Jade
Stavo leggendo su Google come la cicogna porta i bambini alle coppie gay. Volevo informarmi il più possibile affinché potessi prendere una decisione che sapevo mi avrebbe stravolto la vita. Una cosa era certa: se potevo evitarlo, non sarei stata io a farmi mettere incinta e a partorire. Quella era una cosa "da Joanne", e visto che aveva sollevato l'argomento davo per scontato che il pancione lo avrebbe portato divinamente lei. Io non ero neppure sicura di avere un istinto materno.
Sentii miagolare Magoo, il nostro gatto, e poi la voce della mia bionda mogliettina che annunciava di essere rientrata.
< Chef? Non hai già preparato il pranzo vero?> disse piombandomi addosso sul divano. Mi stampò un bacio sulle labbra, sdraiandosi letteralmente sopra di me. Indossava un paio di jeans neri con due buchi sulle ginocchia e un maglioncino attillato corallo con scollo a V, in cui i miei occhi si puntarono.
< No-nooo.> Mugugnai, affondando il naso nell'incavo dei suoi seni. Joanne ridacchiò.
< Bene. Allora ti invito fuori...ho finito presto oggi.> Annunciò alzandosi. Mi afferrò le mani per tirarmi in piedi. Protestai. Preferivo di gran lunga rimanere lì, a mangiarmi lei.
<Per forza?> Tentai di ribattere, ma Joanne sospirò sonoramente.
< Cristo Jade che pigra! Muovi il culo.> Mi strappò il telefono dalla mano e mentre lo stava per buttare sul tavolino la vidi stringere gli occhi. Rimase a fissare il display, poi mi guardò con un grosso punto interrogativo dipinto in faccia.
< Ero semplicemente curiosa.> dissi, alzando le spalle.
< Ti volevo parlare proprio di questo. E spiegarti...capisco che ti ho lasciata un po' turbata l'altro giorno. Mi dispiace.>
< No, è che mi hai preso alla sprovvista. Davvero non immaginavo che tu desiderassi un figlio. >
Joanne si sedette sul divano e io la imitai. Ero sempre in balìa dei suoi gesti, del suo umore, della sua personalità. A volte mi sembrava di non averne più una mia. E anche se sapevo che non era normale essere così dipendente da lei, non potevo farne a meno.
< Lo so. E se non te la senti possiamo rimandare a tra un anno o due. Davvero Chef...puoi rifletterci quanto vuoi. Non mi è tutto dovuto subito. Cerca di pensare un po' anche a te prima che a me e alle mie esigenze.> mi disse prendendomi il mento tra le dita. Volevo che mi baciasse, ma invece mi mollò lì e andò a versarsi da bere. Sospirai.
< Sei mia moglie Poppy, la mia priorità è farti stare bene. E se stai bene tu e sei felice lo sono anche io. Ogni cosa che faccio per te è come se la facessi per me. Credevo che ormai lo sapessi questo.> Ribattei mentre la guardavo prepararsi un drink. Era sexy da morire. E io stavo impazzendo. Le avrei dato tutto quello che desiderava, anche l'impossibile. Perché lei mi aveva dato quello che per me era il tutto: se stessa. Ogni tanto mi capitava di rivivere il momento in cui avevo capito di piacerle. L'attimo esatto impresso a fuoco nella mia anima, compreso di odori e sapori. Il profumo di zenzero della sua pelle mentre stava seduta vicino a me sul divano dell'attico a New York, quello del pinot grigio sulle sue labbra umide appoggiate all'improvviso sulle mie, la sensazione paradisiaca della sua lingua attorno alla mia. E la sua mano che trascinava quella praticamente paralizzata di una Jade incredula, lungo la sua coscia. Il brivido di desiderio che le avevo sentito percorrere il corpo, mentre infilavo il dito sotto le mutandine di pizzo nero, e la mia totale perdita di sanità mentale nel sentirle sussurrare con la voce roca: Andiamo di sopra...
< A cosa stai pensando Chef?> mi chiese inclinando la testa e sollevando un sopracciglio.
Sogghignai. E lei capì.

STAI LEGGENDO
Color inside the Grey La voce del cuore II
RomanceJoanne e Jade Grey Zander sono sposate da pochi mesi, finalmente libere di amarsi alla luce del sole. Joanne ha rinunciato ad una brillante carriera da popstar per amore della sua "Chef" facendo coming out, e adesso cerca di riemergere nel panorama...