Capitolo 5.

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P.D.V. di Harry

Elizabeth rimase sulla porta in attesa, proprio come il giorno prima, quando entrò durante l'incidente dei pancakes. Notai subito il modo in cui Chloe si tese di fianco a me, la sua pelle impallidì fissando la sorella. Ci doveva essere un motivo per cui Chloe sembrasse sempre pietrificata stando attorno ad Elizabeth. Voglio dire, era la sorella...

"Spero che voi due vi siate divertiti ieri sera," sogghignò Elizabeth, mostrandoci un sorriso teso. "Sembra che io sia arrivata in un altro momento dei vostri."

Alzai gli occhi, ma non dissi nulla. Sapevo che se avessi detto qualcosa, sarebbe stata in grado di torcere le mie parole e di trasformarle in un argomento drammatico. Questo è il modo in cui Elizabeth fa le cose. Le discussioni erano un modo per darle potere, e da quando la lasciavo vincere per farla stare zitta, amava avere discussioni con me.

"Beh, vi lascerò tornare a qualsiasi cosa stavate facendo, ma volevo solo farti sapere, Harry... Finn taglierà la nostra paga a metà, a causa di tagli di bilancio." Elizabeth mi rivolse un sorriso ambiguo, sapendo che le informazioni sui tagli di bilancio mi avrebbero fatto incazzare.

Serrai la mascella. "Dovrò parlare con lui, domani," brontolai sotto il mio respiro, stringendo con la mano il bordo della ciotola.

Elizabeth annuì. "Lo farai. E spero che non ti dispiacca, ma Chloe verrà a casa con me stasera."

Il modo derisorio in cui lo disse Elizabeth, rese Chloe nuovamente tesa. Notai il modo in cui le sue mani strinsero il cucchiaio con cui stava mescolando. Guardai Elizabeth, solo per vedere che stava guardando Chloe con occhi maligni e con un ghigno inquietante. Strinsi le labbra, la curiosità scintillava dentro di me, ma riuscii a fare un cenno verso Elizabeth.

Senza aggiungere altro, Elizabeth - la mia cosiddetta "fidanzata" - fu fuori dalla porta anteriore. Il silenzio riempì la cucina, anche se Chloe non faceva altro che respirare pesantemente e stringere il manico del cucchiaio.

"Tutto bene?" chiesi con calma, sperando di ottenere un minimo cenno del capo o qualcosa da lei. Avevo capito che non le piaceva parlare troppo.

Chloe esitò, poi tremante annuì con la testa verso di me.

Le mostrai un debole sorriso, annuendo di rimando. Mi diede il cucchiaio, ma proprio quando stavo per chiederle se voleva aiutarmi ancora, scosse la testa. Mi accigliai mentre scivolava su uno sgabello, la sua pelle era ancora pallida mentre si rigirava i pollici. Qualcosa era chiaramete sbagliato in lei. La paura era evidente nei suoi occhi marroni.

"Hai paura?" chiesi, la mia voce era bassa, come se avessi parlato troppo forte, l'avrei spaventata. Dovevo stare attento. Volevo che quella ragazza si fidasse di me.

Chloe non rispose.

"Va bene avere paura, Chloe," le dissi, anche se non ero sicuro di cosa avesse paura. "Hai paura?"

Chloe si morse furiosamente il labbro inferiore, poi annuì lentamente.

Mi accigliai. "Di cosa hai paura?"

Chloe non rispose per un lungo momento, ma proprio quando stavo per chiederglielo un'altra volta, per assicurarle che si poteva fidare di me, soffocò fuori, "Lei."

"Lei?" aggrottai le sopracciglia in confusione. "Elizabeth?"

Chloe annuì, gli occhi incollati al pavimento.

"Che ha fatto per farti avere puara di lei, Chloe?" chiesi con calma, ma sentii la rabbia ribollire dentro di me. Elizabeth ha sempre avuto una doppia faccia.

Chloe aprì la bocca per parlare, ma improvvisamente strinse le labbra insieme. Trascinò i suoi occhi per incontrare i miei, che urlavano che era preoccupata per qualche strana ragione. Ancora una volta scosse la testa, rifiutandosi di parlare.

Schizophrenic [h.s] (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora