22. Insieme

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22. Insieme

"Mamma"! Urlo con tutta la forza che ho in corpo. "Mamma, Nix non c'è più"!
Cammino a grandi falcate per tutta la mia stanza, passando poi al bagno, al salotto. Metto sotto indagine tutta la cucina e poi il giardino. La testa mi pulsa, non riesco a essere lucida. Come può essere accaduto? La maniacalità con cui controllo che la sua gabbietta sia sempre sigillata a dovere mi fa pensare che la sua scomparsa non sia casuale. Ma perché qualcuno avrebbe dovuto prenderla?

Magari mi sto costruendo come al solito i miei castelli mentali... ok, ripercorriamo:
Stamattima mi sono svegliata; ho controllato che Nix avesse l'acqua, ho fatto colazione con lei , poi sono uscita con Tancredi e Lele a prendere un caffè. Mi ricordo uno scambio di battute in particolare:

"Frigerio non si è ancora fatto vivo"?
"No e non lo farà mai"....
"Sí , come no. Fidati".

Quei due se la ridevano fin troppo ma di allusioni al coniglio non ne avevano fatte, quindi non ho prove! Accidenti, la frustrazione e la disperazione si annidano sempre di più nel mio petto e volano intorno al mio cuore. Questo sicuramente non mi aiuta a ragionare lucidamente!
Riproviamo... dopo l'appuntamento mi ero incamminata nuovamente verso casa, pronta a una lunga sessione di sonno, dato che oggi è domenica e devo recuperare tutto quello perduto dietro a quella piattola. Ma non c'ero riuscita: al mio ritorno ho trovato, a sopresa, una persona che sicuramente riconoscerete dal suo linguaggio tipico:

" Ma ce sei nata così scema o ce sei diventata? Nun te ricordi che dovevamo vedesse stamattina"?
"Ehm, in verità"...
"Va bè, shalla, mo so' quà. Annamo in camera"?

Avevamo assecondato la sua richiesta ed eravamo subito salite al piano superiore, dicendo io addio al mio sonnellino. Avevamo parlato di tante cose, talmente tante che non saprei ricordarne nessuna, così di getto. Ma quello che mi ricordo vividamente fu la strana chiamata ricevuta da Gabriele mentre stavo con la sua ragazza. Vedendo il suo nome sul telefono, lo avevo riferito alla romana. Lei aveva fatto spallucce, invitandomi a rispondere. Così avevo deciso di dileguarmi dalla stanza. Avevo premuto il bottone verde e la voce di Gabriele mi era parsa di un tono più alto del normale:

"Hey Lea"!
"Gabriele, tutto ok? Ti sento strano"...
"Ho bisogno di una mano".
"Riguardo cosa precisamente"?
"Giulia. Non le piacciono"...
"Non le piacciono. Grazie per l'accuratezza della descrizione".
"Non le piacciono... i peli che ho sul petto".

C'era stato un momento di teso silenzio e poi:
"AHAHAHAHAHAHAHAHA e io che dovrei farci"?
"Lei me li vuole far togliere ma non ho voglia di farmi torturare e farmi spargere cera bollente sui peli del petto che poi mi saranno sradicati brutalmente da un'estetista tailandese isterica".
"Lo sai che esiste pure il rasoio cuore"?
"Giusto, non ci avevo pensato! Grazie Lea, te se ama"!

E aveva attaccato. Non facendomi domande di cui sarei potuta pentirmi riguardo questa conversazione, ero ritornata da Giulia che intanto aveva aperto la finestra perché...

Aspetta.
La finestra!
E se...
oh no.

Mi precipito in giardino, in prossimità della finestra della mia camera, pensando al peggio. Col cuore accellerato scosto l'erba, centimetro per centimentro. Ma di lei nessuna traccia. Non so se sentirmi sollevata che non sia morta cadendo dalla finestra o ancora più angosciata.
La cerco, ovunque: per tutto il quartiere, in ogni vicolo e in ogni giardino. Ma continuo a non trovarla.

Sono assolutamente fottuta. Come faró a dirlo ai miei, che ora le vogliono bene come gliene voglio io? E ancora peggio... A Esteban. Se sapesse che mi è scaooata avrebbe un'altra soddisfazione. Non mi umilieró in questo modo. La riporteró a casa, fosse l'ultima cosa che faccio.

Ghiaccioli // Esteban Frigerio//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora