Solo con gli occhi di Jo

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Joanne



Mia madre stava appendendo una pallina all'albero di Natale. Quando le dissi che io e Jade stavamo pensando di avere un figlio, la pallina in questione finì sul pavimento in marmo della sua villa a Georgetown, andando in mille pezzi. Trasalimmo entrambe. Lei si chinò e con due dita ne prese un pezzettino. Sì voltò mostrandomelo.


< Aveva quasi cinquant'anni. Era di tua nonna...> sospirò.


< Mi spiace. Ma hai capito cosa ti ho detto?>


Margot Grey arricciò il naso.


< Oh Joanne certo.>


< In realtà non c'è nulla di ufficiale. Ne stiamo parlando. L'idea è partita da me, e Jade si è convinta da poco.>


Mia madre annuì. Aveva accettato senza quasi battere ciglio il mio coming out, arrivato dopo il nostro riavvicinamento a seguito di una lontananza di quattro anni dovuta al fatto che mio padre mi avesse letteralmente cacciata di casa, dato che io avevo deciso di fare della musica la mia vita. Lui non aveva mai potuto perdonarmi di non essere andata all'università per intraprendere una carriera "seria e reale", tipo lui o mia madre, che erano giudice e avvocato. Così mi ero allontanata dalla loro esistenza asfissiante, per vivere a pieni polmoni la mia. Mio padre si era gravemente ammalato poco tempo dopo la mia ascesa nel panorama pop, e lei era venuta a cercarmi per un ultimo disperato tentativo di farci riappacificare. Il giudice Grey però, tenendo fede al suo caratteraccio e al suo orgoglio, era entrato in coma il giorno che io avevo deciso di andare da lui. Ma mi aveva aspettata, prima di togliere il disturbo.


< Ponderate bene questa cosa. Non prendete decisioni affrettate sull'onda dell'entusiasmo. Un figlio è una grande responsabilità e soprattutto...beh...> si bloccò. Andò verso il mobile bar e si preparò un drink. Io la seguii con lo sguardo.


< Soprattutto perché siamo una coppia


Lesbica?>


Mi affrettai a precisare con una punta di sarcasmo. Lei scrollò la testa.


< Non credo di doverti ricordare le difficoltà che tu e Jade avete avuto per stare insieme. E penso anche che tu sappia quante di più ne avrete con un figlio.>


Mi avvicinai e le presi dalle mani il bicchiere.


< Tu e Chef avete più cose in comune di quanto immaginassi. Ora capisco perché andate d'accordo. Comunque stiamo ponderando tutto il ponderabile...e lunedì, subito dopo Natale, abbiamo appuntamento alla Biomater clinic qui a New York.>


Mia madre mi puntò addosso i suoi occhi così simili ai miei. Erano lucidi e accusatori. Buttai giù in un sorso il drink.


< Perciò non ne state semplicemente parlando. Voi siete già a questo punto!>


< Mamma, per l'amor di Dio ora mi dici perché hai accettato la mia relazione gay serenamente e ora invece sei così contraria che io abbia un bambino? Pensavo...speravo... che mi avresti abbracciata e detto che mi saresti stata vicina in questo percorso.> dissi alzando la voce anche se non volevo risultare aggressiva. Ma davvero quella non era la reazione che mi ero aspettata da lei. La volevo dalla mia parte. E ora mi stavo rendendo conto quanto mi servisse il suo appoggio.


Lei sospirò. Poi si avvicinò e mi spostò i capelli dalla fronte. Sorrise.


< È solo apprensione la mia. Tesoro, probabilmente sarei stata così anche se tu fossi stata sposata con un uomo. Diventare madri è un dono enorme, ma anche una responsabilità altrettanto grande. E soprattutto non voglio vederti soffrire.>

Color inside the Grey    La voce del cuore IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora