Justice

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1989. Isola di Jeju. Corea del Sud.

Namjoon, non si era mai considerato un tipo impaziente. Nei secoli che gli facevano da età si era sempre considerato un essere calmo e pieno di raziocinio; tuttavia l'ultima situazione che aveva avuto tra le mani, non poteva negare che l'avesse turbato.
Trovare una fuggitiva nella propria dimora, era stato qualcosa di davvero inaspettato.
Quando aveva chiesto alla squadra di perlustrazione, il perché non l'avessero notata, loro semplicemente avevano detto con fare sorpreso che: "nessuno era passato da lì."
Avrebbe staccato volentieri la testa a Hongjoon per la sua incapacità, ma il vampiro si era salvato in extremis quando gli aveva fatto notare, che Lisa per passare inosservata era strisciata sotto terra; poco distante dalla costa infatti, Seonghwa e San avevano trovato i residui di un tunnel nel terreno, e prima che Namjoon venisse da loro, stavano per avvisarlo della nuova scoperta.
Effettivamente le sue figlie avevano ritrovato le medesime tracce nel giardino interno, ma non avevano detto nulla perché chiunque le avesse fatte si era preoccupato anche di coprirle.
Questa evidente falla nel suo sistema di sicurezza lo faceva proprio arrabbiare; avrebbe ucciso Lisa per la sfrontatezza e il mancato rispetto nei confronti della sua figura, tuttavia i suoi poteri non erano illimitati, e non spettava a lui giustiziare un vampiro disertore di un altra area dell'Asia, questo ordine doveva spettare a chi di competenza.

-Mio signore.-

Una delle sue suddite, si prostrò al suo voltarsi, e Namjoon smise di sorseggiare il sangue che rosso brillava nel calice.

-Dimmi.-

-I suoi fratelli sono approdati.-

Questa non era una notizia che avrebbe voluto sentire. Aveva espressamente detto a Honseok che avrebbe voluto gestire lui il caso, senza dover subire i capricci ulteriori degli altri, ma probabilmente il fratello non si era fidato.

-Chi sono?-

-I maggiori signore.-

Questo lo rassicurava, ma la presenza di Yoongi lo metteva un po'a disagio.
Seokjin e Honseok erano pressoché innocui: sensibili e dal cuore tenero, che agivano in balia della loro preoccupazione; d'altro canto invece, Yoongi aveva sempre un secondo fine, che sfruttava per trarne una sorta di piacere personale.
Sarebbe morto per lui, e il fratello avrebbe ricambiato il gesto, tuttavia era in disaccordo con i suoi intenti e non voleva che gli creasse ulteriori problemi. Namjoon dopotutto, voleva vivere in pace la sua eternità, guardando il mondo che andava a pezzi da solo.

-Sono quasi arrivati alle porte.-

- Molto bene, preparatevi ad accoglierli.-

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Yoongi era un uomo di bassa statura ma che emanava un aure di immensa grandezza a discapito anche del suo aspetto giovanile; differentemente dai suoi fratelli non sorrideva, ne si esponeva nelle faccende politiche, ma senza essere disturbato si divertiva a metterci mano.

-Benvenuti, non serviva che veniste.-

I suoi tre fratelli maggiori lo guardarono un po'stralunati, ma Seokjin abbandonò quell'espressione per correre ad abbracciarlo.

-La situazione è pericolosa, e si potrebbe mettere a rischio la nostra autorità. Vogliamo solo accertarci che la faccenda non sfugga di mano?-

Namjoon aveva un modo tutto suo di reagire a quella preoccupazione, sminuiva il danno e procedeva come aveva programmato, però per quel caso specifico, non pensava avrebbe funzionato.

-Ho tutto sotto controllo.-

-Ah si e quale sarebbe la tua risposta?-

Honseok poteva essere solare e dall'animo giovane, ma era il più responsabile tra i sette. Prendeva seriamente le competenze politiche, e più precisamente ci teneva a tenere alto l'onore ed il rispetto della famiglia.
E sarebbe stato un buon leader se il suo animo non peccasse di sensibilità

Ambrosia | minsung |Where stories live. Discover now