Non è un'arte e non è un merito possedere la capacità di farsi scivolare ogni momento negativo oltre le spalle.
Però è quello che fin dalla prima caduta dei denti Simone e Jacopo hanno appreso.
Le ragioni che in primis hanno spinto i loro genitori ad allontanarli dall'ambiente familiare nell'arco di tempo tra la fine e l'inizio di un nuovo anno scolastico sono stati proprio quei ricordi che non si vogliono lasciare in giovani menti impressionabili.
Dante e Floriana non erano certo una di quelle coppie da cartolina di natale e sorrisi di zucchero.
Litigavano spesso e litigavano tanto.
Maggiormente per il fatto che non si amassero più.
La convinzione del 'lontano dagli occhi, lontano dal cuore' aveva portato i gemelli ad assistere il meno possibile a quelle tempeste che si consumavano nel loro soggiorno per ore interminabili.
Di fatti nel presente i loro genirori sono divorziati e molto, molto più felici e onesti con i loro figli.
Ma in quegli anni i ragazzi si sono calati molto nel ruolo di gnorri, nel fingere che ciò che all'apparenza sembrava perfetto lo fosse anche al di sotto.
E volente o nolente certi atteggiamenti assunti per necessità si tramutano in abitudini, calcificate fin dentro le ossa.
E anche quella relazione clandestina tra i loro amici non può che passare attraverso i due come un evento da affrontare non mostrando le proprie carte.
Il tu non sai che io so.
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"Oi."
Un peso familiare e sconosciuto insieme gli viene senza tante cerimonie scaraventato sulle gambe aperte, mentre il ragazzo che gli è arrivato sprizzante di entusiasmo alle spalle si siede al suo fianco sulla panchina del parchetto.
"Che cos'è questo?"
"Boh Simò, a te che te sembra?"
"Un libro."
"Allora sarà 'n libro, che dici?"
Simone guarda Manuel sbuffando e roteando scenicamente gli occhi.
"E di che parla?"
Manuel ride incurante per il momento dei modi affettati del suo amico.
"Oh a Simò, ma te sei scordato come se legge? Sta scritto dietro de che parla, come sempre." E Manuel si avvicina al ragazzo per tirargli un buffetto appena sotto lo zigomo.
"Va be', poi gli do un'occhiata a casa." Posa il volume sul legno umido, accanto a sé, tra lui e il riccio, quasi a mantenere le distanze, ad ergere una muraglia con il simbolo di qualcosa che li ha più volte legati.
"Simone.. ma perché non me guardi in faccia?"
"Non è vero."
"Cosa non è vero?"
"Che non ti guardo in faccia!"
E nel dirlo il viso lo ruota nella direzione opposta al suo interlocutore.
Osseva un piccione muoversi spaventato allontanarsi da dove il suo sguardo è puntato e sembra far terra bruciata tutt'intorno.
Poi sente il mento racchiuso in una mano di cui il tocco suo malgrado ha immaginato più volte sfiorarlo proprio lì e a quel modo, e le dita aperte dell'altro stringere la pelle e le ossa al di sotto nel condurlo con gli occhi nei propri.
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Mercato rionale S. Giovanni di Dio
FanfictionAu in cui Simone e Manuel si conoscono da bambini in un luogo che ha il sapore esotico di luoghi lontani ma che è casa.