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"Credo che questo sia sufficiente per confrontarlo con il DNA dell'artiglio" con un bastoncino tirai fuori da un cesto uno straccio bianco insanguinato e lo infilai in una bustina trasparente per poi riporla nello zaino.
"Che ci fate qui?" sentimmo la porta del rifugio di Xavier chiudersi.
"Come fai a sapere com'è fatto il mostro?" mia sorella mi precedette "O sono semplici autoritratti" continuò.
"Pensi che sia io? Ma che diavolo..."
"Le tue opere hanno un tema ricorrente" gli feci notare osservando tutti i disegni.
"Sì. La creatura mi perseguita in sogno, non riesco a impedirglielo quindi vengo qui e la dipingo" si giustificò "Mentre dipingevo questo, mi ha aggredito con gli artigli, e mi ha graffiato" continuò vedendo che continuavo ad osservargli il collo.
"Credevo controllassi la tua abilità" chiusi gli occhi in due fessure.
"Non col mostro" esitò il ragazzo prima di rispondere.
"Avrai la coscienza sporca"
"Mercoledì, ti ho detto che non sono io il mostro"
"Quindi è un caso fortuito che tu abbia disegnato la sua tana? Fai dei sogni molto vividi" mia sorella pretese la mano verso di me e io le consegnai il disegno.
"Siete già state qui" esitò prima di parlare "Quando ti ho beccata qui fuori. Ecco perché mi hai invitato al Rave'n" spostò l'attenzione su di me e nel suo tono di voce mi parve di cogliere un pizzico di delusione. Io abbassai lo sguardo non sapendo cosa dire.
"Incredibile" continuò amareggiato.
"Non prenderla sul personale" dissi.
"Non bisogna mai con te, vero?! Insomma, c'è qualcuno o qualcosa che ti sta a cuore, Ayla?" scrollò il capo e senza lasciarmi il tempo di rispondere ci cacciò via.
"Per un attimo ho davvero creduto che tu ci stessi cascando" ridacchiò Mercoledì una volta che fummo fuori.
"Sembrava sincero" ripensai alla scena.
"O è solo bravo a mentire"
"Dovremmo dargli il beneficio del dubbio" continuai fermandomi nel bel mezzo della strada.
"Da questo tuo comportamento capisco che non vuoi proseguire, dammi il campione di sangue. Lo porterò da sola allo sceriffo" si girò porgendomi la mano "Ti aggiorno dopo" bisbigliò prendendo ciò che aveva chiesto.
Tornai alla Nevermore e incontrai Enid. Era molto entusiasta per mezzo del ballo, a differenza mia.
"Quindi non hai più un accompagnatore?" mi chiese.
"Non più" risposi atona, aspettando che Mano finisse di applicarmi lo smalto nero sulle unghie.
"E come farai adesso?" la bionda continuava a rotolarsi sul letto inutilizzato della mia stanza.