- Ella lo es todo para mi

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( Traduzione del titolo: lei è tutto per me ).

Mi svegliai per la seconda volta accoccolato con Rachele sul mio letto a due piazze.
Io ero posizionato alle sue spalle, mezzo seduto, e le stringevo i fianchi con le braccia.
Lei invece teneva la testa sul mio petto, e dormiva beatamente, come un'angelo.
La guardai con affetto: quanto era bella, era perfetta, il prototipo di ragazza che avevo sempre sognato di avere.
Ero talmente innamorato di lei da poterne sembrare ossessionato.
Cucciola, era incredibile pensare che una persona così buona e dolce avesse passato tutte queste disgrazie in così poco tempo.
La guardai un po', non la volli svegliare, era troppo bella mentre dormiva, e poi tra l'altro non sapevo nemmeno come avrebbe reagito dopo la serata di ieri.
Alla fine però mi costrinsi a svegliarla.
"Rachele... ehi Rachele! Amor, dai svegliati", la chiamai dolcemente, cercando di non infastidirla troppo.
"Altri cinque minuti, daiii", questa volta fu lei a dirlo a me, il ché mi fece ancora più tenerezza.
"Niente storie, amor. Forza, il sole è alto e ti sta aspettando!", le risposi, scherzando.
"Mmm... e va bene!", disse, un po' offesa e frastornata.
"Forza sbrigati! Oppure ti lascio qui da sola", le dissi, cercando di farla alzare il più velocemente possibile: il motivo? Il mio stomaco ovviamente!
"Tranquillo, tanto Pepa e Julieta sicuramente lasceranno degli avanzi dalla colazione", mi rispose, cercando di calmarmi.
"Io non ci conterei molto su Pepa. Ora muoviti però, ho fame!", dissi, facendo i capricci.
"E va bene, e va bene! Però sta calmo, ok?", mi rispose, con sguardo esasperato e divertito allo stesso tempo.
Ci alzammo ( finalmente direi! ), ci dirigemmo verso la lunga scalinata che portava all'entrata della mia torre e, dopo averla percorsa tutta, uscimmo da camera mia e ci incamminammo verso la cucina.

Lì fummo accolti da Pepa e Julieta, le quali erano veramente spaventate e preoccupate.
"Rachele, oh dios mio! Stai bene?", le chiese Julieta, abbracciandola in modo materno.
Pepa invece, stranamente, mi guardo storto, e fece segno di volermi parlare dopo.
"Sisi, tranquille sto bene", rispose Rachele, e sul suo viso si dipinse uno sguardo triste e vuoto, che mi fece male al cuore.
Quel mostro! Come aveva potuto cercare di farle del male!?
In quel momento entrò in cucina anche mamà che, quando vide finalmente Rachele sveglia, si precipitò da lei e incominciò a farle delle domande che andavano dal 'Rachele stai bene? Come ti senti? ', a delle scuse del tipo ' Mi dispiace per averti offesa o messa in difficoltà. Ti prego perdonami '.
Alla fine però, tutto è bene quel che finisce bene.... o quasi.
Avevo ancora da risolvere un conto in sospeso con una delle mie sorelle maggiori, in particolare quella più emotiva.

Dopo colazione, pur avendo passato tutte queste disavventure, Rachele decise lo stesso di aiutare a sparecchiare e a lavare i piatti.
E in quel momento rimanemmo seduti a tavola solo io e Pepa, la quale si iniziò ad innervosire, non sapendo come cominciare il suo discorso.
"Bruno, ascolta. Non credi sia stato un po' esagerato ciò che hai fatto ieri a Carlos?", mi chiese, guardandomi torva.
"Come scusa!? Io avrei esagerato? Mi sono solo vendicato! Ha provato a toccare la mia ragazza, e io ho difeso lei e la mia dignità", le risposi a tono, trattenendo tutta la rabbia che contenevo nel mio corpo, ma cercando comunque di farla fuoriuscire a poco a poco.
"Bruno ho capito, però tu mi hai raccontato che lui in fin dei conti non l'ha neanche toccata, le teneva solo il fiato sul collo, ma nient'altro" continuò Pepa, cominciando ad innervosirsi anche lei.
"Solo il fiato sul collo!? No Pepa, io l' ho visto con i miei occhi. Lui l'ha trattenuta, baciata a forza e si è anche strisciato su di lei. Se non mi fossi messo a cercarla lui a quest'ora l'avrebbe già vi******ta!" le risposi, ancora più arrabbiato.
"Bruno calmati, por favor. Non volevo contraddirti. Hai perfettamente ragione. Carlos ha sempre avuto una brutta nomea, peggiore della tua, non per offenderti. Sono solo preoccupata del fatto che qualcuno potesse dare la colpa a te invece che a lui", mi parlò in modo calmo stavolta, facendo sparire a mano a mano le nuvole sulla sua testa: "Posso capire come si senta Rachele, ti ricordi? Anche io stavo per essere vi******ta, e tra l'altro dalla stessa persona, per dirla tutta!
Però, non credi di aver un po' esagerato? Non credi di essere stato un po' troppo crudo e violento nei suoi confronti?".
"Pepa, nel momento in cui l'ho picchiato ho buttato fuori tutta la rabbia che avevo dentro di me da anni: il bullismo che subivo, il rimorso di non essere riuscito a proteggerti nel momento del bisogno, e ora l'ira nel vederlo mettere le mani addosso a Rachele!
Ricordati Pepa, per me tu, Julieta e Rachele siete allo stesso livello, niente di più e niente di meno. Finché ci sarò io, d'ora in poi cercherò di proteggervi, a tutte e tre! È una promessa", le risposi questa volta con il cuore in mano, iniziando a piangere.
"Oh, Brunito!", e detto ciò Pepa corse ad abbracciarmi. Condividemmo insieme un mare di lacrime, e anche una nuvola di mia sorella, che però in quel momento stava ad indicare la sua emozione.
Adesso basta farsi mettere i piedi in testa così facilmente! Adesso basta sottoporsi agli altri! D'ora in poi avrei difeso con le unghie e con i denti ciò che era mio.

Angolo autore:
Ciao raga! Scusate per l'assenza, ma in questo periodo ho avuto molto da fare, spero comunque che il capitolo vi piaccia 😘.
Avviso: dal prossimo capitolo in poi comincerà la parte più triste della storia, ovvero il motivo per cui ho deciso di cambiare tutto all'ultimo momento.

El amor de mi vida💚⏳ ( Bruno x Rachele )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora