Federico e Massimo, fratelli di rispettivamente undici e quindici anni, raramente si trovavano d'accordo. Condividevano pochi interessi, avevano caratteri molto diversi e dunque, costretti a vivere insieme, nella stessa cameretta, finivano col litigare il più delle volte. Quelle stesse poche cose che li mettevano d'accordo – come la passione per i videogiochi – finivano comunque col provocare attrito: i due fratelli non giocavano mai insieme alla console, ma si alternavano al comando. Be'... più che alternarsi, era un compromesso forzato. Federico ricorreva alla playstation ogni volta che Massimo non era in casa – sempre in giro con gli amici, a "studiare" a casa di compagni –, ma quando suo fratello tornava doveva sempre lasciargli il comando. Mai una volta che Massimo ha interrotto una partita alla play per concederla al fratellino.
Anche la festa di Halloween, il più delle volte, era occasione di conflitto e non di riappacificazione. Quando erano bambini, in verità, capitava che venissero invitati alle stesse feste. Quattro anni di differenza a una certa età non sono una gran cosa. Ma con l'ingresso di Massimo nella pubertà tutto era cambiato. C'era poi da dire che Massimo era sì, giocoso, animale da festa, estroverso, abile a farsi amici, ma non aveva un particolare interesse per Halloween. A Massimo piaceva divertirsi, qualunque fosse l'occasione. Federico, che invece era più riservato, sensibile e introverso, adorava gustarsi tutta l'atmosfera che si respira a Ottobre, man mano che Halloween si avvicina: gli addobbi, sempre più esposti sulle vetrine dei negozi, e poi la scelta del costume, rigorosamente diverso per ogni anno. Massimo, fino ai dodici anni, si metteva sempre lo stesso costume da vampiro; quando poi è cresciuto, di botto, tra i dodici e i tredici anni, ha dovuto farne a meno. Ma, già all'ultimo anno delle medie, il suo interesse per l'estetica horror di Halloween era venuto meno: indossava vestiti un po' dark, si truccava in modo sommario e poi andava alle feste. Non gli importava la maschera, il costume, il personaggio impersonato. Si metteva addosso qualcosa solo per fare piacere alle ragazze. A volte, bastava un giubbino di pelle, lo smalto nero e un po' di matita agli occhi.
A undici anni compiuti e all'inizio della prima media, tutto quanto interessava a suo fratello, a Federico appariva privo di senso. Né, come invece gli diceva sua madre, quando provava a ricomporre il conflitto tra i fratelli e la delusione per la crescente distanza di Massimo dal fratellino, avrebbe mai pensato che quello stesso comportamento sarebbe toccato a lui, con la crescita. Come poteva smettere di adorare Halloween? Come poteva perdere il suo fascino, come poteva, solo perché avrebbe spento una candelina in più sulla torta, non provare più quella gustosa attesa per il giorno di Halloween, quel solletico che provava quando sceglieva il nuovo costume?
Quell'anno, però, Federico doveva aggiungere un'ulteriore ragione di scontento, con l'approssimarsi alla festa di Halloween. A pochissimi giorni dall'evento, non era ancora riuscito a organizzare qualcosa.
L'inizio delle medie è sempre carico di cambiamenti che, a prima vista, appaiono spesso e volentieri sotto una luce negativa. Federico, che per via del suo carattere faticava a fare amicizia e a entrare in confidenza con le persone, non riusciva a farsi piacere la sua classe. Una prima media, appena formatasi, soprattutto se non ha un nucleo consistente di alunni che provengono dalla medesima scuola elementare, richiede del tempo per potersi avviare. In genere, come aveva ben osservato suo fratello Massimo, le prime feste di compleanno, all'inizio dell'anno, erano l'occasione per fare conoscenza reciproca. A volte, però, ci si mette la sfiga. Federico aveva compiuto gli anni ad agosto. In quel mese e mezzo di scuola, da quando erano iniziate le lezioni, c'era stato un solo compleanno: una ragazzina che aveva scelto di festeggiare il suo undicesimo compleanno con un pigiama party esclusivo. Aveva invitato tre compagne, con le quali aveva fatto amicizia il primo giorno (solo perché erano sedute vicino), e la cosa era finita lì.
Senza nessun altro che prendesse l'iniziativa, non c'era verso di approfondire la conoscenza reciproca. E certo l'iniziativa non l'avrebbe presa Federico, così introverso. Eppure, il suo desiderio di festeggiare Halloween come si deve aveva avuto la meglio sul suo carattere chiuso, sulla sua timidezza. Peccato che era stato mal ricompensato. Quando aveva proposto alla classe di organizzare una festa di Halloween, tutti insieme, aveva ricevuto tiepide risposte. La sua classe, per due terzi popolata da ragazzine, non sembrava condividere il suo interesse. Si era rivolto al suo compagno di banco – un ragazzino ancora più timido di lui, che si era messo accanto a lui il primo giorno solo perché era il posto più vicino alla porta –, che gli aveva mostrato un lieve interesse, ma manifestato anche il timore che non avrebbe avuto il permesso dai genitori. Aveva insistito con una ragazzina spigliata, sperando che lei aggregasse attorno a sé il resto della classe, ma la compagna aveva reagito stizzita, dicendo che Halloween è roba per bambini e che lei sarebbe andata a una festa di una cugina più grande, cosa che poi ha scatenato le richieste delle compagne di essere invitate a loro volta.
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Zucchette rosse (SV#1)
General FictionHalloween sta arrivando! Per festeggiare l'autunno, il mese di Ottobre e l'arrivo di Halloween, un ciclo di brevi storie di punizioni e sculacciate vi accompagnerà fino al 31, per una storia alla settimana, tra bambini pasticcioni in cucina, ragazzi...