- Tra le sue braccia

68 6 0
                                    

Pov Bruno:

"MA COSA STATE FACENDO!?", urlai, sconvolto dalla scena a cui stavo assistendo: Clara e le sue amiche stavano picchiando con forza e cattiveria la mia Rachele!
"BRUNO!?", rispose Clara sorpresa, colta con le mani nel sacco.
"NON LA TOCCATE!!", gridai, avvicinandomi a Rachele.
Poverina, era piena di lividi e segni su tutto il corpo. Mi faceva male il cuore a vederla in quello stato.
"COME AVETE POTUTO FARLE QUESTO!? CHE COSA VI È SALTATO IN MENTE", continuai, guardandole con disprezzo e disgusto allo stesso tempo.
"Bruno io... io... ", provò a giustificarsi Clara, rendendosi conto di cosa avesse appena fatto.
"SI PUÒ SAPERE CHE PERSONE SIETE!? E VOLETE PURE DIFENDERVI!?", urlai, prendendo in braccio a mo' di sposa Rachele, talmente ferita da non riuscire neanche a parlare. Una lacrima le rigava il viso.
"Mi fate pena, sapete", conclusi.
Dopodiché corsi alla ricerca di mia sorella Julieta.

Appena arrivai a Casita, la trovai in compagnia di Pepa in cucina: la prima stava cucinando delle arepas; mentre la seconda era intenta a gustarsi un'empanadas, seduta a tavola.
Appena feci irruzione nella stanza,  gli occhi delle mie sorelline si spalancarono, sia per lo stupore che per lo spavento.
"Bruno ma che cosa... ", provò a dire Pepa, mentre una nuvola si formava sulla sua testa.
"Clara ha picchiato Rachele, presto sta troppo male!", risposi, iniziando a tremare per l'ansia e la paura. Pepa mi aiutò ad adagiarla sul divano; Julieta, invece, corse a prendere un po' del suo cibo curativo.
Poco dopo ci raggiunse con un'arepa in mano.
"Ecco, falle mangiare questo", mi disse porgendomi il panino, spaventata.
"Su Rachele, su! Ci sono io qui, tranquilla", la rassicurai, mettendole in bocca con dolcezza l'arepa.
Le ferite pian piano si rimarginarono. Dopo pochi secondi tornò bella e perfetta come prima.
"Deve riposare. Bruno portala in camera mia, o in quella di Pepa?", continuò Julieta, guardando Pepa come per chiederle il consenso alla domanda fatta.
"Sì certo! Per me non c'è alcun problema, decidi tu Bruno", rispose Pepa, rivolgendosi a me.
"Può dormire in camera mia! D'altronde sono il suo fidanzato, non uno sconosciuto o un'amico qualsiasi", risposi, evitando di guardarle.
La verità era che non volevo abbandonarla, volevo restarle vicino il più possibile. Mi sentivo in colpa per non essere arrivato prima e perciò volevo rimediare.
Le mie sorelle si guardarono l'un l'altra, poi sorrisero e risposero all'unisono: "Come vuoi tu, fratello".
Ripresi in braccio Rachele a mo' di sposa e la portai nella mia stanza.

Dopo aver scalato la lunga rampa di scale nella mia torre, arrivammo al corridoio principale: in fondo ad esso si trovavano due stanze, la camera e il mio bagno personale.
Entrammo nella prima stanza. Adagiai Rachele sul letto, le rimboccai le coperte, chiusi le tende e la lasciai dormire in pace.

Dormì per tutto il giorno.
A sera tarda scalai di nuovo la mia torre per andare a dormire e vedere se Rachele si fosse svegliata, ma stava ancora dormendo beatamente, come un'angioletto.
Non la volli disturbare, così mi addormentai sulla poltrona vicino al letto. ( Sì, perché la mia stanza era strutturata così: vicino alla porta di entrata si estendeva il mio grande armadio, davanti l'armadio c' era il mio letto a due piazze, davanti al letto si trovava una grande libreria incastrata in una scrivania e alla destra del letto c' era una poltrona rossa ).

Pov Rachele:

Mi risvegliai frastornata su un letto a due piazze; mi sentivo come se fossi stata appena bastonata.
In quel momento ritornai lucida e ricordai tutto: ero stata picchiata da Clara e dalle sue amiche, fin quando Bruno non è venuto a salvarmi, portandomi via da lì.
Sul mio corpo però non c' erano tracce di ferite o lividi, merito del cibo di Julieta, immagino.
Mi guardai attorno confusa, quando vidi.... Bruno!!
Era addormentato su una poltrona rossa vicino al letto dove ero distesa, quindi probabilmente mi trovavo nella sua stanza.
Riflettei un'attimo, finché non arrivai a una conclusione, che mi fece sciogliere il cuore: il mio tesorino aveva preferito dormire scomodo su una poltrona, invece che nel letto a due piazze con me, probabilmente per non darmi fastidio o per non essere frainteso.
Amore mio!!!!💗💗💗
Lo guardai un po', mentre dormiva era ancora più bello: aveva il viso rilassato, i riccioli neri e spettinati sugli occhi.... ohhh, era irresistibile 😫😍.
Mi avvicinai a lui e gli iniziai ad accarezzare i capelli, lasciandogli leggeri e dolci baci sulle labbra.
Dopo un po' si svegliò, appena mi vide sobbalzò per l'ansia e l' emozione.
"Rachele stai bene?", mi chiese preoccupato.
"Sì mi amor, sì", gli risposi, baciandolo di nuovo: "Non saprò mai come ringraziarti abbastanza, tesorino", continuai, guardandolo con occhi innamorati.
"Non dirlo neanche per scherzo! Mi hai fatto prendere un bel colpo, mi princesa", mi rispose, prendendomi il mento e baciandomi di nuovo, questa volta con più passione.
"Bruno, posso chiederti un favore?", gli dissi.
"Ma certo, mi vida. Dimmi pure", rispose lui, già preoccupato.
"Mi coccoli un poco?", gli domandai, facendogli gli occhi dolci.
"Ogni tuo desiderio è un ordine, princesa", mi rispose, guardandomi con fare felice e beffardo allo stesso tempo.
Salì anche lui sul letto, si posizionò alle mie spalle, avvolse le sue braccia intorno alla mia vita e iniziò a coccolarmi.
Io mi misi comoda, mi sentivo così al sicuro tra le sue braccia, come non mi ero mai sentita in tutta la mia vita.

El amor de mi vida💚⏳ ( Bruno x Rachele )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora