Rivelazioni e scoperte

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Joanne



L'aria tiepida della California mi sfiorava il viso attraverso il finestrino della mia Mercedes. Guidava Julius, come ai vecchi tempi, e Bob era seduto dietro con il suo cellulare perennemente tra le mani. La villa di Danielle apparve dopo una curva, in East Hollywood.


<< È qui.>> avvertii Juls. Lui frenò dolcemente, accostando. Disse che sarebbe rimasto in auto, come aveva sempre fatto. Ma lo ribadiva ogni volta, una sorta di mantra rassicurante per lui e per me.


Danielle ci stava aspettando nello studio. Conoscevo la strada e non ci fu bisogno di suonare il campanello. Appena aprii la porta, Biscuit mi trotterellò incontro abbaiando la sua felicità.


<< Ciao puzzino!>> lo presi in braccio e lui mi leccò mezza faccia, grufolando nel modo tipico dei bulldog francesi.


<< Jo-Jo! Tesoro, bentornata.
Come stai?>>


Sorrisi a Danielle, cercando di apparire serena e tranquilla. Ma non lo ero affatto.


<< Meglio, grazie.>>


<< Benvenuto Bob. Mi fa molto piacere conoscerti di persona finalmente. Posso offrirti un vero caffè?>> e senza aspettare la risposta, Dani si apprestò ad andare verso la sua macchina per l'espresso italiano. Guardai Bob e gli strizzai l'occhio.


<< Ti conviene accettare e, mi raccomando...dille che è il miglior caffè che tua abbia mai bevuto in tutta la tua vita.>> gli mormorai poi sottovoce. Lui arricciò il naso a patata, non molto convinto. Ma quando sorseggiò la bevanda in una tazzina in porcellana di Capodimonte, socchiuse gli occhi e emise un grugnito di sincera soddisfazione.


<< Ottimo!>> esclamò, leccandosi le labbra.


<<Allora mia cara, sentiamo. Cosa vuoi cambiare di Color inside the Grey?>>


La guardai sbattendo le ciglia.


<< Come lo sai?>> chiesi, voltandomi verso Bob che alzò le mani e scrollò la testa in segno di diniego.


Danielle mi si avvicinò con il suo profumo speziato e il suo sorriso. Mi prese le mani.


<< Faccio questo lavoro da oltre venticinque anni Jo-Jo. Negli ultimi periodi non ti sentivo entusiasta, e ho capito che c'era qualcosa che non ti faceva del tutto felice in questo progetto. Aspettavo solo che ti decidessi a capirlo tu stessa.>> Mi confidò senza smettere di tenermi le mani. Rimarcava ogni parola dandomi delle scrollate vigorose.


<< Quello che è successo a New York mi ha aperto gli occhi. E mi sono resa conto che non posso sprecare tempo ed energie per un qualcosa che non sento mio del tutto. Non fraintendermi Dani, tu mi hai preso per i capelli e tirata fuori dalla palude dove stavo annegando con i miei sogni, ma ecco...>>


<< Tu rivuoi Grigio Jo. E lo capisco. Ti è stata strappata ingiustamente all'apice del successo e ora è difficile essere semplicemente te stessa per raccontare ciò che hai dentro. Lei era il tuo alter ego perfetto, il tramite tra la te stessa interiore e la musica e tra la tua musica e il pubblico.>>


Mi sfuggì un lungo singhiozzo. Non volevo piangere, ma Danielle mi tirò a sé e io esplosi. Piansi per dieci lunghi minuti, e in quel pianto c'era un po' tutto: il lutto per Grigio, la rabbia per l'ingiustizia subìta, lo spavento e la paura che avevo represso per il rischio che io, ma soprattutto Jade, avevamo corso per colpa di una pazza che però mi aveva inconsapevolmente anche aperto gli occhi.


<< Facciamo così tesoro ...ora tu ti prendi un po' di tempo. Rifletti su cosa desideri veramente in questo momento. Almeno finché Jade non si sarà ripresa e potrete tornare in California.>> mi sussurrò Dani spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Poi mi porse un fazzoletto di carta e io soffiai il naso.


<< Materiale ne hai mi sembra, no?>> disse Bob all'improvviso, dopo essere stato in disparte e zitto per tutto il tempo del mio sfogo.


Io lo guardai annuendo.


