Capitolo 7.

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Quella stessa sera, mentre tutti facevano i bagagli, Nim inserì nella propria cintura i suoi due pugnali d'argento, l'arco con le frecce e la lunga spada elfica, che ricordava molto Narsil, la spada di Isildur.

Dalla sua finestra riuscì a vedere Aragorn che portava i fiori sulla tomba della propria madre e ripensò al giorno in cui le disse che non avrebbe mai accettato quel potere.

-Sua madre sapeva che gli avrebbero per sempre dato la caccia.- commentò Gandalf, affiancandola sul balcone.

Nimrondel continuò a guardarlo.- Ma solo lui è veramente degno di reggere quel peso.- osservò, voltando lo sguardo sullo stregone.- Perché non hai raggiunto gli hobbit a Brea? Che cosa è successo?-

-Un fatto che non ci aspettavamo: Saruman, il capo del mio ordine, non che il più potente stregone che conosco, è passato dalla parte del nemico.- spiegò il mago.- Ha radunato per lui orchi, formando un esercito al di sopra delle nostre possibilità. Possiede il Palantir, la pietra veggente che vede sia il passato che il futuro.-

Nim rabbrividì, conosceva benissimo quell'oggetto creato dalla propria gente. -Lo hobbit ce la farà, ne sono sicura.-

-Che cosa te lo fa dire?- le domandò Gandalf.

L'elfa fece un leggero sorriso.- Non è solo.-

Contemporaneamente, non lontano da lì, Bilbo stava condividendo con Frodo e Rose i bottini delle sue avventure.

-Questa è Pungolo, la mia spada speciale: si illumina quando avverte il pericolo.- raccontò Bilbo, porgendola a Frodo. Tirò fuori anche una maglia rosea che brillava da tutte le parti.- Una cotta di maglia di Mithril, il materiale più resistente che ci sia al mondo.- aggiunse, dandola a Rose.- Il principe Thorin Scudo di quercia la donò a tua zia Violet molto tempo fa...-

Rose sorrise ampiamente.- Ma certo, me ne raccontava quando ero piccola.- commentò, assumendo poi una smorfia di malinconia, poiché la hobbit era morta tempo fa di vecchiaia.

Fu in quel preciso istante che Bilbo vide l'anello al collo di Frodo.

Elrond ci aveva messo una catenina, così che fosse più comodo da portare e soprattutto difficile da perdere.

-Oh, il mio vecchio anello...- bofonchiò, sgranando appena gli occhi.- Non è che...Potrei tenerlo in mano, un ultima volta?-

Frodo non la trovò una cosa saggia e, senza dire niente, si allontanò leggermente da lui.

Improvvisamente, Bilbo gridò di rabbia e il suo viso assunse uno sguardo raccapricciante, di chi avrebbe ucciso perfino il suo stesso nipote per riaverlo indietro.

Rose sobbalzò e istintivamente si aggrappò al braccio di Frodo, tirandosi indietro.

-M-Mi dispiace...- balbettò Bilbo, nascondendo la faccia.- E' tutta colpa mia...- iniziò a piagnucolare.

A Rose fece una gran pena e gli prese le mani, guardandolo negli occhi che erano tornati azzurri.- Andrà tutto bene, Bilbo.-

Lui le sorrise appena.- Violet...Sei tornata...Mi sei mancata davvero tanto.- mugugnò, abbracciandola.

Ora che il potere dell'anello era svanito, Bilbo cominciava ad invecchiare e probabilmente a perdere anche la memoria.

Nonostante tutto, Rose decise di accettare il suo regalo e partì con la cotta di maglia sotto la camicia.

Successe il mattino seguente, dove gli hobbit, Aragorn, Nimrondel, Legolas, Gimli, Gandalf e Boromir si riunirono davanti all'arco d'uscita.

Anche l'elfa che Rose aveva visto con Aragorn, insieme ad altri elfi del posto, erano arrivati per dargli la loro benedizione.

Rose aveva scoperto che si trattava di Arwen, la figlia di Elrond.

-Il portatore dell'anello si avvia verso il suo viaggio per il Monte Fato.- esordì proprio lui.- Voi che lo accompagnate non avete prestato alcun giuramento, perciò non siete costretti ad andare oltre le vostre capacità. Addio e buona fortuna.-

-La compagnia attende il portatore dell'anello.- intervenne Gandalf.

Frodo e Rose si fecero spazio tra loro, camminando oltre l'arco e ritrovandosi in un bivio.

-Rose...Mordor è a destra o a sinistra?- le sussurrò, timoroso.

-A destra, Frodo.- rispose lei, prendendogli la mano.

Iniziarono il loro viaggio camminando per vaste colline verdi per un paio di giorni e poi si fermarono a riposare su delle rocce.

Mentre Rose si occupò di preparare qualcosa da mangiare, sembrava che Pipino e Merry si fossero abituati a tenere la spada e chiesero qualche lezione a Boromir.

-Se qualcuno chiedesse la mia opinione, gli direi che ho notato il fatto che abbiamo preso la strada più lunga.- esordì Gimli.- Gandalf, perché non passiamo attraverso le miniere di Moria? Mio cugino Balin ci offrirebbe un benvenuto regale.-

-Ha ragione: risparmieremmo giorni di viaggio.- intervenne Rose.

-No, Rose, attraverserei le miniere di Moria solo se non avessi altra scelta.- rispose Gandalf, con aria enigmatica.

Rose non capì il perché la pensasse così e osservò Nim e Legolas scrutare l'orizzonte.

Merry e Pipino erano finiti per atterrare Boromir e giocarci assieme, ma quella grande nuvola nera che si vedeva da lontano stava insospettendo tutti.

-Si muove veloce.- commentò Gandalf.

Fu allora che Nim capì cosa fosse.- I Crebain del Dunland!- gridò, intimando tutti di nascondersi sotto le rocce.

Aragorn nascose Merry e Pipino sotto le proprie braccia, Gandalf spinse Frodo e Rose sotto un cespuglio e Boromir fece abbassare Nimrondel sotto una roccia vicino a se.

Passò un enorme stormo di corvi neri, come se fosse stato creato apposta per controllarli.

Fece un giro nell'area e poi andò via.

-Spie di Saruman.- borbottò Gandalf.- Il passaggio è sorvegliato.-

-Allora dovremmo passare per le montagne.- osservò Rose.

-E' la via più sicura.-

Tutti, tranne i due elfi, leggeri com'erano, si ritrovarono a dover affondare i piedi nella neve e mentre affrontavano una ripida salita, Frodo inciampò, rotolando.

Aragorn lo afferrò in tempo per aiutarlo a mettersi in piedi, ma quando Frodo si controllò il collo, vide che la catenina con l'anello gli era caduta.

Boromir se ne accorse per primo e la raccolse, fissandola intensamente.

Già durante il consiglio aveva espresso il desiderio di usarlo, perciò Nimrondel gli si mise davanti.

-Che destino dobbiamo patire per una cosa così piccola...- mormorò tra sé e sé.

-Boromir...- gli disse Nim, mettendo una mano avanti. -Dà l'anello a Frodo.-

Come destato da un incantesimo, Boromir distolse lo sguardo e lo ridiede a Frodo.- Ma certo, non mi interessa, è tutto tuo.- ridacchiò appena, scompigliandogli i capelli.

Nessuno si fidava di lui e di fatti Nim osservò che Aragorn avesse messo mano alla propria spada.

La Compagnia dell'Anello. (Fanfiction Rivisitata.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora