Stavi camminando per i corridoi della Nevermore, la scuola per reietti in cui i tuoi genitori ti avevano portato dopo aver scoperto che eri un licantropo.
Ti fermasti davanti alla tua camera e entrasti pensando che l'unica cosa che volevi era buttarti sul letto e farti film mentali in cui Mercoledì, la ragazza che ti piaceva compariva misteriosamente accanto a te e ti diceva che le piacevi.
Non sarebbe mai successo.
Ti lanciasti a peso morto sul materasso che fece un orribile rumore e quasi si aprì.
Sentisti il materasso abbassarsi accanto a te ma non ci diedi troppo caso.
Un peso ti premette sul bacino e in quel momento apristi gli occhi e ti tirasti su di scatto.
Ti ritrovasti faccia a faccia con quella che era il tuo pensiero continuo da mesi, Mercoledì.
I suoi occhi guardavano i tuoi e tu la osservavi terrorizzata.
La mora schiantò le sue calde labbra sulle tue e chiuse gli occhi per la passione.
In qualche secondo le sue mani strinsero forte i tuoi capelli e le tue mani si piazzarono sui suoi fianchi.
Chiusi anche tu gli occhi chiedendoti se era solo un bel sogno o se era vero.
La ragazza si staccò di malavoglia dalle tue labbra e riapriste gli occhi.
"Mercoledì..."
"non dire nulla"
Disse Mercoledì con un sorriso sulle labbra.
In quel momento realizzasti che le tue mani le stavano ancora stringendo i fianchi, ma a lei non sembrava dare fastidio.
La ragazza era a cavalcioni su di te, non pesava molto.
Le sue mani non avevano allentato di molto la presa sui tuoi capelli e le tue non l'avevamo diminuita sui suoi fianchi.
Vi stavate guardando negli occhi in silenzio, era successo spesso, magari durante le noiose lezioni di botanica che tu odiavi e che Mercoledì sapeva già a memoria.
La abbracciasti, lei non si staccò come faceva sempre, anzi, ricambiò l'abbraccio.
Infilasti il tuo volto nello spazio che si era creato tra il tuo petto e la sua spalla.
Le sue mani scivolarono lentamente alla tua schiena su cui Mercoledì inizio a disegnare cerchi immaginari.
"mi fai i grattini?"
Chiesi tu imbarazzata nascondendoti ancora di più nell'incavo.
Lei non disse nulla.
Staccò per un'attimo le mani, una la portò di nuovo sui tuoi capelli dove Iniziò a grattare dolcemente e l'altra la infilò piano sotto la tua maglietta.
Gemesti alla sensazione della punta delle sue dita fredde a contatto con la tua pelle.
Lei non riusciva a dirti "ti amo", o almeno, non era il suo modo di dirtelo.
Te lo diceva in un altro modo.
Ad esempio quando ti difendeva dagli insulti di Bianca, quando te la trovavi sempre dietro quando non le dicevi cosa stavi andando a fare.
Lei era perfetta, era quello che avevi aspettato da una vita ed ora eri pronta a dirglielo.
Nel suo modo o nel tuo, lei l'avrebbe saputo.
"grazie"
"dei grattini?"
Ti rispose con un tono di voce stranamente più dolce del solito.
Ti allontanasti ridacchiando per guardarla negli occhi.
"no, beh anche, ma intendevo, per esserci, sempre"
Lei in risposta ti mostrò uno di quei rari sorrisi in cui mostrava anche i denti e incollò le sue labbra alle tue.
In quel bacio casto ti sentisti messa in connessione con lei.
Quando vi staccaste lei ti spinse dolcemente indietro.
Ora tu eri sdraiata e lei sopra di te.
Ti baciò di nuovo, ti prese le mani e le tenne ferme sopra la tua testa.
Si staccò per guardarti, non ti sentivi a disagio, anzi, eri rilassata.
Iniziò a baciarti il collo, inclinasti la testa per darle più spazio.
Poi scese da sopra di te e ti si sdraiò accanto.
La guardasti stranita.
"mi dispiace, ma dovrai aspettare"
Sospirasti leggermente delusa.
Ti straiasti anche tu accanto a lei.
"Mercoledì"
"dimmi"
"ti voglio bene"
Si girò a guardarti e tu feci lo stesso.
Si avvicinò e ti diede un leggero bacio sul naso, che non dimenticherai facilmente.