Suo nonno, Ariosto, glielo ripete spesso quel mantra, quel monito.
Nella vita bisogna avere il coraggio di combattere per ciò che si vuole. Che se non te lo vai a prendere il tuo obiettivo continuerà a sfuggirti da sotto il naso.
Che un treno mancato è tale non tanto per i piani in fumo, ma per gli sforzi non compiuti.
Però la paura del rifiuto condiziona più della realtà, delle concrete possibilità.
E allora Jacopo si congela ogni volta.
Ogni volta che si ritrova ad ammirarla a debita distanza quella sua possibile ricompensa.
La felicità.
La vorrebbe con quella persona lì.
Quella che quando è ancora troppo presto e il sole è sorto da poco per combattere la stanchezza si lega i capelli ribelli in uno chignon alto e mostra sicurezza con tanto eyeliner e un paio di cerchi belli vistosi appuntati sui lobi delle orecchie.
La vede sfregarsi in modo convulso le dita affusolate e con le unghie di nero pittate la zona sotto gli occhi.
Si impegna per mettere sù un'espressione sinceramente estatica nonostante lei mattiniera non lo sia mai stata.
I suoi vestiti sono coperti per evitare di macchiarli con le secrezioni rilasciate dal pescato e Jacopo sa che il cuore un poco le piange perché per lei l'abito non fa il monaco ma lo stato d'animo sì.
E più i giorni passano e più crede che il suo momento si avvicini, perennemente in attesa a quella banchina, aspettando di salire in carrozza, su un treno ben preciso.
Così si decide che forse è il momento di parlare con Manuel.
Di chiarire le sue intenzioni senza far soffrire inintenzionalmente nessuno.
E un venerdì pomeriggio di inizio giugno lo chiama e gli comunica questa sua esigenza, quella di aprire il cuore, occhi negli occhi.
Manuel lo raggiunge ad un baretto ai Colli Portuensi dove solitamente è solito vedersi con il gemello di lui, non che ultimamente questo sia successo spesso.
"Ciao Manuel."
Il più grande si siede al contrario sulla sedia, lo schienale premuto sul petto e le gambe lunghe di fronte a sé.
"Se me chiami cor nome pe completo vor dì che la situazione non è tanto leggera."
"Sempre sur pezzo. Te volevo fa sapè una cosa soltanto."
Manuel incrocia le braccia sul bordo della seduta e vi deposita il viso, guardandolo davvero, con estrema serietà.
Lo ha notato Jacopo questo particolare.
Ultimamente Manuel è serio.
Non che non scherzi e non sorrida più con loro.
Solo che non prende più tutto come fosse un gioco e non sminuisce più ogni problema con una frase fatta e che metta a tacere anche se per poco il rumore nella testa di chi forse avrebbe più di tutti il bisogno di espressione.
"Dimmi."
Solo questo esce dalla sua bocca.
"Io.. te la faccio breve, me interessa Chicca, forse da molto prima che interessasse a te e ce vojo provà co lei e non tanto pe provacce, vorrei scoprì se c'è possibilità che er sentimento sia ricambiato. "
Manuel non tradisce una singola emozione nel momento in cui si alza in piedi e senza replicare, lo tira sé e lo stringe in un abbraccio fraterno, con tanto di pacche sulle spalle.
"Era ora Jà!"
"Non sei arrabbiato?"
Manuel lì rompe la tensione con una delle risate più sincere che Jacopo gli abbia sentito rilasciare negli ultimi mesi, cristallina, nata come da una fonte dalle sue labbra e che fa vibrare il petto dell'altro ancora circondato dalle sue braccia.
"Madò Jà, grazie era tanto che non me liberavo così, de core! Te davero non te stavi a fa' avanti pe sto motivo? Con Chicca è finita perché non è mai stato amore. Né da parte sua men che meno da parte mia. Ce lo siamo detti sai?"
"Manuel ma tu m'hai mai amata?"
"Sinceramente Chì, penso de esseme innamorato solo de na persona in vita mia ma non sei tu, mi dispiace."
"De chi?"
"De chi ha fatto bene a prende le sue distanze da me quando ha potuto.
E tu?
Tu mi hai amato Chì?"
"Non penso, se pò amà in fondo quarcuno che sembra sempre calibrare le sue attenzioni e il suo tempo sulla base de 'na terza persona?"
E non ha smesso di pensare un attimo a quella terza persona.
Che di contorno nella sua vita non è affatto.
Che da quando ne fa parte è solo divenuta piena, intensa, una scoperta continua e mai tranquilla.
Che la calma non è mai stata il suo punto forte ma da quando ha cominciato a porsi certe domande scomode non fa altro che muoversi come se all'interno di sé una scarica elettrica corresse dormiente nei suoi vasi sanguigni, una linfa esplosiva che si infiamma come cherosene alla presenza di lui.
"Jacopo tu che ancora puoi, vacce incontro alle cose belle, che a perdesele pe strada ce vo così poco e poi se t'ariggiri il sentiero se cancella e te tocca annà avanti co li rimorsi e sentendoti no stupido, n'Orfeo che se perde ad Euridice."
"Manuel.."
Ma Jacopo non ha il tempo di trattenerlo ancora a sé che il ragazzo gli è già scivolato via.
Lo vede che veloce lascia delle monetine sul tavolino e inforcati un paio d'occhiali da sole sul naso, svanisce.
Si porta la mano destra all'altezza del cuore che non ha smesso un attimo di battere all'impazzata nel sentire l'amico esporre così minuziosamente i suoi stessi sentimenti e li vi trova una curiosa presenza. È umido dove poggiava il volto di Manuel, il ragazzo più temerario che conosce, nel suo abbraccio, ha pianto.
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Mercato rionale S. Giovanni di Dio
FanficAu in cui Simone e Manuel si conoscono da bambini in un luogo che ha il sapore esotico di luoghi lontani ma che è casa.