"La verità è che nessuno di noi sa cosa la sorte ha in serbo per il proprio destino. Ciò che può essere una scelta per una persona, per un'altra può essere un salto in un abisso"
Non sono stato sempre così stronzo in realtà, ho avuto momenti migliori, soprattutto quando mia madre era ancora viva. Papà diceva sempre che lei era ciò che di più buono c'era in lui. Io invece dicevo sempre che era grazie a lei se mi sentivo meno coinvolto in quel mondo sconfortante e oscuro che era quello degli ex mangiamorte.
Difficilmente,infatti, qualcuno parla mai di ciò che accade a coloro che hanno preso la terribile decisione di unirsi al male. È una decisione spesso spontanea o dettata dalla paura, come è successo per mio padre, ma una volta presa non torni mai veramente indietro. Le scelte di mio nonno, di mio padre, della mia famiglia, hanno segnato per sempre il modo in cui saranno e sarò visto dal mondo magico, e nemmeno io posso fare molto a riguardo, anche se per molto tempo ci ho sperato invano.
Credevo che diventando qualcuno avrei migliorato l'immagine della mia famiglia, ma non era cambiato nulla e con il tempo mi ero solo inasprito, caricato di odio e rancore verso coloro che non ci avrebbero mai considerato pentiti.Quando mi hanno scelto per diventare capitano della squadra di Quidditch ad Hogwarts, sapevo che sarei arrivato da qualche parte un giorno e la conferma mi era arrivata subito dopo la fine del mio settimo anno. Mi avevano chiamato a giocare come cercatore nei Montrose Magpies e in poco tempo avevo guadagnato un grande successo. Il pubblico mi amava e io amavo essere lì al centro dell'attenzione, l'ebbrezza di prendere il boccino e portare puntualmente la mia squadra alla vittoria.
Ero felice perchè credevo che finalmente non sarei stato più "il figlio del mangiamorte", ma una persona diversa, distaccata da quell'ambiente ormai in decadenza, quell'ambiente che per tutta la vita aveva fatto credere agli altri che fossi cattivo e senza scrupoli.
Ma mi sbagliavo, il successo era ciò di cui avevo meno bisogno.
Ho creduto che mi rendesse veramente felice e per raggiungerlo ho messo da parte tutti: mio padre, mia nonna, Albus, che nonostante tutto ha continuato a sostenermi seppur non volessi più parlare con lui, perchè mi sentivo invincibile e migliore di tutti, migliore soprattutto di quelle persone che avevano passato la vita ad escludermi e a giudicarmi.
Ma alla fine ero diventato proprio quello che dicevano: cattivo, superficiale, un "Malfoy".Amavo mia madre perchè non ha mai creduto che mio padre fosse veramente cattivo, perchè è stata la prima a fidarsi e a vedere qualcosa di buono in lui. Ma quando è morta non riuscivo proprio a capire quale fosse il motivo per il quale lo avesse scelto, il motivo per il quale si fosse sacrificata per tutta la sua vita a continui sguardi sprezzanti, giudizi malevoli, per un uomo che in fin dei conti aveva fatto la peggiore scelta che si potesse prendere. E l'ho odiato, perchè più andavo avanti, più la gente mi disprezzava per quello che ero, ma non era più colpa degli sbagli della mia famiglia, ma dei miei di sbagli, del mio carattere e delle mie azioni, che mi hanno spinto sempre più lontano dall'aiutare la mia famiglia a riscattarsi da quel male che la contaminava.
Non ho mai pensato di essere una brava persona, una persona meritevole di affetto o comprensione. Mi sono comportato da snob, sono stato antipatico anche nei confronti delle persone a cui volevo bene, tutto perchè credevo di poter avere qualsiasi cosa volessi.
Ma non era veramente ciò che desideravo, in fondo lo sapevo e ne ho avuto conferma quando la mia vita è andata a rotoli, quando ho scoperto che non ero così invincibile come credevo e quando mi sono trovato solo di fronte a quella che credevo sarebbe stata la mia fine.Quando ho scoperto di essere malato non ho fatto che pensare a lei, a mia madre, a quanto avesse fatto in così poco tempo e a come io non avessi fatto nemmeno la metà del bene che invece aveva fatto lei.
È stato devastante realizzare che per tutto quel tempo avevo rincorso solo un desiderio egoistico, non volevo essere accettato, ma volevo primeggiare su tutti.In quel momento capii perchè per tutta la vita aveva sopportato i giudizi delle persone. Lei amava papà, amava me. Io chi amavo? Solo me stesso probabilmente. Ero rimasto solo, non volevo chiamare Albus, mi sarei sentito solo peggio... e nemmeno la mia famiglia, perchè avevo passato anni a sentirmi migliore di loro senza rendermi conto che non lo ero neanche un po'.
Quando però mio padre scoprì che avevo la stessa patologia di mia madre, mi venne a trovare a casa. Non fu difficile capire che qualcosa non andava: non potevo più giocare a Quidditch, ero troppo debole e mi facevo sentire meno del solito.
E fu lì che capii che anche se le persone fanno scelte sbagliate non devono essere necessariamente cattive. Nè mio padre nè mia nonna si staccarono da me in quel periodo infernale. Facevamo avanti e indietro dal San Mungo ogni settimana per i controlli.
Miracolosamente, dopo due anni di sofferenza ero riuscito a guarire.
E in quel frangente non feci che chiedermi "perchè io e non lei?".
Mia madre era buona, io no, almeno non lo ero stato, eppure ero riuscito a sopravvivere.
Fu quello il momento in cui decisi di cambiare la mia vita e niente avrebbe potuto fermarmi dal farlo.My space
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. So che non è successo nulla di particolare, ma era essenziale darvi questo punto di vista di Scorpius, per capire cosa gli frulla in testa, il motivo per il quale fa quello che fa e ha fatto quello che ha fatto.
Non mi faccio sentire da tempo, mea culpa, ma purtroppo siccome sono al quinto anno è difficile organizzarsi. A volte mi manca veramente tanto scrivere, grazie al vostro supporto però, trovo sempre nuove idee per questa storia e spero tanto che vi stia appassionando.
Alla prossima (spero non troppo tardi)
~Rose🌻
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Rose the virgin
Fiksi Penggemar"Lei è incinta signorina Weasley" afferma il ginecologo di fronte a me. Scoppio in una fragorosa risata tanto da farmi venire le lacrime agli occhi "questo non è assolutamente possibile, io sono vergine" spiego. La faccia del medico rimane seria e a...