<< Mi ricordo che alla fine del primo tour d'esordio di Grigio, mi dicesti che avevi già pronte le canzoni per il secondo album...>> continuò.


<<...Sì, e tu mi avevi risposto che la KR voleva sfruttare ancora Totally Grey e che era presto per il secondo. Per fortuna...altrimenti avrei potuto perdere anche quelle canzoni.>> sospirai, accucciandomi a grattare la testolina di Biscuit che mi gironzolava attorno alle gambe, per rassicurarlo che stavo bene. Mi leccò una guancia. Mentre piangevo era corso fuori dalla sua cuccia e aveva iniziato a guaire.


<< Bene. Potresti inviarmele? Ovviamente se decidi di proseguire con me.>> aggiunse Danielle.


<< Gesù Dani, certo che voglio proseguire con te! Condividiamo l'etichetta discografica e tu sei la migliore produttrice che io conosca. Capisco che il pop che facevo con la KR non è proprio nelle tue corde, ma sono certa che troveremo il giusto compromesso. Sono io che spero tu decida di non abbandonarmi.>>


Danielle scoccò le labbra.


<< Sarei un'idiota se lo facessi.>>



Jade



Max Burnes non era il tipico investigatore privato dei film. Era un ometto insignificante più basso di me, con una zazzera di capelli sale e pepe arruffati e l'espressione malinconica. Però sapeva il fatto suo. Ed era in gamba.


In quel momento stava raccontando a me e Margot, che non gli ci era voluto molto per scoprire tramite le due prenotazioni fatte al Fandango, che il numero di cellulare da cui Alexia aveva chiamato, era registrato come "aziendale"


<< La ragazza non ha usato il suo per ovvie ragioni, e in questo devo dire che ci vedo dietro un'accurata attenzione ai dettagli e al cercare di non lasciare troppe tracce. Quindi è intelligente la nostra amica.>>


<< Di quale azienda stiamo parlando?>> Chiese mia suocera, incalzandolo.


Lui si tolse un pacchetto di Marlboro dalla tasca del giubbotto e mi guardò chiedendomi con lo sguardo se potesse fumare in casa. Non mi piaceva l'idea, e a malapena tolleravo le volte che lo faceva Joanne, ma annuii desiderosa che si sbrigasse a parlare.


<< Vi dice niente la Kingdom Records?>> Disse dopo aver aspirato profondamente la sigaretta. Sbuffo il fumo di lato assieme a quelle parole, mentre io e Margot ci scambiavamo un'occhiata.


<< È la ex casa discografica di mia figlia.>>


<< Già. Il cellulare in questione appartiene a loro. Dunque la Ford, o come si chiama davvero, ha a che fare con la KR oppure con qualcuno che fa parte dello staff. Ora avrei bisogno di una fotografia...ho chiesto al Fandango se avessero scatti delle serate di Joanne, ma in quelli che hanno pubblicato sui loro social non appare purtroppo. Voi ne avete?>>


Cercai di ricordare se ne avessi fatte, ma di solito si occupava Paul di quell'incombenza. Lui poi le girava a Jo che sceglieva le migliori per aggiornare la sua pagina Instagram.


<< Io no, ma il nostro amico Paul dovrebbe averne fatte un po'. Posso provare a chiedere.>> dissi, continuando a pensare al fatto che Alexia e la KR sembravano avere un collegamento.


<< Bene. Mi faccia sapere al più presto.>> Burnes spense la sigaretta nel posacenere e si congedò così, senza troppi convenevoli, lasciando me e Margot a fissare la porta da cui era uscito per almeno due minuti. Basite a dir poco.


<< Quei bastardi! >> gridai improvvisamente, sentendo la rabbia montarmi dentro.


<< Jade, aspetta, non possiamo ancora dire che loro siano coinvolti. Può anche darsi che la ragazza lavori semplicemente lì.>>cercò di tranquillizzarmi Margot, appoggiandomi una mano sul braccio sano. E in effetti poteva anche avere ragione.


<< Anche perché non vedo il motivo di volervi fare del male adesso. Hanno tutto in mano loro. Cosa ci guadagnerebbe la KR se succedesse qualcosa a te e a Joanne?>>


Non lo sapevo. Ma da Alec Powell c'era da aspettarsi di tutto. E io dovevo scoprirlo al più presto.


Color inside the Grey    La voce del cuore IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora