12 - L'Enigmatico Eremita

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Il vento soffiava furioso e inclemente, e la neve fioccava fredda e crudele la notte che il Perfetto Predestinato giunse sulla Vetta Virtuosa, la cima del monte più alto del Reame Radioso. Una parte di lui si aspettava che la Sinuosa Strada si interrompesse lì, che fosse quello il punto in cui avrebbe infine trovato il suo Fato, ma quella invece continuava imperterrita e scendeva giù, lungo tutto il versante opposto della montagna. Il Predestinato era stanco. Si sedette su un cumulo di neve, per riprendere fiato. Sarebbe stato davvero il caso di iniziare la discesa senza una luce a guidarlo? O sarebbe stato più saggio attendere il sorgere del Sole?

"Cosa ti porta sulla Vetta Virtuosa, o viandante?"

Il Predestinato si voltò di scatto. La voce sembrava provenire da una grotta poco distante, che ad un primo sguardo gli era sfuggita. Si avvicinò, anche solo per trovare riparo. Quando fu al coperto notò la flebile luce di una candela, quasi invisibile dall'esterno della caverna. Illuminato da quella debolissima luce stava l'Enigmatico Eremita, il misterioso uomo che viveva da tempo immemorabile sulla cima del monte.

"Cosa ti porta sulla Vetta?" ripeté il saggio. Era impossibile scorgere il suo volto avendo a disposizione solo quella piccola fiammella. La sua voce era profonda e calma, e il suo tono pacato ma al contempo deciso.

Il Predestinato rispose che cercava il suo Fato, e chiese all'Eremita se potesse essere in grado di rivelarglielo. Il saggio della montagna rimase in silenzio per qualche istante.

"Chi vuole trovare il proprio Fato è condannato a vagare fino al giorno in cui le stelle scenderanno dal firmamento per danzare nel deserto, se non sa dove cercare" sentenziò.

Il Predestinato, risentito, disse che non era disposto a essere preso in giro. Sapeva come avrebbe trovato il suo Fato, ovvero proseguendo lungo la Strada. Ma mentre parlava di quanto era certo della grandezza che gli era stata promessa, si accorse di essere dilaniato dal dubbio. Per la prima volta nella sua vita si sentì preda dello sconforto. E se tutto quello che gli aveva detto il Vetusto Veggente fosse stata una bugia? Se la Strada non lo avesse condotto da nessuna parte? Che senso aveva avuto il suo vagare?

Dopo un'altra piccola pausa, l'Eremita parlò di nuovo "Ti posso rassicurare, viandante, che la Sinuosa Strada volge ormai al suo termine. Discesa questa montagna incontrerai una volta per tutte il tuo Fato... e lì troverai la tua gloria. E la tua gloria sarà tanta da soddisfare ogni tua brama"

Il Predestinato si sentì scorrere da un fremito. Era davvero così vicino? Certo, doveva essere così. Se anche la saggezza dell'Eremita confermava quanto gli avevano detto... era davvero vicinissimo. Un nuovo vigore lo pervase, e fu sul punto di balzare in piedi e precipitarsi giù dalla montagna in quel preciso istante, quando l'imperscrutabile uomo parlò ancora, con tono autorevole "Aspetta, o Perfetto Predestinato!"

Il Predestinato sentì il rumore di un'otre che veniva stappato, e dell'acqua che veniva versata. L'Eremita gli avvicinò una ciotola. Solo in quel momento il Predestinato riuscì a vedergli le mani, rugose e consumate dal tempo. Le mani iniziarono a muoversi, a danzare lente e ipnotiche sopra la superficie dell'acqua senza toccarla. "Guarda, Predestinato" disse l'Eremita "Prima di scegliere da che lato della montagna scendere, osserva la via che hai percorso per giungere fin qui. Ecco davanti a te le vite che hai incrociato, gli effetti che ha avuto il tuo vagare"

Per qualche portento, l'acqua si increspò e, guardando nella ciotola al posto del proprio riflesso, il Predestinato vide i volti di tutti coloro che aveva incontrato.

I Fieri Fuorilegge avevano continuato a razziare indisturbati. La loro banda era cresciuta in numero e in empietà. Fra i malvagi volti che avevano reclutato spiccavano un Alienato Assassino, un Laido Ladrone e uno Spietato Sicario. Il Furbo Furfante guidava i loro massacri con arguzia e crudeltà, sempre spalleggiato dal Brutale Brigante, ora divenuto la sua fidata guardia del corpo. La Turpe Tagliagole sembrava brillare di luce propria, tanti erano gli scintillanti gioielli che la ricoprivano. Le loro vittime erano sempre più numerose, e la scia di sangue che si lasciavano dietro non dava alcun segno di essere sul punto di interrompersi.

