Nico
«Martina, tesoro...ho preparato la colazione.»
Marti rivolge a mia madre il suo sguardo solamente nel momento in cui si sente richiamata. È distrutta, a pezzi completamente da questa notte passata insonne sul piccolo divano che teniamo sul terrazzo.
Eppure mia madre quando la vede con quel viso da cucciolo bastonato non può fare altro che sorriderle, nonostante l'abbia quasi costretta a rimanere con lei per tutta la notte.
Scosta piano la coperta leggera con la quale ha sentito il dovere di coprirsi questa notte e molto goffamente e da passo degno di una tartaruga si alza.
So perfettamente che non ha dormito perché oltre ad avere una pancia enorme ormai, ha il terrore che questa bambina nasca principalmente perché crede di non farcela fino in fondo.
Nonostante si voglia far vedere come la donna più forte e sicura del mondo, è davvero fragile, soprattutto fisicamente e questa sua paura la accompagna da quando ha visto quelle due tacchette colorate sul test di gravidanza positivo.
Mia madre le tende una mano e quando le è abbastanza vicino, le cinge la vita quasi per rassicurarla.
Ha davvero bisogno di una persona come lei in questo momento. Certo, avrebbe preferito che ci fosse qui sua madre, ma come spesso accade, i suoi genitori sono impegnati a seguire Carlos, a detta di Marti, il loro figlio preferito.
Mia madre perfettamente ogni cosa che sta provando, anche se non appena si sono viste qualche giorno fa le ha confessato che Marti sia almeno il doppio rispetto a quando lei aspettava me; e questo l'ha preoccupata seriamente. Se ci fosse qualcosa di strano nella mia grossezza? Continuava a ripetere. Sappiamo bene entrambi e lei meglio di me che il peso del bambino è stimato intorno ai quattro chili, ma ha davvero paura che ci sia qualcosa che non quadra.
Marti si siede al tavolo sempre molto lentamente e mia madre le passa una ciotolina contenente dello yogurt bianco e della frutta fresca di stagione.
Non ha veramente voglia di mangiare, il bimbo le pesa davvero tanto sullo stomaco, ma comunque la accetta. Ha imparato a sforzarsi, più per il bene del bambino che suo.
«Vedrai che ti farà bene. Almeno è qualcosa di fresco.»
Ah certo, come non dimenticare ha il termine a maggio e qui a Montecarlo fa un caldo assurdo.
Anche mia madre si siede al tavolo con Martina, davanti a lei una tazza di caffè e un paio di fette biscottate con la marmellata.
L'odore pungente del caffè tostato le arriva alle narici e quasi le viene da vomitare. Non ha mai gradito quell'odore e con la gravidanza lo tollera ancora meno, forse per questo che ho smesso di berlo.
Parlando di me, eccolo che faccio capolino dal corridoio che da sul salotto.
Mi sono chiaramente appena svegliato, in quanto ho ancora in volto la tipica espressione del chi sono? Dove sono? e ho i capelli ancora tutti arruffati.
Passo accanto a Martina lasciandole una carezza sulle spalle e un bacio delicato sulla guancia; mi dirigo poi verso la cucina.
«C'è il caffè se vuoi...»
Mia madre mi informa sulla situazione colazione e sono proprio felice di poter bere del caffè decente.
«Grazie mamma...Marti, non sei venuta a dormire stanotte...»
Non so se nella mia voce si colga prima il rimprovero o il dispiacere, probabilmente c'è una buona dose di entrambi.
Scuote la testa piano, in questo momento l'ultima cosa che si sente di fare è essere attiva ed energica.
«Non riuscivo a dormire...Susanne è stata con me.»
Annuisco afferrando la situazione. Non capisco veramente appieno questi suoi "capricci", in fondo quello incinto non sono sicuramente io, ma li accetto come verità prestabilite.
Quando mi siedo alla destra si Martina, l'odore del caffè le torna alle narici e istintivamente allontana da se la ciotola con la sua colazione.
Definitivamente le è passata la fame.
«Devi mangiare qualcosa, sforzati.»
Come spesso fa, e credo che la gravidanza abbia semplicemente accentuato questo su modo di essere, mi sbotta contro.
«Vorrei che fossi tu a provare quello che sto vivendo io! Che dici, facciamo cambio? Poi vedi come ti viene voglia di mangiare!»
Non le rivolgo di certo uno sguardo stupito, ormai mi sono abituato a questo suo modo di fare.
«Avanti Marti, non ti agitare. È solo peggio poi.»
Hai ragione, ma io sono così stanca! Quasi senti quello che sta pensando
«Quando hai esattamente il termine tesoro?»
«Questa settimana e contando che siamo a mercoledì direi che ce ne vuole ancora...»
Io spero solo che questa bambina nasca il più in fretta possibile, un po' perché ovviamente voglio conoscerla e stringerla tra le mie braccia, un po' perché non ne posso più. Non ne posso più di vedere Martina soffrire e non poter fare assolutamente nulla per aiutarla; non mi sarei mai aspettato che la gravidanza potesse essere così logorante per una donna.
«Vi dispiace se oggi vado a fare una sessione di allenamento intensivo con Martin?»
Martina alza le spalle. Non vuole davvero sottrarmi dai miei doveri lavorativi, ma so che vorrebbe semplicemente che le stessi vicino senza dover obbligare mia madre.
«Portati il telefono...»
Ogni occasione ultimamente è buona per ricordarmelo: se la bambina dovesse nascere in un momento in cui io non ci sono dobbiamo essere sicuri di poterci sempre rintracciare in ogni momento.
«Ovvio.»
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•Paddock Girls• 🆄🅽🆃🅾🅻🅳
Fanfiction✨CONSIGLIATA LA LETTURA DI •Instagram• Paddock Girls PRIMA DI INIZIARE LA LETTURA DI QUESTA✨ Ve le ricordate quelle ragazze pazze che amavano scorrazzare per il paddock e creare guai? Ve le ricordate le nostre Paddock Girls? Se la risposta è sì, pe...