Camelia

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1989. Isola di Jeju. Corea del Sud

Bang Chan era solito alla compostezza, la forza del suo spirito era sempre risultata abbastanza potente per riuscire a tenerlo in piedi anche nei casi più disparati, ma adesso era in seria difficoltà.
Lisa era sparita da quasi tre anni ormai.
Tempo addietro, in Thailandia era iniziata la caccia ad un vampiro pericoloso, dopodiché uno degli incaricati alla ricerca era morto in circostanze anomale, e di Lisa nessuna traccia.
Era andato personalmente a cercarla appena appresa la notizia, ma quando era giunto a Bangkok era riuscito a trovare solo il cadavere di Bam Bam in condizioni pietose,
sotto le macerie di una vecchia casa fatiscente vicino al porto, che come il luogo che la circondava, anche il suo interno era sporco ed umido, tanto da coprire i rimasugli di quel che rimaneva del suo vecchio amico.
Lo aveva conosciuto anni orsono e lo aveva pianto esattamente come avrebbe voluto, ma si rifiutava di pensare che fosse stata Lisa ad ucciderlo.
Il supervisore dell'unità Thailandese non era di certo paragonabile a Sakurada in quanto età, ma di sicuro Mile non lo sottostava in saggezza e pensiero; come lui appoggiava l'opzione di Bang Chan, ma non per questo il pilastro Thailandese Earth era disposto a dargli retta. Egli era un vampiro millenario racchiuso nel corpo di un ragazzino, e le sue prese di potere erano pericolose quanto il suo essere impulsivo.
Purtroppo non c'era altro che il nulla a dare prova alla sua tesi; di Lisa era rimasto soltanto l'odore, esattamente dove iniziava il cadavere di Bam Bam di cui ancora ricordava i pezzi sul pavimento. Avevano avuto due mesi di tempo, dal ritrovamento del cadavere, per trovare la vampira, la quale sembrava essersi dissolta nell'oscurità della notte; ma la scadenza arrivò, e con essa Earth aveva dato l'ordine di uccidere Lisa a vista.
Era tornato a casa dopo tre anni, dopo che Felix si era impuntato per riportarcelo, quando aveva visto lo stato in cui il fratello si stava riducendo: non riusciva a mangiare, e gli incubi avevano preso possesso dei suoi sogni come dei suoi pensieri, e da un po'di tempo non riusciva nemmeno a parlare con nessuno; a dire il vero non riusciva a fare niente se non pensare che se lui si fosse legato con Lisa almeno avrebbe potuto percepire il suo stato emotivo, certo che in quel momento lei fosse spaventata più di quel che poteva credere.
Il tavolino d'ebano aveva ancora sopra di esso le carte con gli appunti del caso. Il colpevole aveva utilizzato la medesima strategia per uccidere dei civili all'interno della città, la cosa che aveva stranito tutti era la brutalità usata e la completa assenza di testimoni, seppur il delitto fosse stato compiuto in luoghi vicino all'attività umana.
Tutto ciò che avevano appreso andava al di fuori degli schemi a cui era abituato, e si era domandato più volte, riguardando gli appunti, se il pericolo fosse effettivamente un altro vampiro.
Qualcuno in grado di fare una carneficina del genere senza lasciare traccia andava oltre la più normale comprensione.
La frustrazione ebbe la meglio, e con un raptus di ira scaraventò il tavolo d'ebano sul muro sfondandolo.
Il ringhio che gli era fuoriuscito dalle viscere della gola, gli vibraba ancora tra le labbra carnose che sanguinavano, lì dove le zanne si erano infilate.
Aveva fatto un gran baccano, e probabilmente avrebbe dovuto sistemare lui il caos che aveva appena causato, tuttavia era certo che nessuno sarebbe accorso a vedere cosa era successo, eppure, un suono lo sentì, e non veniva certo dall'altro lato del buco sul muro. Era all'interno della camera.
Come un felino, scattò ad alzare il letto scaraventando anch'esso fuori dalla stanza e giù dal balcone.
Il frastuono che il mobile fece schiantandosi al suolo non era minimamente paragonabile al rumore del suo cuore che impazzito gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Era stato troppo impegnato ad infuriarsi per percepire l'odore non suo che si era propagato nella stanza come olio; forse perché lo conosceva, o magari perché era già bellamente sparso un po' su di lui, nella speranza di rintracciare la persona a cui apparteneva. Tuttavia l'opzione che si presentò dinanzi a lui lo destabilizzò, qualcosa che gli fece sgranare gli occhi e inumidire le labbra nel cercare di affrontare la situazione che da lì a poco si sarebbe creata.

Ambrosia | minsung |Where stories live. Discover now