Il vecchio Cupido Commerciante giaceva malato e debole sul letto di morte. Appena fuori dalla sua stanza una piccola folla dei suoi degni compari e colleghi erano pronti a calare sulle sue ricchezze come Affamati Avvoltoi non appena la sua ora fosse suonata. Il Malfamato Mercato sarebbe fiorito come non mai, una volta che le inestimabili ricchezze fossero state spartite.

La Subdola Suggeritrice frequentava una Confusionaria Corte, ben lontana dalla città dei tre nobiluomini. Il Patrizio Purpureo, il Titolato Turchese e l'Aristocratico Ambrato erano andati in rovina a furia di rivaleggiare in tutto, e la seminatrice di zizzania aveva ben pensato di partire per depredare altre zone con il suo fascino e la sua astuzia.

Il Fedele Fabbro lavorava nella sua Ferrigna Fucina. I suoi capelli, neri come le piume di un corvo al tempo dell'incontro con il Predestinato, avevano iniziato a ingrigirsi. Accanto a lui c'era un Attento Apprendista, che studiava con molta cura i segreti del mestiere che il suo maestro gli insegnava.

Il Giudice Galantuomo proseguiva il suo lavoro imperterrito e onesto come sempre. Gli anni iniziavano a farsi sentire, ma proclamava a gran voce che avrebbe continuato a perseguire la Giustizia fino al suo ultimo respiro.

Destino simile aveva il Magnanimo Monarca. Lui, il Nervoso Nerboruto e il Coraggioso Cavaliere sedevano a un tavolo con il Concitato Consiglio. Si parlava di divisione della terra tra i nobili, di trattati di pace e di mille altre questioni del Regno, dalle più futili alle più fondamentali.

Il Magistrale Menestrello aveva deciso di allestire una Calorosa Compagnia di musicisti al suo seguito. Le sue esibizioni erano ancora più raffinate e potenti nell'impatto. Il suo nome e la sua fama si espandevano anche al di fuori dei confini del Regno.

Il Passionale Poeta stava di nuovo sistemando il suo Titanico Tomo. Sospirava, malinconico e solitario, ma al contempo soddisfatto di tutte le emozioni, di tutte le preziose esperienze che aveva collezionato nella sua vita e che era sul punto di donare ai posteri ricamate con le sue abili parole nel suo testo.

L'Acuto Alchimista era deceduto dopo una vita piena di scoperte. Al suo posto ora vi era un nuovo studioso, un Eccellente Erudito, intento a studiare i testi che aveva composto il suo predecessore con la massima cura. Aveva già trovato alcuni spunti molto interessanti per delle ricerche sui Miceli Maligni...

La Fascinosa Fanciulla aveva pianto tutte le sue lacrime, disperata, al laghetto dove aveva incontrato l'amante che l'aveva abbandonata. Alla fine la dolce ragazza si era addormenta nel preciso punto dove aveva trovato il Predestinato, ed era stata avvicinata da un Vivace Viaggiatore, anche lui pellegrino sulla Sinuosa Strada. Costui l'aveva consolata e le aveva restituito il sorriso. Al contrario del Perfetto Predestinato, non era intenzionato a riprendere il suo cammino.

Il Felice Frate sedeva con i suoi confratelli, a pregare e a dividere un frugale pasto. Tra loro pace e armonia regnavano sovrane, tanto erano dediti alla loro scelta di vita che, sebbene li rendesse poveri nel corpo, li arricchiva così tanto nello spirito.

"Queste sono le persone che ti hanno incontrato, o Predestinato" disse l'Eremita "Sei sicuro che non ci sia nulla di meglio per te da dove sei venuto?"

Il Predestinato scosse la testa. A nessuno aveva portato giovamento. Tutti coloro che avrebbero potuto essere suoi mentori, suoi amici, suoi compagni o anche qualcosa in più lo avevano rimpiazzato con qualcun altro. Nessuno aveva bisogno di lui.

"C'è anche un'altra opzione davanti a te" riprese la voce "Non sei costretto a proseguire la tua via. Puoi fermarti qui, su questa Vetta Virtuosa. Il tempo passerà, ma non sarà in grado di ferirti, e tu da qui potrai contemplare i misteri del mondo."

Il Predestinato declinò l'offerta e si alzò. Aveva rinunciato a tanto per il suo Fato, non poteva fermarsi quando era così vicino alla fine. Doveva terminare il suo viaggio. A tutti i costi.

"Sia come desideri" furono le ultime parole che gli rivolse l'Eremita. Le sue mani si mossero ancora, cancellando ogni immagine dall'acqua. In quello stesso istante, il vento cessò, e il Sole sorse caloroso e splendente. Il Predestinato abbandonò la grotta, iniziando la discesa seguendo la Sinuosa Strada.

E così il Perfetto Predestinato riprese il suo viaggio, per compiere il suo imminente Fato.

Il Perfetto PredestinatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora