Chapter nineteen - Take me home.

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Mi vesto velocemente, scendo non salutando nessuno e salgo sul mio motorino, raggiungendo l'ospedale.

Quando ci arrivo, chiedo di Louis a un'infermiera, mi dice che la sua stanza è la n° 300, e io la raggiungo salendo velocemente le scale.

Quando ci arrivo nella sala d'aspetto ci sono il biondino e Liam. Niall si avvicina e mi prende per le spalle.

«Harry devi stare calmo..» Mi dice. «Calmo un corno!» Urlo, Niall mi scuote, lo scosto. «Devo andare dal mio ragazzo.» Dico, Niall mi blocca. «Louis non voleva tu venissi a saperlo.»

Mi dice, io lo scanso e poi mi volto verso di lui. «Perché?» Gli chiedo, dissente. «Non lo so, probabilmente non voleva farsi vedere così debole..»

Se ne esce.

«Ho bisogno di vederlo, Niall!» Lo imploro, mi sorride. «Vai, ma non dirgli che ti ho chiamato io.» Dice.

Raggiungo la stanza di Louis e lui è lì, lo sguardo rivolto in cielo in lacrime. Mi avvicino piano. Louis non mi guarda, continua a piangere, e presto anche io sono in lacrime, mi siedo in silenzio vicino al suo letto.

«Har-..» Sussurra, poi tossisce, e poi continua  a piangere. «Non ce la farò.» Dice, dissento e piango più forte. «Te ne sei reso conto anche tu, eh?» Chiede, poi piange istericamente, non posso sopportarlo.

Lo abbraccio, mi stringe. «Ti amo Harry.» Dice, e io piango. «Ho paura Harry..» Dice, continuo a stringerlo.

«Ho paura di non vederti più.» Se ne esce. «Di non sentirti più.» Dice. «Com'è quando sei morto?»

Dissento, non lo so. «Io voglio restare con te per sempre.» Dice. «Non è giusto.» Dico, annuisce.

«Niente è giusto, Harry.» Dice tra le lacrime. «La vita non è giusta.» Continua. «La morte, non è giusta.»

Se ne esce. «Amarci non è giusto.» Dissento. «E' l'unica cosa giusta nella mia vita.» Ammetto, sorride.

«Harry..» Sussurra. «E' stato Niall a chiamarti?» Chiede, dissento. «Bugiardo!» Sorride.

Non me lo so spiegare io.

I giorni che seguirono a quello, li passai con Louis in ospedale, non mangiavo molto e dormivo poco, Louis durante la notte aveva delle crisi e finiva per andare a vomitare, i dottori non sapevano più cosa fare, i medicinali non stavano avendo l'effetto desiderato e Louis sembrava rispondere male a tutte le chemioterapie, radioterapie e tutta quella roba di cui ancora niente comprendo.

Non mi so spiegare quello che successe in quei giorni, ma Louis non ne poteva più e neanche io, i medici non ci lasciavano tornare  a casa, e Louis stava perdendo la pazienza. E io non ero da meno.

Louis diceva di voler tornare a casa, di voler passare i suoi ultimi mesi, settimane, giorni con me. Diceva che voleva ancora toccarmi, diceva che voleva fare l'amore con me fino allo stremo.

Ma io sapevo che se saremmo usciti di lì, tutto quello che avrei potuto vedere era vederlo morire giorno dopo giorno, senza poter fare niente per evitarlo.

E io cosa volevo, passare quei giorni in ospedale con Louis? O passarli a casa con lui? La verità era che non lo sapevo, io volevo Louis con me sempre.

Nel bene e nel male, finché morte non ci separi, il problema era che quella morte, era troppo ma troppo vicina, ma di quei tempi neanche me ne rendevo conto.

Caro diario,

vorrei tanto scriverti che le cure stanno facendo i loro effetti, vorrei tanto scriverti che Louis ora sta meglio. Vorrei tanto scriverti queste cose, ma non posso, perché tutto va peggiorando e niente va migliorando.

Someday maybe. || Larry Stylinson. [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora