[01] preferisco rosso sangue.

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"Grazie del passaggio Lurch, a presto" scesi dal veicolo, aiutando l'uomo a prendere tutti i miei bagagli

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"Grazie del passaggio Lurch, a presto" scesi dal veicolo, aiutando l'uomo a prendere tutti i miei bagagli.

"Arrivederci!" mi salutò entrando in auto, per poi allontanarsi finché la cancellata non si chiuse del tutto.

Mi girai verso l'imponente struttura che mi avrebbe ospitata; la osservai per poi avvertire qualcosa sulla spalla destra. Sospirai.

"Mano, non ti avevo detto di restare nello zaino?" lo rimproverai e lui tentò di giustificarsi, ma invano. Lo presi e lo infilai nello zaino, mettendolo a tacere.
Presi le valigie e mi incamminai all'interno.

"Tu e tua sorella siete molto... diverse" commentò la donna scrutandomi.

"Lo dicono in molti" accavallai la gamba destra sulla sinistra.

"Hai degli splendidi capelli rossi fuoco, sono naturali?" poggiò il mento sul pugno della mano. Io mi misi meglio a sedere sulla poltrona nera in pelle.

"Sì. Preferisco paragonarli al rosso sangue, comunque" un sorriso si fece strada sul mio volto mentre sul volto della preside dell'istituto apparì uno sguardo quasi sconvolto. Dopo un attimo tossì, schiarendosi la voce.

"Sotto richiesta dei vostri genitori, nella stanza di tua sorella, è stato aggiunto un letto in più e tutto il necessario affinché tu possa essere a tuo agio" feci una smorfia al sentire quelle parole. Non era nei piani alloggiare anche nella stanza con Mercoledì.
"O magari una stanza singola" propose accorgendosi della smorfia che feci.

"Grazie preside Weems, penso che la seconda opzione andrà benissimo!" risposi frettolosamente ed entusiasta all'idea di avere una stanza tutta mia.

"Comincerai le lezioni a partire da domani, per oggi puoi iniziare ad ambientarti, fare un giro della scuola e scegliere i corsi extracurricolari"

Una volta ultimato tutto, uscii da quella stanza e mi fiondai nella mia camera. Spaziosa e cupa: perfetta.
Era presente il letto, un ampio armadio, una bella scrivania ma soprattutto una splendida vetrata. L'altra metà della camera sarebbe stata inabitata, ma andava bene così.

"Guarda mano: avrai un letto tutto per te" poggiai lo zaino sul letto vuoto permettendogli di uscire fuori. Sembrava anche abbastanza contento.

Poco dopo qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire, e si palesò una donna dai grandi occhiali e accesi capelli arancioni.

"Buongiorno, signorina Addams!"

"Salve"

"Disturbo?" sorrise.

"Affatto" risposi spostandomi ed incitandola ad entrare.

"Sono la professoressa Thornhill, supervisiono il dormitorio. Eccoti un regalino di benvenuto proveniente dalla mia serra. Cerco sempre un fiore che rappresenti ogni alunna e quando ho letto la tua candidatura ho subito pensato a questo" mi porse un vaso.

"Una dalia nera" osservai il fiore.

"La conosci?"

"Certo, è il nome del mio delitto irrisolto preferito, oltre che essere il fiore che preferisco" sorrisi guardandolo.

"Sono contenta che ti piaccia" disse prima di elencarmi una serie di regole dell'Ofelia Hall.

[...]

Passarono ore. Finii di sistemare i miei oggetti personali, indossai la divisa della scuola e uscii per fare un giro. Supposi che le lezioni fossero terminate e quindi avrei potuto finalmente salutare Mercoledì.

Mi ritrovai in un cortile dove c'erano parecchi studenti, tutti divisi per gruppetti, non volevo neanche sapere in base a cosa.

"Una faccia nuova, non sarai mica-"

"Ayla Addams" interruppi la ragazza biondina dalle ciocche colorate.

"La sorella di Mercoledì?!" sussurrò guardando verso terra
"Sei la sorella di Mercoledì?" questa volta domandò guardandomi.

"Risposta corretta" annuii.

"Non sapevamo che avesse una sorella, comunque piacere" mi porse la mano che strinsi per un millisecondo
"Io sono Enid" sorrise.

"Probabilmente non sapete molte cose su di lei" scrollai le spalle
"A proposito: sai dove è?" mi guardai intorno ma senza scorgere le sue lunghe trecce nere.

"In camera. Oggi ha anticipato l'ora della scrittura" spiegò.

Iniziammo a camminare verso i dormitori ed Enid mi spiegò un po' come funzionavano le cose.

"Mio Dio, Enid. Perché cammini così veloce?!" mi lamentai.

"Dai sbrigati, prima che esca e vada in città" mi richiamò quando vide che mi ero fermata. Quasi quasi avevo l'affanno.
Odiavo qualsiasi tipo di attività fisica. Tranne i combattimenti e le risse, quello sì che era pane per i miei denti.

"Adesso dico ai miei polmoni di riprendersi più in fretta" le lanciai un'occhiataccia e allargai le braccia per poi lasciarle cadere lungo i fianchi.

Ripresi a camminare e qualcuno mi diede una spallata che mi fece barcollare. Una luce azzurra attirò la mia attenzione verso la mia mano e quella dello sconosciuto, che durante lo scontro, si erano sfiorate.

"Attenta!" gridò senza neanche girarsi e continuando per la sua strada.
Stavo per ribattere e corrergli dietro per fulminarlo, ma Enid mi interruppe.

"Xavier e Ayla, pura elettricità. Letteralmente" osservò la mia mano. Il maleducato quindi aveva un nome.

"Ogni tanto capita" mentii.
No, non capitava mai che perdessi il controllo sulle mie abilità.
"Andiamo?" sbuffai e lei annuì.

Arrivate fuori la loro stanza consigliai vivamente alla bionda di aspettare fuori il corridoio, per evitare che ascoltasse le minacce che mi sarebbero arrivate da parte di mia sorella. Nonostante fossimo gemelle, non avevamo un buon rapporto: lei era sempre al centro dell'attenzione in famiglia, mentre io, ero quella messa da parte e usata per risolvere i suoi casini.

Bussai. Udii dei passi sempre più vicini.

"E tu cosa ci fai qui?" oltre alla porta si spalancarono anche gli occhi di Mercoledì; teneva però sempre il suo solito tono apatico.

"Sorpresa sorellina" ghignai alzando l'angolo destro della bocca.

"Rispondimi"

"Non rispondevi alla palla di cristallo, mi stavo preoccupando" risposi ironicamente ed entrai nella sua camera osservando intorno a me. Strabuzzai gli occhi nel vedere la parte sinistra fin troppo colorata. Era sicuramente la parte di Enid.
Mi girai verso la mora.

"Quindi?" insistette.

"Mamma e papà vogliono farmi studiare qui con te. Punto, niente di particolare" risposi scocciata sedendomi sul suo letto.

"Farò finta di crederci. Vedi di non crearmi problemi" chiuse gli occhi in due fessure e mi guardò.

"Per carità, ma ti sembro il tipo?" ghignai.

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𝐁𝐥𝐚𝐜𝐤 𝐝𝐚𝐡𝐥𝐢𝐚┊𝙓𝙖𝙫𝙞𝙚𝙧 𝙏𝙝𝙤𝙧𝙥𝙝𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora