Chapter five - I promise you.

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Ed era ancora tra le mie braccia, qualche lacrima bagnò la mia schiena, mentre anche io piangevo, sembravamo due stupidi, eravamo due stupidi. «Harry..» Mi sussurrò a un orecchio e milioni di brividi mi scossero.

«Non so quanto potrò vivere..» Mi disse, ma lo interruppi. «Non dire sciocchezze!» Dissi.

«No, senti ascolta..» Disse allora tremante. «Lasciami parlare..» Allora non lo interruppi. «Se io non dovessi farcela..» Feci per controbattere ma mi bloccò mettendomi una mano sulla bocca.

«Promettimi che continuerai a vivere..» Disse, il tono distrutto, gli occhi pieni di lacrime. «Promettimi che ti farai una famiglia..» Continuò. «E che avrai tanti bei bambini..» Sussurrò.

«Io odio i bambini!» Controbattei e lui mi diede un buffetto sulla guancia. «Promettimelo!» Quasi me lo ordinò. «Te lo prometto!»

Ed eravamo andati a scuola, gli occhi rossi e gonfi di Louis mi fecero dedurre che non stesse affatto bene; comunque prima di entrare nella sua classe, mi aveva guardato e sorriso, mi stupì la forza di quel ragazzo.

Louis era davvero troppo forte, ma io ero debole, debole per sopportare una perdita, e non sapevo se sarei riuscito a mantenere la promessa che avevo fatto.

La verità era che ora come ora non riuscivo ad immaginare la ma vita senza di Louis, era davvero diventato troppo importante.

Entrai nella mia classe sedendomi in uno dei primi banchi mentre i ragazzi dietro mi lanciavano delle palline di carta e mi insultavano.

«Gay!» Disse il primo, quello biondo, Mark. Era mio amico una volta, ma si sa, ti sono tutti amici quando sei popolare.

«Com'è prenderlo, Harry?» Serrai i pugni e la mascella mentre la professoressa entrava in classe, ma non demorsero e continuarono ad insultarmi.

«Ti piace succhiare?» Iniziò il secondo castano. «Succhia questo!» Mi indicò il suo pene, mentre io non ci vedevo più dalla rabbia, mi alzavo e gli mollavo un pugno sul naso.

«C-cosa fai?» Si difese il ragazzo.

«Femminuccia..» Se ne uscì il biondo, mentre io colpivo anche lui, sotto lo sguardo della professoressa. «Styles, Tyler, Felton, in presidenza!»

«Styles cos'hai da dire in tua difesa?» La voce della preside risuonava squillante nelle mie orecchie. «Niente..» Dissi rassegnato, era la decima volta che le dicevo che mi avevano insultato pesantemente, ma lei aveva insistito per sapere gli insulti e io ero stato zitto.

«Bene allora non ci sono dubbi..» Disse.

«Verrai sospeso!» Disse e io feci un verso di disappunto quanto poteva essere cattiva? «Ma preside!» La richiamai. «Niente ma, Styles.» Disse. «Questa volta hai proprio esagerato!»

E uscito dalla presidenza, mi ritrovai Louis davanti, le braccia incrociate e uno sguardo afflitto. Mi guardò mentre era poggiato messo di lato al muro, e scostandosi da lì si avvicinò a me. «Cosa è successo?» Disse, il tono preoccupato.

«Niente!» Controbattei arrabbiato.

Mi guardò basito, mentre lo sorpassavo, non avevo voglia di parlarne con nessuno, e poi lui che ci faceva lì? Le voci correvano così in fretta?

Ed ero a casa, avevo acceso la televisione e stavo facendo zapping con il telecomando, ero stato sospeso, il che voleva dire che sarei dovuto rimanere a casa per un bel po', circa una settimana.

Someday maybe. || Larry Stylinson. [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora