Il giorno seguente, di fatti, Sebastian si trovava nella propria camera con la sua migliore amica, erano pronti per quella serata all'insegna dell'alcol e del divertimento, ma, se Angel si trovava dinnanzi al proprio specchio intenta a sistemare le ultime ciocche di capelli, Bash era fermo, steso sul letto a pensare e ripensare al modo in cui aveva trattato quella ragazza.
A lui non era mai importato realmente di qualcuno, se non di se stesso, ma lo sguardo ferito della piccola ragazzina gli era rimasto impresso nella mente, non avrebbe voluto ferirla ma, il fatto che non gliela desse mai vinta, lo costringeva a mostrare uno scudo, una parte di se che non voleva.
Scacciò via quel pensiero, quando, a riportarlo alla realtà, fu il suono del suo cellulare, allungò il braccio verso il comodino e dopo aver acceso lo schermo del proprio iPhone, notò il nome di Kendall.
Per qualche assurda ragione, Sebastian, si ritrovò a sorridere al messaggio della ragazza, la quale, gli aveva detto un semplice "mi manchi".
La verità era che, lui, si stava affezionando in un modo particolare a lei, non sapeva descrivere cosa stesse provando, ma quell'interesse, nato da una semplice scopata, stava cambiando il modo di vederla, forse la stava guardando con occhi diversi.
-È Kendall vero?-
La voce di Angel rimbombò nelle sue orecchie e Bash si limitò ad annuire.
La ragazza aveva notato l'espressione di Sebastian cambiare al messaggio ed aveva intuito il crescente interesse verso l'amica.
-Non è che ti stai innamorando piccolo e dolce Sebastian?-
Chiese Angel poggiando via il ferro per rendere i capelli mossi e si concentro sulla figura del ragazzo dinnanzi a se.
Bash ruotò gli occhi al cielo alle parole, non voleva innamorarsi e quasi sicuramente non l'avrebbe fatto, era solo particolarmente preso da lei, niente più e rispose al messaggio inviato da Kenny con un semplice cuore rosso.
-Non chiamarmi Sebastian, lo sai che non mi piace e comunque no, non mi innamoro.-
Affermò.
Odiava essere chiamato per esteso, di solito lo faceva solo la sua famiglia, ma solo per ricordargli che portasse il nome del nonno ormai defunto.
In cuor suo, Sebastian, sapeva di non essere degno di quel nome e non sopportava chi lo chiamava così, ma, mai a nessuno, né aveva spiegato il reale motivo.
-Dai, muoviti che Jason e Kendall ci stanno aspettando e tu sei sempre in ritardo come al solito.-
Aggiunse alzandosi dal letto, si avvicinò allo specchio che aveva nella propria camera e, dopo aver dato una sistemata al collo della camicia fece segno alla ragazza di uscire la quale si alzò dalla sedia così da poter seguire il ragazzo verso l'uber che li avrebbe accompagnati alla serata.
Come ogni weekend, anche quella sera, il Plaza Hotel era colmo di ragazzini che, da lì a poco, sarebbero stati completamente ubriachi, fortunatamente ed almeno per quella sera, Leila, aveva concluso il suo turno prima e non avrebbe assistito a tutto quello scempio di persone che ballavano, limonavano e finivano addirittura per scopare ubriachi sui divani della sala; o almeno era quello che aveva sperato fino a qualche istante prima che Robin la bloccasse.
-Dove pensi di andare mh?-
Chiese il ragazzo poggiando una spalla contro il muro e strinse le braccia a letto osservando la ragazza dinnanzi a se.
-A casa, sono decisamente stanca e devo farmi una doccia, puzzo.-
Scherzò la ragazza alzando lo sguardo verso Robin che, sembrava avere, altre intenzioni per quella serata.
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Disastro.
RomanceLa vita a New York era divisa tra l'elegantissimo Upper East Side, famoso principalmente per i lussuosi ristoranti e negozi, ma soprattutto per i ricchi residenti e la piccola Brooklyn, quartiere residenziale, famoso per la musica, l'arte e la vita...