WILLCredo di aver sempre avuto il sonno leggero. Ovviamente, è stata una delle cose che avrei volentieri ceduto a qualcun altro. Siccome non è possibile, ci ho fatto l'abitudine, come a tutto il resto che ne conseguiva. Infatti, svegliarmi nel cuore della notte non l'ho mai trovato strano, piuttosto che una quotidiana tappa da raggiungere e da sfruttare nel miglior modo. Ogni rumore —da qualcuno che scende in cucina a bere al gufo che fa un verso troppo forte— si infiltra nella mia barriera del sonno, rendendomi consapevole di quello che mi accade intorno.
I colleghi di tirocinio le chiamano "reminiscenze da medico", alludendo al fatto che questi dormono pochissimo e possono essere svegliati in qualsiasi momento per precipitarsi ad aiutare qualcuno. Dicono che "il dolore non ha un interruttore che lo mette in pausa", allora io mi chiedo perché avessi lo stesso modo di fare anche prima di avvicinarmi alla carriera da infermiere. Forse è stato un segno divino e il marchio di guaritore mi è apparso alla nascita.
Non mi sorprendo quando le palpebre si alzano di propria iniziativa e i brividi sul collo mi avvertono di qualcosa che si muove. Il rumore è sottile ma vicino, quindi non mi viene difficile sentirlo. Ho bisogno di qualche secondo per abituarmi al buio e riuscire a focalizzare i contorni degli alberi. Il cielo limpido, ormai dei colori dell'alba, sopra di me mi ricorda che siamo al parco, alla fine di quella che dovrebbe essere la mia seconda festa di compleanno. Subito il ricordo si collega ad altri della serata che stranamente hanno tutti per protagonista una persona dai capelli neri. Quest'ultima si trova proprio accanto a me, riesco a scorgerla non appena volto la testa con uno strano sorrisetto; peccato che mi muoia sulle labbra troppo presto.
Nico è rannicchiato su un fianco, tiene le gambe al petto, una mano a cingersi il torace e l'altra abbandonata sulla coperta. La smorfia sul suo viso mi fa stringere lo stomaco e i miei sensi si svegliano di colpo. Non mi muovo, forse non riesco, continuo a osservarlo come uno spettatore in attesa della scena più paurosa in un film horror: è troppo spaventato che arrivi, ma aspetta con ansia quel brivido. Io non so cosa aspetto, lo faccio e basta. Volevo saperne di più di lui, ma non era così che volevo scoprirlo.
NICO
Non c'è sensazione più brutta dell'avere freddo mentre si dorme. Quando la tua mente non riesce a concentrarsi sul dormire perché vorrebbe coprirsi, ma non è nemmeno abbastanza motivata a svegliarsi per prendere una coperta. Ti sembra di essere in uno stato di dormiveglia, lo stesso che non riesci a superare quando sprofondi a poco a poco nell'acqua dell'oceano, o quando cadi da un palazzo troppo alto. Non riesci a svegliarti, non riesci a cambiare sogno. Rimani fermo, continui a sprofondare, a cadere, a dormire. È come il freddo che rimane.
Mi sembra di agitarmi nel sogno, nel tentativo di fare qualcosa per fermare quel vortice di ricordi. Loro, però, si affollano sempre di più e a un certo punto, mentre il corpo è freddo, il viso diventa caldo. Stringo i denti perché sembra essere l'unica cosa contro il dolore.
WILL
All'improvviso, dei piccoli riflessi di luce gli si posano sulle guance: sono lacrime. Smetto di aspettare la grazia divina di una qualche illuminazione sulla sua persona e mi avvicino. Gli si arrossano le guance mentre gocce salate gliele solcano, inconsapevoli. Allungo una mano con impeto, ma mi blocco a mezz'aria. E se...
Mi faccio le paranoie giusto il tempo di veder scorrere un'altra goccia, a questo punto riprendo il percorso che avevo interrotto. Muovo le dita con più lentezza e le porto all'altezza del suo viso; con i polpastrelli, scosto via le lacrime, asciugandole. Rabbrividisce sotto il mio tocco e io faccio lo stesso come se mi trovassi al suo posto.
La smorfia sul suo viso si inasprisce. I movimenti sono accennati e a scatti. Schiude leggermente le labbra e lascia andare un respiro spezzato, che mi fa pensare che stia per entrare in apnea. Me lo confermano i secondi successivi, senza un singolo spostamento d'aria proveniente da lui. Passano pochi secondi, ma per me durano troppo.
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Luce nell'Ombra || Solangelo
Fanfic«Ehi, Solace... tu lo sai perché il mio passato mi tormenta? Perché, quando cerco di dimenticare, la fottuta Discordia o il Terrore o chi cazzo si occupa di queste cose lassù, nel vero Olimpo, mi tormentano rimandandomi i miei fantasmi?» La vita di...