Capitolo 6.

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P.D.V. di Chloe

Sussurri turbinavano intorno alla mia testa, e strinsi le mani sulle orecchie, rifiutandomi di ascoltare le parole che mi zittivano. Venivano fuori solo quando ero sola, e in quel momento... ero tutta da sola.

Dopo aver miracolosamente trascorso l'intera giornata con Harry, lui si stava facendo una doccia. Non sapevo perché quel ragazzo sembrasse far scomparire le voci, ma quando era in giro tutto ciò che vedevo erano il suo sorriso con le fossette e i suoi occhi color smeraldo. Non sentivo i sussurri sarcastici che mi facevano provare una sensazione di disagio nel mio stomaco. Tutte queste cose si placavano e in qualche modo lui illuminava semplicemente il mio mondo. L'avevo incontrato il giorno precedente, ma era stato gentile con me più di chiunque nell'istituto di riabilitazione. Era stato più gentile di mia sorella, per l'amor di Dio.

Non sapevo perché Elizabeth mi odiasse. Non sapevo perché mio padre mi odiasse. Sapevo solo che a mia madre stavo profondamente a cuore. Entrambi mi ripetevano spesso che morì durante il parto, ma allora perchè vedevo una fragile donna nei miei sogni, di tanto in tanto? Perché mi immaginavo una pelle morbida e baciata dal sole, e degli scuri capelli castani cadere giù su un paio di piccole spalle? Perché sentivo continuamente delle gentili labbra pressate contro la mia fronte come se mi stessero calmando, assicurandomi che ogni cosa sarebbe andata bene? Immaginavo quelle cose? Erano frutto della mia immaginazione? Era il desidero di volere una madre? O erano mia sorella e mio padre a nascondermi qualcosa sulla donna che mi aveva messa al mondo?

La mia mente vagava, allontanandosi dall'argomento, sul ragazzo dai capelli ricci. Aveva una madre? Dov'era? Aveva fratelli che lo guardavano come se fosse stato il Diavolo in persona? Otteneva lo stesso trattamento ignaro che ottenevo io? Oppure aveva una famiglia da far invidia? Una gentile, dolce ed amorevole famiglia che lo custodiva come il Mondo? Pregavo che avesse una famiglia da sogno, proprio perchè se lo meritava.

Mi stava dando tanto.

Una mano si posò sulla mia spalla, facendomi saltare in aria mentre un grido sfuggì dalle mie labbra. Mi sollevai, vedendo che era solo Harry, che mi mostrò un caloroso sorriso, i suoi occhi color smeraldo scintillavano con gentilezza.

"Non volevo spaventarti, amore," disse piano, quando le mie mani si abbassarono lentamente dalle mie orecchie e si unirono sul mio grembo. "Va tutto bene?"

Ancora una volta, la sua gentilezza fece fondere il mio cuore in una gigantesca pozzanghera. Nessuno si era mai preoccupato tanto per me, da chiedermi se andasse "tutto bene".

Accennai lievemente col capo.

Harry sorrise. "Bene, sei pronta quindi ad andare a prendere dei vestiti per domani, dato che resterai ancora qui?"

I miei occhi si spalancarono, fissandolo incredula.

Stavamo tornando in quella casa?

Harry notò il mio improvviso cambiamento d'umore. Sembrava saper sempre quando qualcosa non andava, e lo conoscevo a malapena da due giorni. "Non vuoi fermarti ancora qui, amore?" chiese con calma.

Annuii.

"Allora qual'è il problema?"

Strinsi le mie labbra, cercando di trovare la voce, quando le finzioni la spinsero giù nella mia gola. A loro non piaceva sentirmi parlare. Dissero che era un peccato, per me, produrre un suono così odioso dalla mia voce.

Ma questo era Harry.

Il ragazzo che in qualche modo aveva salvato la mia vita la notte precedente, letteralmente. Il ragazzo vicino cui mi ero miracolosamente rannicchiata e vicino cui avevo sentito la sensazione di sicurezza scivolarmi addosso. Il ragazzo che aveva accettato che una psicopatica schizofrenica rimanesse un'altra notte a casa sua. Il suo santuario. Mi faceva sempre parlare, in qualche modo.

Schizophrenic [h.s] (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora