Chapter 3

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Le mie orecchie poterono finalmente sentire il suono della campanella che sentenziava l'ora di pranzo e, con fin troppa gioia, mi alzai dal mio banco dirigendomi verso la mensa.

Non odiavo la scuola ma alcune materie proprio non riuscivo a sopportarle.

Una di queste era matematica.

Non che andassi male ma era troppo pesante, soprattutto se il tuo professore, invece di spiegare, ti raccontasse come la sua insulsa vita fosse solo un disastro.

Senza accorgermene arrivai alla soglia della sala dove tutti erano seduti, chiacchierando tra di loro.

Mi feci più piccola e mi avvicinai al self service dove, dopo aver preso il vassoio, optai per un' insalata e un budino alla vaniglia, il mio gusto preferito.

Successivamente intravidi un tavolo isolato dove non vi era nessuno e mi ci sedetti per iniziare a mangiare il mio misero pasto.

Non ero una tipa molto socievole e mi dava fastidio andare vicino ad altri individui per far amicizia.

Potevo stare benissimo da sola, e credo che dopo 17 anni lo abbiano capito un po' tutti.

Presi il mio cellulare e controllai se mia madre mi avesse scritto qualcosa ma, non trovando niente, andai su Twitter a spendere il mio tempo leggendo i tweet degli altri.

«che ci fai qui tutta sola?» alzai la testa dal mio telefono per ritrovarmi Mal intenta a fare il labbruccio.

Mi uscì fuori una piccola risata e risposi con un «abitudine» sorridendo verso di lei.

Senza proferire altra parola si sedette affianco a me e iniziò una conversazione.

«allora...che stavi facendo?» inclinò leggermente la testa di lato guardandomi.

«cazzeggiavo su Twitter, niente di che...» feci spallucce.

Mi sentivo una tale principiante...non sapevo neanche come continuare un discorso, che stupida.

«uhm, non mi hai ancora dato il tuo numero»

«ouh, già...ehm...dammi il tuo telefono che te lo segno» sorrisi verso di lei.

«certo tieni» continuò porgendomi il suo iPhone.

Senza pensarci due volte lo afferrai andando sulla sua rubrica.

Lo trascrissi velocemente salvandolo con: "Avaloon :)" per poi ripassarglielo.

«mh, interessante...non credevo che il tuo nome si scrivesse con due 'o'» disse cercando di mostrarsi loquace.

«infatti non si scrive così, però volevo farlo sembrare più simpatico senza modellarlo in un soprannome» risposi infilandomi un po' di insalata in bocca e gesticolando, durante il mio piccolo discorso, con la forchetta.

Rise semplicemente per continuare, anche lei, il suo pasto, che consisteva in un abbondante quantità di cibo.

Avrei preso anch'io qualcosa di più...ma niente, oltre a quello che avevo già davanti, mi ispirava molto.

Decisi di dare un'occhiata in giro e notai, per mia grande sfortuna, che Calum e i suoi amici ci avevano viste e che quindi, ora, si stavano dirigendo verso di noi.

«Mal» bofonchiai in ansia ma quest'ultima non mi rispose, troppo presa dal telefono.

«Mal» riprovai ancora con scarsi risultati.

«MAL PORCA PUTTANA RISPONDI» sussurrai gridando, per voi vederla sobbalzare e guardarmi trucemente.

«ti prego andiamocene, ti supplico» la pregai mentre il gruppetto si avvicinava sempre di più.

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