Chapter 6

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Corsi lungo il corridoio dopo aver sentito il suono della campanella.

Il professore mi aveva trattenuto qualche minuto per chiedermi di occuparmi di un progetto di Natale e io, come una tale stupida, avevo accettato per fargli finire il suo lungo monologo.

Se non mi fossi sbrigata probabilmente non avrei neanche avuto il tempo di sedermi al tavolo della mensa.

Mi fermai di colpo andando quasi a sbattere la testa contro la porta.

Cercando di rallentare il respiro feci il mio ingresso nella sala pranzo, andando direttamente verso il cibo esposto nelle piccole vetrine del self service.

Guardai attentamente quel poco cibo rimasto e presi solo una fetta piccola di torta e della "pasta", se così si può definire, al sugo.

Con il fiato ancora corto andai verso il tavolo in cui avevo visto Mal e gli altri.

«zitti, sta arrivando..» sentii dire proprio da lei.

Feci finta di niente e continuai ad avvicinarmi.

«uhm..ciao» salutai tutti con un piccolo sorriso dopo essermi seduta affianco a Michael.

«hey!» disse Ash mostrando le sue adorabili fossette profonde.

«ciao Ash» ridacchiai vedendolo sempre così felice.

«mi aspettavo un abbraccio» continuò facendo un piccolo broncio.

Mi alzai incerta e lo strinsi delicatamente in un piccolo abbraccio affettuoso.

«così va meglio» pronunció orgoglioso.

Scossi leggermente la testa davanti alla sua tenerezza.

«hey! se l'hai dato a lui lo devono avere tutti!» esclamò offeso calum.

Lo fissai per poi aprire le braccia aspettando che venisse verso di me, cosa che fece poco dopo.

Mi stritolò tra le sue braccia per poi allontanarsi soddisfatto.

«allora...» cominciai a dire giocando con gli spaghetti presenti nel mio piatto «di che parlavate?..» chiesi incerta.

«di niente!» risposero tutti allo stesso momento facendomi sobbalzare per lo spavento.

«okay okay, state tranquilli» dissi abbassando lo sguardo a disagio.

Mi diedi della stupida da sola per aver ficcato il naso nei loro discorsi.

Non potevo pretendere di stargli simpatica dopo neanche una settimana che ci conoscevamo.

Dovevo essere più paziente e aspettare che si fidassero un po' di più di me.

Insomma, loro avevano già formato il loro gruppo, io per il momento ero solo un'infiltrata, quella che stava cercando di farsi spazio nella loro stabilità, un'intrusa.

E anche se la mia curiosità continuava a persistere, a malincuore, decisi di far cadere l'argomento e di continuare a mangiare quello schifo che avevo nel vassoio.

Michael mi diede una lieve gomitata facendomi girare verso di lui.

Fece un leggero sorriso per poi avvicinarsi al mio orecchio e sussurrare un lieve "non preoccuparti, non sei male", che mi fece salire l'umore.

Lo guardai mimando un piccolo "grazie" con tanto di sorriso.

Mi girai nuovamente, sistemandomi meglio sulla sedia.

«tu invece? come mai sei arrivata in ritardo?» mi chiese leggermente confusa Mal.

«uhm..il prof.Coutner mi ha chiesto di occuparmi di un progetto natalizio» dissi gesticolando un po' con la forchetta.

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