All I need is love | ESTELLE

39 3 1
                                    

Estelle

«Oh...buongiorno Estelle! Vieni, entra pure e accomodati. Sono subito da te.»
Entro silenziosamente nella stanza e mi siedo su una delle poltroncine presenti mentre la donna davanti a me cerca qualcosa nei cassetti della sua scrivania.
È strano trovarmi qui dopo tanto tempo, quasi mi ero dimenticata come fosse arredata la stanza e il volto della donna che per tanto tempo ha ascoltato e giustificato le mie paranoie.
«Uh scartoffie! È da un sacco di tempo che non ci vediamo e ho dovuto cercare i tuoi fascicoli ovunque. Dimmi allora: cosa ti porta nuovamente nel mio studio?»
Al tempo, decidere di andare in terapia non era stata una scelta facile o quantomeno non era stata una mia scelta, ma tutto sommato ho poi capito che mi stava facendo davvero bene parlare con qualcuno che fosse completamente estraneo alla mia famiglia e al mio gruppo di amici.
«Ricordo bene che abbiamo deciso di interrompere le sedute perché tutto stava andando bene. Avevi degli amici e credevi che tutto si sarebbe potuto sistemare...»
«L'ho fatto di nuovo, ho picchiato Lance.»
La donna corruccia la fronte.
«Cosa intendi per picchiato
«Lui si è comportato male con una ragazza e l'ho preso a schiaffi.»
La donna sospira e poggiando le mani sul tavolo mi rivolge uno sguardo di apprensione misto ad un pizzico di rimprovero, ne sono certa.
«Estelle, tirare uno schiaffo ad una persona non significa picchiarlo.»
Come dicevo, andare in terapia non è mai stata una mia scelta fino ad ora, ma quando da adolescente ho quasi rischiato di mandare in ospedale una mia coetanea, mia madre e mio padre hanno pensato che sarebbe stato meglio per tutti cercare di capire cosa non andasse con il mio comportamento.
L'unica cosa che però non avevano capito era il perché io l'avessi fatto; solo Esteban sembrava capirmi.
«Lui ha fatto una cosa deplorevole e io lo odio così tanto quando fa così che vorrei...vorrei...»
Fisso le mie mani mentre stringo i pugni così forte che le mie unghie lasciano il loro segno nei palmi.
«Cosa vorresti fare, Estelle?»
Immediatamente rilascio i pugni e rassegnata guardo la donna seduta davanti a me.
«Io lo amo. Non riesco ad accettare che si comporti così con altre persone...»
«Perché? Vorresti essere tu a catturare la sua attenzione?»
Non so come spiegarlo, ma non amo Lance nel senso comunque. Ok forse si all'inizio, ma vorrei proteggere lui tanto quanto le ragazze che frequenta dal diventare persone orribili e con una reputazione ancora peggiore.
«Lui ora ha una ragazza, Heidi. Lei è veramente carina e gentile con me e Lance si è comportato davvero male con lei in un certo momento della loro relazione, tant'è che si sono anche lasciati per un periodo...e io ne ero così felice! Ma quando mi capitava di pensarci mi sentivo in colpa. Perché allora ho difeso Heidi se l'unica cosa che provo per lei è invidia?»
«Tutti proviamo invidia verso qualcuno. Non è una cosa che puoi controllare o che puoi decidere. È la normale conseguenza delle cose: se dici di provare questo sentimento così forte per Lance, che va anche al di sopra di amarlo, è normale che tu veda questa Heidi come una usurpatrice.»
«Consciamente però non è così! Heidi è mia amica e ci siamo avvicinate anche dopo quello che è successo con Lance, ma quel pensiero è sempre lì. La verità è che io voglio essere amata, ma non sono fatta per ricevere amore.»
La donna si leva gli occhiali tentando ancora una volta di farmi ragione.
«Non dire così, Estelle. Tutti ci meritiamo di essere amati. Hai detto tu stessa che hai nuovi amici, per caso il loro amore non esiste?»
Parlare di questo argomento mi mette sempre a dura prova, tanto che anche questa volta fatico a trattenere le lacrime.
«Vorrei essere amata incondizionatamente da qualcuno, un amore vero, sincero e genuino. Vorrei qualcuno che se anche tratto male non se ne vada mai; qualcuno che ci sarà sempre e che non mi giudichi. Ho paura che l'amore che mi danno i miei amici se ne possa andare, che un giorno dicano Estelle è troppo pazza per essere mia amica. Ho paura che pensi la stessa cosa mio fratello.»
«È una paura fisiologica, ognuno di noi ha paura di non essere amato. E ti posso assicurare che Esteban non pensa neanche lontanamente ad abbandonarti.»
Ma lo farà, sono sicura che lo farà. Quando anche lui avrà una famiglia, io diventerò semplicemente l'ultima ruota del carro.
Esattamente come quando eravamo bambini ed Esteban faceva faville sui kart. Io ero sempre in disparte, a vedere lui primeggiare con i nostri genitori che si vantavano e lo amavano più di quanto avrebbero fatto con me perché per loro ero solo Estelle, mettiti qui buona che tuo fratello deve vincere oggi.
Non si sono mai chiesti perché io non avessi amici o perché delle volte facevo delle scenate solo per attirare la loro attenzione.
Crescendo non ho mai trovato l'amore che cercavo in una migliore amica o se pensavo di averlo trovato anche lei se ne andava e mi lasciva sola nelle mie paranoie.
Vi chiedete perché ho picchiato una adolescente fino a farla finire in ospedale? Perché lei mi aveva rinfacciato che non sarei mai stata amata da nessuno, figuriamoci se poteva notarmi il ragazzo per il quale allora avevo una cotta.
Mi aveva fatto andare su tutte le furie e non ero riuscita a trattenermi.
Senza fare troppi giri di parole, il ragazzo per il quale avevo una cotta è sempre stato Lance.
Lui e mio fratello sono sempre stati buoni amici, sin dal primo giorno che si sono presentati l'uno all'altro e di conseguenza anche io sono sempre stata innamorata di Lance.
Ciò che mi ha veramente dato il colpo di grazia è stato comprende che per Lance era un gioco.
Vedermi di nascosto dietro i motorhome, lontano da mio fratello e da tutti, era un gioco.
Baciarmi di continuo era un gioco.
Fare delle lunghe chiacchierate nelle quali entrambi ci mettevamo a nudo era un gioco.
Io non sono fatta per essere amata, forse non me lo merito proprio l'amore di cui dico di aver bisogno.
«È normale avere queste paure se fin da piccola ti hanno insegnato il contrario.»
«Non è normale pensare costantemente come sarebbe la mia vita se Lance mi amasse.»
Capita? Ogni singola notte mentre sono nel letto che attendo di addormentarmi.
Perché? Non lo so.
Sia chiaro, non odio così tanto Heidi o cose del genere al punto di volerle rubare il ragazzo perché tanto io il suo amore non lo avrò mai.
Sarò sempre e solo la piccola Esty che ingenuamente pensava che le attenzioni che le venivano rivolte fossero vero amore incondizionato.
«Ascolta Estelle, facciamo così: ti do un compito. Chiedi ai tuoi amici perché appunto sono tuoi amici. La prossima volta che ci vediamo mi racconti quello che ti è stato detto. Sono sicura che ti elencheranno tanti tuoi pregi che tu neanche riesci a vedere.»
Annuisco alla donna e dopo averla pagata esco dalla stanza.

