ESTRATTO DEL DIARIO

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Ciao Gesù, ti scrivo da questo piccolo impercettibile mondo che hai tra le mani.
Un pianeta microscopico, dove gli abitanti, ignari di essere solo un granello nell'immenso universo, hanno iniziato a sentirsi dei giganti come Golia .
Sai, in questo posto la vita è strana, è una salita sempre in corsa, è un percorso ad ostacoli un inferno da cui convertirsi, ma è anche un luogo altrettanto meraviglioso, un dipinto celestiale da cui accingere per rigenerarsi.
La natura è perfetta e soave, il mare un dolce compagno a cui rivolgere i nostri pensieri.
Eppure in questo mondo la nostra anima è sempre in tumulto, non sembra trovare pace.
Non soffrire di depressione nella nostra società è una vittoria a tutti gli effetti.
È un mondo molto complicato.
La gente ci addita, ci giudica, ci umilia, il senso di colpa ci lacera l'anima.
Qualsiasi cosa noi facciamo, in qualsiasi ambito della nostra vita, abbiamo sempre il dito puntato da qualcuno, niente sembra essere privo di giudizio.
Ma tu mi hai insegnato che scagliare la pietra è sbagliato, perché quindi, noi tutti continuiamo a perpetrare nell'errore?
Perché tu, dall'alto dei cieli, non puoi aiutarci a ritrovare la via.
Siamo pecore smarrite in cerca del pastore che ci guidi.
Qui è pieno di lupi, che incarnano alla perfezione le due facce della nostra anima.
Il bene e il male in esterna lotta fra loro.
Ora spiegamelo tu come si vive senza affogare, quando la tua forza non è sufficente per sollevare il corpo dalla torbida acqua del fiume, ma a malapena riesce a tenerti a galla, aggrappata ad un ramo.
Come si esce dal limbo del senso di colpa , quando anche le parole non dette lo rivelano.
Le nostre scelte condizionano per sempre la vita di qualcun altro.
Chi ci dice se è colpa nostra o del destino?
Quale percorso dobbiamo seguire, qual'è la nostra strada?
Hai dimenticato di darci le istruzioni, e giocare è diventato troppo difficile.
Siamo troppi, e forse con il libero arbitrio la questione è sfuggita un po' di mano.
Gesù mio, io sono soltanto una pedina, credo di giocare la vita in modo autonomo, come tantissime altre persone ma in realtà quando riusciremo a farlo veramente il gioco sarà finito e noi avremmo vinto.
Forse sei stato avventato a concedere così poco tempo di gioco, la sua complessità ne avrebbe richiesto perlomeno il doppio.
La fretta, non è una buona consigliera, rileva la parte più competitiva di noi.
Chi gioca con slealtà finisce sempre per dominare i nostri pensieri.
Le parole dette con superficialità, scavano solchi profondi nel nostro cuore,
I giudizi alimentano il senso di colpa e ci fanno sentire sbagliati.
Non è facile collaborare con determinati giocatori, a volte ci stanchiamo, è frustrante.
Viviamo in un costante mutamento di noi stessi, ci plasmiamo ad immagine somiglianza di tutto.
Ci adattiamo al luogo, alla dimensione, al tempo, alle persone che ci circondano, al clima, alle abitudini, al cibo, e arriviamo al punto di non sapere più chi realmente siamo.
Come saremmo stati senza alcun influenza.
Io non riesco a dare una risposta nella mia mente, ma se ascolto i mio vero essere, la parte più nascosta di me, ho la convinzione che forse, io non sarei stata questa. Non del tutto perlomeno.
Forse, l'inferno e il purgatorio, quei luoghi così temuti dalla nostra mente sono gia in essere.
Non stiamo vivendo la vita che ci è stata regalata, ma stiamo scontando il peccato originale, stiamo espiando i nostri peccati, qui su questa pallina sferica.
Un piccolo mondo creato come si costruisce un gioco da tavolo.
Noi stiamo già giocando la nostra partita come pedine di una scacchiera.
Ognuno di noi dovrà affrontare i propri demoni privati e comuni da combattere.
Per arrivare al traguardo a volte, dovemmo imparare a collaborare, altre dovremmo svelare da soli l'enigma che ci condurrà alla soluzione del problema.
Solo allora potremmo liberarci dai peccati e abbandonare la plancia per essere nuovamente ammessi al vero gioco della vita che interrompemmo secoli e secoli fa.
Nel frattempo, io da quaggiù vorrei chiederti se esiste un arma per corazzare il nostro fragile cuore, dalle battattaglie quotidiane, perché purtroppo ti sei dimenticato di fornirci le armi di difesa.
Non ci sono elmetti o corazze, e le frecce in questo mondo, anche se di striscio, riescono quasi sempre a colpire il bersaglio.
Ti invito a riflettere sulla mia richiesta di aiuto, perché il gioco forse si è fatto più complicato del previsto.
Credimi che la brama di vincere sta prendendo un po' la mano di tutti.
I lupi stanno uscendo dalla tana in cui erano rinchiusi e si sa che cercheranno di nutrirsi delle pecore rimaste.
Inviaci gli strumenti adatti per sopravvivere alla partita .
Avere l'occorrente giusto può scoraggiare il lupo ad uscire dal recinto e diffondere così il lato buono di ognuno di noi.
Rispondi se ti va, hai tutto il tempo del mondo. Noi però, avremmo un po' fretta, se puoi, non metterci tanto.
Questo giocattolo ti è venuto così meravigliosamente favoloso che vela la pena di essere vissuto pienamente .

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