CAPITOLO 4

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Capitolo 4


La paura non ha mai portato nessuno alla vetta.
Publilio Siro


Sul finire delle feste, dopo aver salutato Linda e i signori Lewis che tornarono rispettivamente a Parigi e nel Kent, Rhea partì con suo padre per il fatidico pranzo di Natale.
Un pranzo che fu un supplizio.
Se da una parte era felice di rivedere Jack dopo mesi di lontananza, dall’altra non vedeva l’ora di tornare ad Hogwarts dai suoi amici.
Marianne Miller, la fidanzata di Jack, era una giovane donna dal fisico androgino, le labbra sottili e i lunghi capelli biondi perennemente legati in uno chignon, l'esatto opposto di Linda che era sempre molto femminile e attenta quando si trattava del look.
«Allora come sta andando a scuola?» domandò Jack, servendosi una porzione verdura stufata.
«Bene, papà. Ho qualche problema con le visioni, ma nulla di cui preoccuparsi...»
«Visioni? Sei una veggente?» Le aveva chiesto Marianne incredula, guadagnandosi da Rhea un'occhiata infastidita.
«Sì. Direi più o meno da sempre. Papà te lo avrà sicuramente accennato».
Jack rivolse un sorriso imbarazzato a sua figlia e recuperò l'anatra all'arancia con un colpo di bacchetta, posta vicino ai vini, al lato opposto della tavola imbandita di leccornie.
«Ma certo, bimba. Marianne lavora sempre troppo e lo avrà dimenticato. Piuttosto...» le disse, osservandola attraverso gli occhi nocciola identici ai suoi, «tu e il figlio di Lily eravate molto carini al ballo».
Rhea arrossì leggermente e guardò suo padre sgomenta.
«Abbiamo solo ballato, papà».
«Lo so. Sta tranquilla, se è come James è un tipo a posto. Eravamo molto amici io e suo padre».
Marianne la guardò con un sorriso. «Jack mi ha detto che eri splendida quella sera, Rajia. So che la tua mamma è una stilista».
«Rhea. E non è una stilista, lavora come giornalista per Élégance Folle. Di moda se ne intende abbastanza da poterti dare qualche consiglio».
Incapace di replicare, Marianne la guardò basita e indignata allo stesso tempo.
Inutile manico di scopa, pensò seccata Rhea.
A quel punto, scoppiando in una risata nervosa e oltremodo imbarazzata, Jack stappò dello spumante.
«Va bene, signore, va bene. Champagne?»
«Non ho più fame. Scusate».
Rhea si alzò da tavola e raggiunse la sua stanza, composta da una scrivania e un letto singolo, e si sedette sulla sedia con la testa tra le mani.
Se ne fosse stata capace, si sarebbe smaterializzata immediatamente per raggiungere sua madre a Parigi. Avrebbe voluto essere ovunque tranne che in quella casa.
Poco più tardi, Jack entrò in camera con un’espressione dispiaciuta.
«Marianne non ti piace proprio, eh?»
Rhea alzò la testa dalla scrivania, sulla quale si era addormentata tentando di scrivere una lettera d’aiuto a Linda, e sbuffò esasperata.
«Papà, ma dove cavolo l’hai trovata?»
«Rhea…» le disse ammonitore, e lei si trattenne dal continuare a dire cattiverie. Anche se Marianne le aveva fatto una pessima impressione, in qualche modo rendeva felice suo padre e lei non voleva rovinare le cose tra loro.
«Scusami, ok? Mi dispiace di averle risposto in quel modo».
Jack le sorrise magnanimo e le baciò la fronte amorevole.
«Non è a me che devi chiedere scusa, bimba. Marianne è ancora giù in salotto e le farebbe piacere chiacchierare un po’ con te. Pensi di poter resistere ancora per oggi?».
Rhea sospirò. L’idea di dover interagire forzatamente con quella donna le pesava, ma per quel giorno avrebbe sopportato in silenzio e con il sorriso.

L’indomani, dopo aver salutato Jack e Marianne alla stazione di King's Cross, Rhea raggiunse Linda e zio Abraham a villa Nott. La situazione, suo malgrado, non fu migliore di quella trascorsa tra le mura della sontuosa villa di Jack.
Linda l'aveva sottoposta a un interminabile interrogatorio su Marianne, e Theodor non aveva fatto altro che esprimere il suo disappunto sul valzer che aveva ballato al Ballo del Ceppo con Harry.
L'unico che la fece sentire a proprio agio fu zio Abraham, che come sempre le fu complice e la tirò fuori da tutte le conversazioni imbarazzanti raccontando aneddoti di quando era ragazzo.

Destined -The Hogwarts Saga Book one. The OriginDove le storie prendono vita. Scoprilo ora