Il giorno seguente è tempo per me ed Esteban di ripartire per una nuova tappa del campionato nel quale compete.
Con noi verrà anche Lance, il quale infatti in questo preciso istante mi sta aiutando con le valigie.
«Lance...posso farti una domanda?»
«Assolutamente baby!»
Si appoggia all'armadio di camera mia e sistemandosi i capelli che sono usciti nuovamente sotto il cappello, si mette in ascolto.
«Perché sei mio amico?»
Cerco di evitare il contatto visivo con lui, non sarei comunque in grado di sostenerlo.
«Perché sei una ragazza molto disponibile e spontanea.»
«E basta?»
«Beh sicuramente la cosa che più apprezzo di te è che...»
In quel momento però si interrompe per rispondere ad una telefonata di Heidi.

Finiscila Estelle e mettiti il cuore in pace: l'unica cosa di cui hai bisogno nella tua vita è l'amore, ma non sarà da Lance che lo riceverai.
Non stava per dire che ti ama alla follia; non stava per dire che la cosa che apprezza di più di te è il tuo amore verso di lui.

«Elle, stai bene?»
Esteban entra nella mia stanza trovandomi al centro di essa a fissare la direzione in cui è sparito Lance al telefono.
«Sì, scusa...sono pronta.»
Mi volto per prendere le ultime cose da mettere nella borsa, ma Esteban mi prende per il braccio e mi fa voltare nuovamente verso di lui.
Prende il mio viso tra le mani e mi sorride, incurvando con le dita gli angoli delle mie labbra nel tentativo di riprodurre un sorriso forzato.
«Ricordi? Come quando eravamo bambini.»
Quando ero triste da piccola spesso lo faceva e ogni volta che ci penso sorriso istintivamente.
«Je t'aime, ma petite sœur.»






E anche per questa il mio zampino c'è! Credevo che anche Estelle avesse bisogno di una sua one shot dedicata ed eccola qui. Spero che vi sia piaciuta e anche con questa raccolta abbiamo finito qui🩷

•Paddock Girls• 🆄🅽🆃🅾🅻🅳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora