Lettera 19

12 1 0
                                    

Caro amico,
Oggi ho preso a leggere un libro. (L'ho anche finito).
É bello. Si chiama "il rumore dei tuoi passi". È una storia che onestamente a viverla dal vivo sarebbe stato molto brutto, ma a viverla leggendola sembra bellissima. Il mio personaggio preferito è morto. Che novità. Si perché a me piace leggere,ma sto fatto che i miei personaggi muoiono sempre deve finire.
Comunque non è questo ció di cui ti volevo parlare. Quello di cui ti volevo parlare sono gli adolescenti. Ma tutti sappiamo che l'adolescenza è il periodo in cui la tua vita diventa abbastanza complessa,facendoti diventare un incasinato, un periodo in cui è difficile essere felici completamente e ti scopri incasinato da morire anche se devi dire quattro cose idiote puoi incasinati e non pensi mai la stessa cosa, penso una cosa,il secondo dopo cambi opinione. è una cosa abbastanza irritante e valutata vivere ma poi quando te ne esci ti rendi conto che alla fine era un bel periodo.
Gli adolescenti sono strani, amico.
Gli adolescenti sono strani. Sono più fragili dei bambini, ma sono più forti degli adulti. E l'adolescenza puó essere bellissima,certe volte essere un adolescente ti fa venir voglia di morire.
Tutto sto pensiero filosofico ma anche no mi è venuto mentre il prof parlava dell'adolescenza.
Pensiamo a cosa sarebbe poi questa "Adolescenza" : un Periodo della vita che va dai 13 ai 19 anni, nel quale sei troppo piccolo per fare la metà delle cose e troppo grande per l'altra metà. Un giorno ti senti il re del mondo, e il giorno dopo vorresti solo stare a letto sotto le coperte a piangere, finchè magari quel viso, quei fianchi, quella pancia non migliorano un po'. Iniziano gli amori, e i dolori. Vuoi amare e non sai come si fa', vuoi essere amato e non sai come si fa'. I tuoi genitori non ti comprendono e ti senti al guinzaglio continuamente. Sei tutto e niente insieme. La scuola, la stanchezza perenne e il voler semplicemente dormire. I ritardi a scuola, una volta per l'autobus, una volta per saltare l'interrogazione, gli 8 nei temi, e i 5 nelle espressioni, i compiti, che se la materia ti interessa li fai, altrimenti li copi il giorno dopo. Le ore passate al computer. La moda e la massa. I "non ti capisco". I "sei cambiato". I "ci vediamo domani". Gli arrivederci che diventano addii. E i nuovi incontri. Ma la cosa più strana di tutte, è che prima o poi, tutta questa merda ci mancherà da morire.
E poi gli adolescenti.
Persone stranissime,a detta del prof.
Pensiamo di star vivendo il periodo peggiore della nostra vita, mentre tutti non fanno che ripeterci quanto sia bello avere tredici, sedici, diciannove anni. Abbiamo un corpo che e' nel pieno del suo vigore, ma non ne siamo per niente contenti. Odiamo tutto cio' che ci e' vicino e amiamo tutto cio' che si trova lontano da noi. Ci piace etichettare le persone, ma non sapremmo definire noi stessi. Passiamo meta' del tempo a tentare di distinguerci dalla massa e l'altra meta' a cercare di uniformarci ad essa. Siamo capaci di infischiarcene delle catastrofi naturali, del bullismo e degli assassini a piede libero, ma piangiamo per giorni se non possiamo andare al concerto dei nostri cantanti preferiti. Siamo convinti che nessuno possa capirci, ma probabilmente ne sarebbe in grado chiunque se solo volessimo davvero raccontarci. Ci piace andare in discoteca, spostarci in motorino, bere e fumare per sentirci appena un po' piu' grandi, appena un po' piu' trasgressivi e per lasciarci credere di poterci distinguere. Ci piace leggere, soprattutto storie che rispecchiano la nostra o che rappresentano quella che vorremmo, ma non siamo disposti ad ammetterlo perche' temiamo di essere etichettati come «secchioni», «sfigati» o «emarginati sociali». Amiamo ripetere che la musica ci ha salvati e che non potremmo vivere senza, ma ci limitiamo ad ascoltare le solite venti canzoni a ripetizione e a cantare sotto la doccia o in macchina. Questo per noi significa vivere in funzione della musica. Tuttavia non sapremmo davvero fare a meno delle nostre cuffie. Ci evitano cosi' tante situazioni difficili come, ad esempio, parlare con le persone! La comunicazione manca. Abbiamo le e-mail, Facebook, Twitter, Ask.fm, Tumblr, Whatsapp, Keek, Skype, Viber, Line, WeChat, gli sms gratis e magari - perche' no?- anche le chiamate illimitate, ma non sappiamo piu' comunicare. Tantomeno ascoltare. Siamo immaturi, insicuri, irrispettosi, irascibili, ignoranti e maleducati. Un giorno odiamo i nostri genitori, il giorno dopo non vorremmo vedere nessun altro e non ci rendiamo neanche conto di quanto sia difficile per loro sopportare i nostri sbalzi d'umore e il nostro sarcasmo. Non siamo mai contenti. Quando siamo fuori casa vogliamo rientrare, quando siamo a casa vogliamo uscire. Non siamo mai contenti, e se lo siamo non dura mai piu' di qualche ora. Vorremmo cambiarci, ma non sappiamo come si fa. Allora vorremmo scusarci per essere così fastidiosi, ma ci sembra ancora piu' difficile. Non abbiamo ne' l'ingenuita' dei bambini ne' la maturita' degli adulti perche' non siamo ne' gli uni ne' gli altri, anche se a volte sembra il contrario. Sogniamo Londra, gli Stati Uniti, Parigi sotto la pioggia, ma non siamo abbastanza forti da allontanarci da casa per piu' di qualche settimana senza sentire il bisogno di tornarci. Amiamo le felpe ampie, i cappucci, gli occhiali da sole e qualunque cosa possa nasconderci, ma allo stesso tempo chiediamo solo di essere notati. Idolatriamo musicisti, atelti, attori, ma non riusciamo ad accettare noi stessi. Siamo freddi, scostanti e menefreghisti, ma dentro, dentro siamo ipersensibili e fragilissimi. Facciamo i duri, ma abbiamo bisogno di tutto l'affetto che riusciamo a racimolare e non ci basta neanche mai. Abbiamo un debole per i nonni, con quella loro premura e quella voglia di viziarci che ci fanno piacere a tre anni come a venti. Gli amici sono i nostri confidenti e consiglieri, ma spesso sono confusi quanto e piu' di noi stessi. In ogni caso, a nessuno raccontiamo proprio tutto. Qualcosa ce lo teniamo sempre dentro e prima o poi lo sfoghiamo piangendo. La notte sotto le coperte, al buio, prima di dormire, piangiamo in silenzio e la mattina dopo ripartiamo, un po' stanchi ma piu' sereni. Non vorremmo far altro che mangiare, ma ci limitiamo per paura di ingrassare e non piacere a nessuno. Pensiamo comunque che nessuno ci apprezzi, ma continuiamo ad augurarci il contrario. Camminiamo a passo svelto e con lo sguardo fisso davanti a noi per nascondere l'insicurezza, ma non crediamo realmente di riuscirci. Siamo il piu' grande esempio di contraddizione della storia dell'umanita'; lo dimostriamo perfettamente quando chiediamo coerenza agli altri. Eppure siamo fatti cosi', prendere o lasciare. E, per favore, non lasciateci.

Tutte le piccole luciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora