Capitolo 1.

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Tanti anni fa, nell'immensa Terra di Mezzo, vennero creati 19 anelli del potere: 

Sette furono consegnati ai nani, grandi costruttori e circondati dall'oro.

Tre agli elfi, dalla vita eterna e bellezza incommensurabile.

Infine, nove agli uomini che più di qualunque altro bramano il potere.

Ma tutti furono ingannati poiché fu creato un altro anello.

Dalla lava del Monte Fato, Sauron, l'oscuro signore, forgiò un anello che li avrebbe domati sopra ogni dove.

Per colpa di esso la Terra di Mezzo cadde in un lungo buio, dove orchi e altre creature malvagie presero il sopravvento, comandati dal loro signore di Mordor.

Ma vi erano alcuni che avrebbero combattuto per sconfiggere questa minaccia, uno di questi era Isildur, erede al trono di Gondor, la più antica dinastia della Terra di Mezzo.

Nella grande battaglia, riuscì a contrastare Sauron e a togliergli l'anello.

Non sapeva però, che una voce da esso veniva, una voce che lo fece impazzire e fu in quel momento che apparve una scritta sul suo dorso: Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.

E fu così, poiché la mente del re venne stregata da quell'anello, fin che non gli causò la morte e l'oggetto venne perso per 2.000 anni.

Cose che dovevano essere non furono e cose che dovevano essere ricordate, furono dimenticate.

Tuttavia, l'anello aveva una volontà sua.

Venne ripescato da Gollum e stregò la sua mente per anni e anni, donandogli un innaturale lingua vita e vivendo nell'oscurità delle montagne nebbiose.

Poi, quando l'anello decise che era il momento, lasciò Gollum e finì nelle mani della più imprevedibile delle creature: un hobbit.

-Zio Bilbo!- gridò la piccola Primula.

Rose ridacchiò, agitando il ginocchio sopra la quale era seduta.- Esattamente, lo zio Bilbo.-

-Mamma, ci hai raccontato questa storia un milione di volte!- sbuffò l'altro, incrociando le braccine.

-Samwise Baggins, tua sorella non l'aveva ancora sentita.- ribatté Rose, facendogli la linguaccia.

A quel punto, il maschietto portò un grosso librone.- Leggici invece quello che aveva scritto zio Bilbo riguardo agli hobbit.-

Rose mise il libro rosso sul tavolo.- Va bene, ma poi riprendiamo con questa.-

Aprì alla prima pagina e iniziò a leggere: Andata e ritorno, un racconto di Bilbo Baggins.

Agli hobbit piace vivere per conto proprio, al di fuori della vita di quelli più alti.

Magari non considerati tra i più intelligenti o i più saggi.

Però con un' innata capacità di prendersi cura delle cose che crescono.

Con i loro lunghi piedi pelosi, sono famosi per l'erba pipa, il cibo e soprattutto la conservazione della propria razza.

Perché è proprio quello che serve, non dimenticare le cose che sono state.

Ci sarà sempre un Baggins in cima alla collina della grande Contea, indubbiamente.

***

Quel giorno, l'intera Contea era in fermento per la grande festa che si sarebbe svolta quella sera: il 111esimo compleanno di Bilbo Baggins, l'hobbit più famoso di tutti.

E, mentre tutti si occupavano di preparare lo striscione e i tavoli, Bilbo se ne rimaneva chiuso in casa a scrivere il suo libro.

Anche se veniva continuamente interrotto dai suoi parenti più lontani, che non vedevano l'ora sloggiasse via.

E' tra le verdi colline e gli alberi rigogliosi che i protagonisti della nostra storia se ne stavano tranquillamente lontani da tutto ciò.

Il nipote di Bilbo, Frodo Baggins, se ne stava sotto un albero di mele a leggere qualche libro che narrasse una storia d'avventura come di quelle che scriveva suo zio.

Con i suoi occhi azzurro cielo e i ricciolini neri che gli cadevano sulla fronte, si godeva quel racconto, fin che dall'albero non sbucò a testa in giù la sua migliore amica Rose.

Rose stava per Rosalina Gamgee, sorella del migliore amico Samwise Gamgee, il loro giardiniere di fiducia.

Viso ampio, occhi verdi e bel sorriso.

-Quindi ne sta scrivendo un altro?- domandò lei a lui, restando aggrappata con le gambe ad un ramo.

-Già. Andata e Ritorno, un racconto hobbit di Bilbo Baggins.- rispose Frodo con una risata sarcastica.

Era entusiasta quel giorno, perché un vecchio amico di famiglia sarebbe venuto alla festa.

Si trattava di Gandalf, il potente stregone grigio che con Bilbo aveva vissuto qualche avventura.

Non molto silenziosamente, per via dei bambini che lo rincorrevano per i suoi bei fuochi d'artificio, Gandalf entrò nella Contea con il suo carro.

I due appizzarono le orecchie quando lo sentirono canticchiare e videro il fumo della sua pipa da lontano.

Si alzarono di scatto e scesero lungo la collina per raggiungere la strada, spintonandosi ridendo.

Frodo incrociò le braccia, pronto a fargli uno scherzo. -Sei in ritardo.- esordì, con Rose che si copriva la bocca per non ridere.

Gandalf sollevò lo sguardo dal suo grande cappello a punta.- Uno stregone non è mai in ritardo, arriva precisamente quando intende arrivare.- borbottò, aspirando dalla sua pipa.

Lui e Frodo tentarono di sostenere lo sguardo, ma alla fine scoppiarono a ridere.

Sia lui che Rose gli saltarono addosso, abbracciandolo.

-Rosalina Gamgee, diventi ogni anno più bella!- commentò, strizzandole le guance.

Rose e Frodo si guardarono imbarazzati mentre Gandalf fece ripartire il carro.

-Sono tutti agitati per questa festa. Anche Bilbo, lui...Si comporta in modo strano.- raccontò Frodo, un po' confuso.- Per non parlare di quello che pensano di te, dopo quella storia.-

-Se intendi la faccenda del drago, io centravo ben poco.- borbottò il mago.

-Tuttavia, da quel giorno sei stato nominato ufficialmente come disturbatore della quiete.- aggiunse Rose.

Frodo tentò di scrutarlo, però lui rimaneva impassibile.- E va bene, tieniti pure i tuoi segreti, so che state tramando qualcosa.-

Rose si accorse della fila di bambini che li stavano seguendo e chiedevano ardentemente i suoi fuochi d'artificio.

Ad un tratto, come per magia, alcuni esplosero e i bambini gioirono felici.

-Magari si tratta solo del suo libro.- osservò Rose, vedendo le sue amiche che li stavano raggiungendo.- Beh, io vado a prepararmi!- continuò, facendo un salto per scendere e mischiarsi alle sue amiche.

Salutò Frodo con un cenno imbarazzato, mentre le altre la trascinarono via.

-Mi ricordo quando tuo zio assunse Sam Gamgee come giardiniere.- intervenne Gandalf, con un sorrisetto sotto la barba lunga.- Eri felice come se fosse il tuo compleanno e non perché le rose di Otho Sack-ville Baggins sarebbero rifiorite presto.-

-Ahn ahn, molto spiritoso! Io e Rose siamo solo ottimi amici.-

Gandalf si schiarì la voce.- Ma certo, ma certo...-

O era quello che Frodo credeva.

La Compagnia dell'Anello. (Fanfiction Rivisitata.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora