Capitolo 6.

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Rose non sapeva che cosa intendesse Nimrodel, sapeva solo che l'indomani sarebbero partiti per tornare alla Contea e quindi fece i bagagli.

Frodo se ne accorse.- Già fatte le borse?-

-Beh, non è male essere pronti...- commentò lei, imbarazzata.

-Credevo che volessi uscire dalla Contea, che questo posto ti piacesse.-

-E' così, però...Abbiamo fatto quello che Gandalf ci ha chiesto, abbiamo portato l'anello a GranBurrone e quindi pensavo, dato che stai guarendo, che saremmo potuti tornare a casa...- ribatté Rose.

-Hai ragione.- sussurrò Frodo, guardandola negli occhi.- Abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto...Sono pronto a tornare a casa, e poi...- aggiunse, sfiorandole la mano.

Rose rabbrividì, ricambiando lo sguardo.- E poi...?-

Prima che potessero dire altro, udirono lo scricchiolio di un cancello aprirsi e si andarono ad affacciare per vedere cosa stesse succedendo.

Dall'entrata principale videro arrivare molte persone.

C'era un gruppo di uomini, di nani e di elfi.

Uno in particolare che Nimrodel stava aspettando: un elfo con i capelli biondi legati, arco e frecce sulla schiena e gli occhi azzurri.

Nimrodel si inchinò a lui.- Mio principe Legolas.-

-Oh andiamo, non sei mai stata per queste cose.- esclamò lui ridendo.

Nim rise con lui e andò ad abbracciarlo.

-Ho temuto il peggio quando non ti ho vista più.- continuò Legolas, camminando al suo fianco.

-Mh, allora mi sottovaluti dopo tutti questi anni!- borbottò Nim.- Sei stato tu ad insegnarmi che gli amici non si lasciano indietro.-

Legolas le sorrise appena.- Sì, è vero.-

Legolas Verdefoglia, figlio di re Thranduil del Reame Boscoso, Gimli, figlio di Glòin del regno dei nani e Boromir, figlio di Denethor, ora sovraintendente al trono di Gondor, città principale del regno degli uomini, erano venuti insieme ai propri simili per partecipare al consiglio indetto da Elrond.

Perfino Rose e Frodo vennero invitati, insieme a Gandalf e Grampasso.

Nimrondel si sedette accanto a Legolas, senza riuscire a distogliere lo sguardo da Boromir, colui che assomigliava così tanto al proprio amato.

-Vi ho qui riuniti oggi per spiegare la drammatica situazione in cui ci troviamo.- esordì re Elrond.

Si misero tutti seduti in cerchio e al centro vi era una piattaforma di roccia.

-Il flagello di Isindur si è risvegliato.- annunciò, rimanendo in piedi.- Frodo, porta qui l'anello.-

Frodo si alzò e posò l'anello sulla piattaforma, facendo poi un sospiro di sollievo per essersene finalmente liberato.

Rose osservò che il suo oscuro potere gli avesse fatto un brutto effetto, più a lui che a tutti gli altri.

Non appena videro l'anello, iniziarono i brusii e Boromir, con la sua veste verde che al centro del petto aveva disegnato l'albero di Gondor, si alzò per primo.

-L'anello di Sauron. E' praticamente un dono ai nemici di Mordor...- sussurrò, avvicinando lentamente la mano al gioiello.

Improvvisamente, si fece tutto scuro, il sole scomparve dal cielo e Gandalf si sollevò, prendendo a gridare parole sconosciute, come se fosse un maleficio.

Rose e Frodo non lo avevano mai visto così arrabbiato.

-Mai nessuno ha osato pronunciare la lingua oscura qui a GranBurrone.- commentò Elrond.

-Eppure non ti chiederò perdono, mio re.- ribatté Gandalf.- Sono queste le parole incise sull'anello: esiste un solo signore dell'anello ed egli non condivide il potere!-

-Ha ragione.- intervenne Grampasso.- Non possiamo servircene, l'anello risponde solo a Sauron.-

Boromir lo guardò di sottecchi.- E che ne sa un Ramingo del nord di questa faccenda?-

-Lui non è solo un Ramingo.- esclamò Nimrondel, balzando in piedi.

-Stai parlando con Aragorn, figlio di Arathorn ed erede al trono di Gondor, si deve a lui la vostra alleanza.- aggiunse Legolas, come se avessero offeso lui stesso.

Rose sgranò gli occhi a quella scoperta e sprofondò nella sedia.- Oh mio Dio, ho dato dell'idiota all'erede di Isildur...-

Boromir fece un sorriso divertito. -Gondor non ha un re...A Gondor non serve un re.- continuò, prima di andare a risedersi al proprio posto.

-Ordunque, l'anello va distrutto, è l'unica possibilità che abbiamo.- affermò Elrond.

-E allora facciamolo subito!- gridò Gimli e con la sua folta barba marrone, afferrò l'ascia del suo compagno e colpì il gioiello.

Tuttavia, l'unica cosa che finì in mille pezzi fu l'ascia.

-L'anello non può essere distrutto qui, ma deve essere rispedito da dove è stato creato, ovvero nelle fiamme del Monte Fato.- spiegò il re elfico.

Questa volta, Boromir scoppiò a ridere.- Non si entra con facilità Mordor: il grande occhio vede tutto...Perfino l'aria di quel posto è avvelenata.-

-Non avete sentito re Elrond?- si intromise ancora Legolas.- L'anello va distrutto!-

-E suppongo che ti offrirai volontario per farlo!- ribatté Gimli.

-E se falliremo? Che cosa succederà quando l'arma tornerà da Sauron?!- borbottò Boromir.

-Sarò morto prima di vedere un elfo con un tale potere!-

D'un tratto, si alzarono tutti e presero a litigare su chi potesse svolgere quell'importante compito, creando caos.

Fin che...

-Lo farò io.- esclamò Frodo.

Rose non si era nemmeno accorta che si fosse alzato e Gandalf sospirò tra sé e sé, come se lo avesse immaginato.

La hobbit stava per ribattere, ma capì subito il perché Frodo volesse farlo: fin da quando era piccolo, aveva sempre sognato di essere come Bilbo, di vivere avventure e di fare qualcosa di importante.

-Lo porterò io a Mordor.- replicò Frodo, timidamente.- Solo...Non conosco la strada.-

-Io sì.- annunciò Rose, affiancandolo.- E lo sai che tu non vai da nessuna parte senza di me.-

Se quella era la volontà di Frodo, Rose non lo avrebbe mai lasciato andare da solo.

-Ti aiuterò anche io a trovare la strada.- gli disse Gandalf.

-Se con la mia vita o con la mia morte ti potrò esser d'aiuto, io ci sono.- aggiunse Aragorn, piegandosi alla sua altezza.- Hai la mia spada.-

Se Aragorn aveva intenzione di aiutare lo hobbit, lo avrebbe fatto anche la sua più fedele compagna.- E i miei pugnali.- si unì Nim.

-E il mio arco.- disse Legolas.

-E la mia ascia.- borbottò Gimli.

-Reggi il destino di tutti noi, piccoletto.- commentò Boromir.- Ci sto.-

-Ehi!-

-Veniamo anche noi!-

Accorsero Pipino e Merry, unendosi al gruppo.

-E poi servono persone intelligenti per questo tipo di... cose!- affermò Pipino.

Rose alzò gli occhi al cielo.- Ma così ti auto- escludi, Pipino.-

Elrond guardò tutto l'insieme e sorrise.- 10 fedeli compagni. Voi sarete la compagnia dell'anello.-

Pipino sorrise entusiasta.- Bene! Dov'è che andiamo?-

La Compagnia dell'Anello. (Fanfiction Rivisitata.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora