Capitolo 3

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P.D.V. di Chloe

Serrando le mani sulle mie orecchie, dondolavo avanti e indietro impotentemente sul grande e confortevole letto. Delle lacrime colavano lungo le mie guancie, ma a malapena le notavo. Oramai erano diventate una grande parte della mia vita. Anche la paura e l'odio. Si mescolavano insieme, creando un'inquietante palla infernale, ma entrambi bollivano dentro di me.

"Smettila di combatterci"

Scossi velocemente la mia testa nuovamente al suono delle voci malvagie, il mio cuore batteva velocemente. "I-io n-non lo sto f-facendo," balbettai vulnerabilmente.

"Fallo," sussurrarono, il loro caldo respiro mi fece rabbrividire lungo la spina dorsale non appena si scontrò contro la mia pelle fredda.

"N-non voglio f-farlo," soffocai fuori, le mie lacrime divennero faticose.

"Fallo!" urlarono ed io sapevo che era meglio non contraddirli. Ancora non potevo farne a meno, quando fui presa dal panico, un urlo penetrante sfuggì dalle mie labbra tremanti.

Harry's P.O.V.

Spalancai gli occhi al forte urlo che risuonò nelle mie orecchie. Cautamente, mi sedetti sul letto e passai una mano tra i miei capelli. Erano le due del mattino, chi avrebbe dovuto urlare? I miei occhi si allargarono in realizzazione non appena lanciai via le coperte, irrompendo fuori dalla stanza.

Chloe non era uscita dalla stanza dalla piccola bravata di Elizabeth. Avevo provato a bussare sulla porta e a parlarle, ma lei borbottò semplicemente di lasciarla da sola. Non era scesa per mangiare, e non l'avevo ancora vista uscire per andare in bagno. Ma ciò nonostante, la porta rimaneva chiusa e un altro grido viaggiò attraverso il legno.

"Chloe? Chloe, stai bene?" chiesi freneticamente, bussando velocemente sulla porta.

Nessuna risposta.

"Chloe, dimmi solo che stai bene," implorai.

Ancora nessuna risposta.

Ricordando che era stata classificata come "insana" ed era completamente imprevedibile, sospirai rumorosamente ed aprii la porta, pregando che non fosse nuda e che non volesse urlarmi contro. La mia paura peggirò soltanto, quando vidi la porta del balcone aperta, Chloe seduta sul parapetto. Le sue unghie scavavano nel metallo mentre attorcigliava le sue gambe attorno ai piccoli poli che sorreggevano il parapetto.

"C-Chloe, cosa stai facendo?" farfugliai, completamente sconcertato alla scena davanti a me. Stava provando a saltare.

Sentii una forte annusata provenire dalla sua direzione, ma lei scosse rapidamente la testa senza guardarsi intorno.

Come cazzo si fa a trattare con qualcuno del genere? Gli parli con calma, giusto? Provi a fargli valutare le sue opzioni, no? Credevo che valesse la pena tentare. "Chloe, non è sicuro stare li," le dissi con voce calma e gentile. "Vieni via da li, per favore."

Chloe scosse nuovamente la testa.

"Chloe, amore, potresti cadere. E' veramente pericoloso sedersi li," ragionai, ma lei scosse la testa ancora una volta.

"L-loro non vogliono farmi scendere," sussurrò con una voce a malapena audibile.

Con la schiena rivolta verso di me, era facile avvicinarsi lentamente a lei. Se stava davvero per saltare, avevo bisogno di essere preparato per afferrarla. "Ti ricordi cosa abbiamo detto riguardo loro?" chiesi, cercando di puntare tutto sull'argomento "loro". "Non sono tanto carini se vogliono che tu ti faccia del male," dissi dolcemente. "Per favore vieni giù e potrai dirmi qualsiasi cosa che ti dia fastidio, si?"

Schizophrenic [h.s] (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora