-Il nano respira così forte che potevano colpirlo nel buio.-
Nimrondel riconobbe subito quella voce e attraversò le decine di frecce con un sorriso.- Fratello!- esclamò, andando ad abbracciarlo.
L'elfo dai lunghi capelli biondi e lo sguardo schivo, la guardò confuso.- Nimrondel, cosa...?-
Legolas ed Aragorn gli si chinarono davanti.
-Mae govannen, Legolas Thranduilion.- disse al primo. (Benvenuto, Legolas figlio di Thranduil.)
-Fratello, lui è Aragorn, l'uomo di cui ti ho parlato. E loro sono la compagnia dell'anello.- spiegò Nimrondel.
-A Aragorn in Dúnedain istannen le ammen.- aggiunse con un cenno del capo. (Aragorn degli uomini dell'est, tu ci sei noto.)
-Haldir.-
Egli era Haldir di Lorien, elfo incaricato di proteggere i confini e fratello di Nimrondel.
Infine, egli squadrò gli hobbit, in particolare Frodo e percepì cosa avesse al collo.- Portate molta oscurità con voi. Non potete proseguire.-
I compagni di Haldir abbassarono le armi e Nim lo inseguì mentre tornavano indietro.
-Haldir! Henio, aníron, boe ammen i dulu lîn! Boe ammen veriad lîn!- gli disse con enfasi e stringendo i pugni. (Haldir, abbiamo bisogno di te, della tua protezione!)
-Andelu i ven.- ribatté suo fratello con un sussurro, per non far capire agli altri che stessero litigando. (Portate oscurità.)
-E' per questo che abbiamo bisogno della vostra protezione. Portaci da loro...Lei saprà cosa fare.-
-Tu vieni a dare ordini a me? Prima te ne vai da casa per stare con i Verdefoglia, poi rispunti a Minas Tirith e infine ti trovo con i Raminghi dell'est!- esclamò Haldir, contrariato e indicando Aragorn.
Nim gli tirò giù la mano.- Sai bene che non è solo un Ramingo dell'est.-
Tuttavia, Haldir le puntò un dito contro.- Se prometti di tornare a casa quando avrai finito qui, io vi farò passare.-
-Non è giusto!-
-Prometti!-
I loro due occhi azzurri si scontrarono ed entrambi erano furiosi.
Nimrondel guardò indietro, con gli occhi lucidi, Legolas e Boromir.
-Va bene...- sospirò.- Una volta eseguito il fine della compagnia dell'anello, tornerò a casa.-
Haldir non disse altro e si rivolse al gruppo.- Seguitemi.-
Come comandato, il resto della compagnia andò dietro il gruppo di elfi.
Rose notò che Frodo non avesse ancora proferito parola dopo che ebbero lasciato le miniere. -Non credo che la morte di Gandalf sia stata vana.- gli disse, camminandogli accanto.- Porti già un grande peso Frodo, te lo leggo negli occhi...Non portare anche il peso dei morti.-
Frodo capì che cercasse di rincuorarlo e le fece un piccolo sorriso.
Arrivarono quando il sole calò in una splendida radura offuscata, un gigantesco albero dove dimoravano gli elfi di Lothlorien.
Haldir li condusse al cospetto di una piccola scala che, in fretta, si illuminò di una luce bianca e accecante.
Da essa provenivano due elfi: un maschio vestito di grigio e una donna, vestita di bianco, con lunghi capelli argentei e ondulati sopra cui era posta una corona di cristalli.
La dama della luce.
-Il nemico sa che siete qui.- esordì il principe Celeborn. -In 10 siete partiti a GranBurrone, ma in 9 siete giunti qui. Dov'è Gandalf? Desidero ardentemente parlare con lui.-
Galadriel si mise ad osservare ognuno di loro, come se gli leggesse nella mente attraverso gli occhi addolorati.- Gandalf il Grigio è caduto nell'oscurità.-
-Siamo finiti inutilmente nelle reti delle miniere di Moria...Un Balrog.- spiegò Legolas.
-Dunque senza Gandalf non c'è alcuna speranza.- commentò Celeborn.
Galadriel incrociò lo sguardo di Rose.- Infine, io credo di sì, fin che la compagnia sarà fedele.-
Quando fece la stessa cosa con Boromir, l'uomo prese a sudare e non riuscì a reggere lo sguardo.
Nimrondel lo notò e gli tirò la manica, facendogli distogliere lo sguardo.
-Rimarrete qui stanotte, poiché le vostre anime sono stanche e piene di dolore, troverete pace.- disse infine Galadriel, prima di voltare il proprio sguardo su Frodo.
***
Si accamparono al di sotto di un grande albero e tirarono fuori le tende.
Intanto, per la radura echeggiava un canto malinconico in elfico.
-Un canto per Gandalf.- disse Legolas, riconoscendo le parole.
-Che cosa dice?- gli domandò Pipino.
-Non ho il cuore di dirtelo...-
Nim si separò dagli altri per pulirsi e cambiarsi d'abito, trovando però difficoltà ad abbottonarsi i bottoni al petto.
Legolas venne in suo aiuto e con tocco leggero lo fece al suo posto.
-Che cosa gli hai promesso?- le chiese, riferendosi al suo colloquio con Haldir.
-Fin da piccola i miei fratelli hanno sempre deciso per me. Rumil è sempre stato quello più saggio e adatto a comandare. Orophin, d'altro canto, non ha mai rispettato le regole. Credo di aver preso da lui.- sviò Nimrondel, non volendogli dire la verità.
Legolas sorrise appena.- Elrond ha detto che non avremmo dovuto andare oltre le nostre capacità.-
L'altra ridacchiò.- Non lo avremmo fatto comunque?-
-Tu, testarda come sei, sicuramente.- commentò Legolas, ridendo con lei e accarezzandole il mento col pollice.
Nim rimase con un leggero sorriso.- Va a dormire: i tuoi occhi hanno bisogno di riposare.-
Mentre Legolas si avviava alla propria tenda, Nimrondel vide Boromir seduto su una corteccia che ancora non si era ripreso dallo sguardo di Galadriel.
-Dovresti riposare, questi confini sono ben protetti.- gli disse.
-Non troverò riposo...- mugugnò lui, abbassando lo sguardo.- Ho sentito la sua voce nella testa...Sento che non merito di stare qui, che la speranza è perduta. Non ce n'è più a Gondor, non dal giorno in cui tu...- sussurrò, guardandola.- Mio padre è un uomo molto saggio, ma la sua guardia comincia a vacillare.-
Nimrondel si inginocchiò davanti a lui, posandosi sull'erba verde.- Sono sicura che lui è fiero di te.-
-Vorrei che la mia città tornasse alla sua antica gloria. Le hai mai viste, Nim, le bianche torri di Minas Tirith? Sei mai stata acclamata da trombe d'argento?-
L'elfa sorrise.- Mi è parsa una magnifica città, anche se l'ho vista solo una volta.-
-Un giorno, le nostre vie ci condurranno là e si leverà il grido: II signori di Gondor sono tornarti!- aggiunse Boromir, prendendole le mani.- Vivo per vedere quel giorno.-
Nim incrociò i suoi occhi azzurri.- Sono sicura che succederà.-
Non sapeva se fosse perché assomigliasse tanto al proprio amato o solo perché era stanca e addolorata per Gandalf, ma Nim lasciò che Boromir posasse la sua fronte alla propria.
Tuttavia, gli mise una mano sulle labbra quando tentò di baciarla.
-S-Scusa, mi dispiace.- balbettò Boromir, allontanandosi in fretta.
-Boromir!- lo chiamò lei, ma lui non si voltò.
Non le restò che andare a dormire.
STAI LEGGENDO
La Compagnia dell'Anello. (Fanfiction Rivisitata.)
FanfictionAvvertenze: Questa Fanfiction è tratta dalla VERSIONE ESTESA DEL FILM. Ho voluto rivisitare la trama, che sarà collegata anche a future storie de "Lo Hobbit". Perciò se leggerete nomi di personaggi diversi, è perchè sono stati aggiunti e creati da m...