergognoso da una materia che detestava e faticava a studiare. L'assenza di Martina, compagna di banco oltre che migliore amica, la indispettì più del dovuto. Si erano scambiate qualche messaggio la sera precedente, e dopo infiniti messaggi da parte di Martina su quanto fosse figo Ciro, si erano anche entrambe lamentate del compito in classe che avrebbero dovuto sostenere all'ultima ora del giorno successivo. La biondina aveva cercato di estrapolare qualche informazione a Nilde su Ciro, ma quest'ultima aveva subito cercato di cambiare discorso, infastidita e scocciata dai modi in cui lo descriveva.
La preoccupazione di Nilde però terminò nel momento in cui, giusto qualche attimo prima del suono della campanella dell'inizio delle lezioni, il proprio cellulare vibrò. Martina le aveva appena inviato un messaggio spiegando che a causa di un imprevisto non sarebbe riuscita a venire.
Niente di troppo importante, insomma.Forse a causa dell'assenza delle interminabili chiacchierate della compagna di banco, la giornata sembrò scorrere molto più lenta del solito.
Riuscì però a resistere anche grazie alla quantità industriale di caffeina che durante l'arco della mattinata aveva assunto.
La giornata scolastica era finalmente arrivata al termine, e mentre Nilde infilava gli ultimi libri nello zaino in attesa del suono della campanella, in modo improvviso si ritrovò a pensare a Ciro. Lo aveva visto giusto qualche giorno prima, quando in modo inaspettato era stato in grado di aggiustarle il motorino. La morettina si era soffermata a pensare soprattuto al modo in cui Ciro sembrava essersi rabbuiato alla domanda di lei. Nilde non voleva di certo ficcare il naso nei suoi affari personali, ma presa da una strana curiosità si era ritrovata ad essere forse inopportuna. E poi aveva anche pensato a lui e Martina, e al modo in cui si erano guardati, provocandosi davanti a lei che si era ritrovata spettatrice di una scena che l'aveva infastidita. E non se ne spiegava il motivo.
Una volta fuori da scuola si diresse verso il proprio motorino, che questa volta partì al primo colpo, e dopo aver infilato il casco ed averlo allacciato si incolonnò nella corsia principale, diretta a casa di nonno Ettore: ricordava di aver lasciato lì la sua copia personale - e piena di appunti - del Paradiso di Dante, volume che le sarebbe servito per una parafrasi da consegnare il giorno dopo. Aveva già avuto modo di leggere l'opera in modo indipendente, ma di certo studiarla a scuola era tutt'altra cosa.
Non avrebbe perso chissà quanto tempo, e fu per questa ragione che decise di parcheggiare all'esterno, davanti al cancelletto principale. Dopo aver spento il motore ed ancora con il caschetto sulla testa, decise di scendere dal mezzo ed avviarsi verso casa. Ma proprio nel momento in cui fece per entrare in casa, dei risolini e dei rumori insoliti e ambigui attirarono la propria attenzione. Nilde per qualche secondo rimase con la mano appoggiata alla maniglia, confusa. Poi ascoltò con più attenzione e fece qualche passo indietro, silenziosamente, cercando di capire da dove provenisse quel brusio. Purtroppo, non ci volle molto a scoprire la verità: in garage, Martina e Ciro erano occupati a baciarsi e sussurrarsi cose all'orecchio che ovviamente Nilde non riuscì a sentire.
Lei si sentì tradita e mortificata. La cosa più ambigua fu però che non riuscì a capire se fosse più delusa da Martina o da Ciro.
Ma Nilde cosa si era messa in mente? Cosa credeva sarebbe successo con un ragazzo che conosceva appena e che a malapena le rivolgeva la parola?
Li guardò con ancora più attenzione: lei se ne stava seduta sul piccolo banchetto il legno sul quale solitamente nonno Ettore poggiava gli attrezzi, Ciro invece se la rideva incastrato tra le sue gambe, con le mani a stringere con prepotenza le cosce di lei. Nilde li guardò baciarsi in modo a dire poco volgare e provò un senso di disgusto che la amareggiò. Non riuscì a spiegare neanche a se stessa quello strano malessere che provava. Una morsa allo stomaco, come se i nervi le si fossero ingarbugliati all'altezza dello sterno e le impedissero di respirare.
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THE SINNER • CiroRicci
RomanceQuella notte in IPM durante la rivolta, Ciro è morto e rinato. Grazie all'aiuto del padre e di conoscenze poco raccomandabili riuscirà a lasciare Napoli, dove tutti lo credono morto, per raggiungere la tranquilla isola di Procida. Qui troverà rifug...