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"Cosa hai intenzione di fare oggi?" chiesi a mia sorella.
"Cercare di non uccidere nessun cittadino di Jericho"
"Beh, buona fortuna!" le diedi una pacca sulla spalla e raggiunsi Enid; la preside stava per fare il suo discorsetto giornaliero.
"Presentatevi tutti alle dieci in punto per il volontariato e alle tredici per il pranzo con la città" cominciò con un grande sorriso stampato sul volto "Come sapete, quest'anno la giornata della solidarietà si concluderà con un evento eccezionale: l'inaugurazione di una nuova statua nella piazza del paese accompagnata dalle esibizioni degli alunni della Nevermore" a queste parole Enid parve davvero entusiasta.
"In quanto rappresentanti della scuola, spero che non ci farete perdere la faccia" si raccomandò con i presenti.
La professoressa Tornhill cominciò a distribuire delle buste che contenevano il posto dove avremmo trascorso il resto della giornata.
"Sì! Mi è capitato Pilgrim World. Tu cosa hai?" disse la bionda raggiungendo me e Mercoledì
"La pila di Uriah o che so io" rispose quest'ultima scoprendo il contenuto della busta. Enid fece una faccia stramba.
"È un negozio di antiquariato inquietante. Ti piacerà" la rassicurò per poi passare l'attenzione su di me "E tu?"
"Il Weathervane? Sul serio?!" ero a dir poco indignata.
"Non sarà poi così male!"
"Io a fare la cameriera? Ma vi sembro il tipo? Per me c'è un errore. Un sabotaggio!" mi passai una mano sulla faccia con fare frustrato.
"Ayla, vieni un secondo" la Weems mi chiamò, mi allontanai e cercai di capire cosa volesse "Penserò io al tuo vìolino, lo farò portare in piazza oggi pomeriggio" sorrise.
"Il mio cosa?"
"L'altra sera ho sentito la tua serenata sul tetto. Meravigliosa. Ti ho proposta come accompagnamento alla banda di Jericho alla cerimonia" provai a rispondere ma non mi lasciò concludere "Non avrai problemi a suonare una melodia gioiosa dei Fleetwood Mac" concluse.
"A patto che poi mi impicchiate come una strega" feci una smorfia.
[...]
Una volta arrivati in città ed essere scesi dal pullman, dopo il discorso del sindaco, mi incamminai verso il Weathervane. Tyler mi venne incontro una volta arrivata e mi consegnò la divisa, che decisamente non era di un colore decente, ma nonostante i miei lamenti non fu possibile cambiarla; andai nel bagno del personale e mi cambiai. Il figlio del sindaco mi spiegò come comportarmi ed iniziai a darmi da fare.
"Anche tu-" uno Xavier annoiato, quasi mi rovesciò due tazze di caffè fumante addosso.
"Sì, anche io oggi sarò una squallida cameriera" lo interruppi portando due cupcake ad un tavolo.
"I camerieri non sono... squallidi" disse consegnando le bevande a due anziani.
"Dipende dai punti di vista" lo guardai prima di sorpassarlo.
"Pausa? Stiamo lavorando da due ore" proposi quando mi trovai insieme al capellone dietro il bancone.
"Non siamo qui per bere e mangiare, non ho voglia di essere richiamato" rispose brusco.
"Dal tuo tono capisco che sei ancora arrabbiato con me perché ti ho cacciato, l'altra sera"
"Fosse solo quello" mormorò.
"Non ho intenzione di aprire una seduta psicologica per capire cosa c'è nei miei comportamenti che ti reca disturbo" chiarii.
"Figurati non era mia intenzione" si aggiustò i capelli e mi superò andando verso il bagno. Nello stesso momento arrivò il suo acerrimo nemico.
"Se vuoi possiamo fare una pausa" mi disse sorridente. Esattamente ciò che ci voleva: alla faccia di Xavier.
"D'accordo. Preparami un caffè macchiato e una ciambella, ti aspetto al tavolo quattro" gli ordinai per poi accomodarmi al tavolo e aspettare.
"Che fai qua seduta?" poco dopo il ragazzo irascibile, munito di vassoio, mi rivolse la parola. Alzai lo sguardo e lo osservai.
"Sto aspettando Tyler" a questa mia risposta lui abbasso lo sguardo e annuì.
"Ti ho detto di evitarlo"
"Questa è la seconda volta, ma sai com'è: sono affari miei con chi parlo" lo guardai insistentemente cercando di capire come faceva a passare dal "non mi importa" al "mi importa" in meno di mezz'ora.
"Ecco il caffè macchiato con una ciambella per te e una bella tisana per m- ciao"
"Mh" Xavier mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di allontanarsi dando quasi una spallata a Tyler.
Consumammo il nostro cibo velocemente, senza parlare più del necessario. Ogni tanto sentivo qualche sguardo puntato addosso, ma non mi interessai.
"Mi serve una mano" annunciò una ragazza entrando nel locale.
"Mercoledì?" mi alzai e andai da lei.
"Tyler, Ayla, venite" ci trascinò verso il tavolo infondo alla sala.
"Avete presente l'edificio delle assemblee originario del 1600? Esiste ancora?" domandò aprendo una cartina geografica.
"Si trova nella foresta di Cobham, ma sono solo rovine" rispose il ragazzo.
"Dove?" continuò mia sorella.
"Qui, ma è un postaccio. È pieno di delinquenti e tossici. Mio padre lo sgombra ogni due settimane" Tyler esitò ma poi puntò il dito sul punto esatto dove si trovava il vecchio edificio.
"Di che si tratta?" domandò cercando di capirci qualcosa. Mercoledì mi lanciò uno sguardo come ad ammonirmi dal rispondere, sapeva che avevo capito che volesse continuare a cercare indizi sul mostro che aveva ucciso Rowan.
"Niente" risposi chiudendo la mappa e consegnandola alla mora.
"Non dirmi che siete ancora fissate con il mostro nel bosco" ridacchiò Tyler.
"Sorella, da domani inizieremo a fissarci con i cavalli e le boy band" annunciai scuotendo il capo. Mercoledì accennò un sorriso verso di me e si incamminò verso l'uscita.
"Ehi, senti, le rovine sono difficili da trovare. Ti ci porto- portiamo più tardi" si corresse e mi guardò. Alzai gli occhi al cielo, sapendo che queste tecniche cavalleresche non avrebbero conquistato la ragazza dalle lunghe trecce.
"Ho un buon senso dell'orientamento" rispose quest'ultima.
"Inoltre io ho l'inaugurazione della statua dopo, quindi..." mi tolsi il grembiule "Non credo ti dispiaccia se stacco prima" ghignai prendendo mia sorella sottobraccio e uscendo da lì.
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