ESTRATTO DEL DIARIO

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Sei arrivata piano piano,
Sei entrata in silenzio, in punta di piedi.
Non hai fatto troppo rumore, sei stata brava a non attirare troppo l'attenzione.
Poi improvvisamente, in un giorno di sole e di gioia ti sei presentata di colpo senza bussare.
Un ospiste inatteso, scomodo.
Io, inizialmente non ti ho ascoltato, non era il momento.
Non sapevo chi eri, ma sentivo che dovevo starti più lontano possibile. Non volevo cedere a te, non volevo rovinarmi quel momento di serenità con la mia famiglia.
Tu però sei diventata sempre più invadente e io ho cercato di combatterti con tutte le mie forze.

Ho camminato piu veloce che potevo, sperando di seminarti,
ho fatto salite, ma eri sempre un passo avanti a me,
ho nuotato, pensando ti stancassi di inseguirmi, ma eri sempre dietro le mie spalle come una scia.

Allora non ti conoscevo bene come adesso, ma da lì, ho capito che non saresti stata un ospite facile da mandar via; Testarda e cocciuta.

Io ero determinata, avevo i miei impegni, i miei sogni, la mia famiglia, il mio lavoro che non volevo lasciare neanche sotto tortura, quindi l'unica soluzione che ho trovato, era torturare te. Maledetta!

Giorno dopo giorno, ingoiavo pasticche, gocce, facevo punture di ogni genere pur di avvelenarti, di annientarti.
Sfinita, rassegnata, ho iniziato a capire con chi dovevo convivere, ho lottato, mi sono informata, ho studiato per capire se c'era un modo per sfrattarti.
Ma tu eri sempre un passo avanti a me; eri più furba ed io ero come un animale in trappola, indifesa.

Hai lavorato da dentro, hai usato
l'astuzia di chi sa come ingannare, hai scavato per costruirti il tuo posto sicuro dentro di me, mattone dopo mattone.
Quel luogo da cui nessuno ti avrebbe più cacciato via.

Ogni giorno, affrontare le giornate con te era un incubo, un incognita.
Non sapevo come mi sarei alzata, se avrei avuto le forze, come sarei stata dopo un'ora.
Camminare con te era quasi impossibile, mi sentivo come una detenuta, costretta a trascinare grandi sfere di piombo legate alle caviglie che mi limitavano i movimenti.
Ogni piccolo gesto era diventato difficile, se non impossibile.

A volte quando ti vedo assopita vorrei farti vedere chi comanda, ma quando ti svegli dal sonno, come una belva affamata, mi schiaffeggi come non mai, mi graffi, mi pungi .
Sento le carni strapparsi e bruciare sotto le tue grinfie .
E piango.

Piango, perché non so più cosa fare, piango, perché hai vinto,
piango perché tutto ciò che volevo non sarà mai.
Da quado ci sei tu, i miei sogni si sono trasformati in lacrime, lacrime amare, mi hai portato via tutto.

Ti sei impossessata del mio sorriso,
delle mie speranze,
della mia vita,
Mi hai rinchiuso a chiave qui, con te, allontanandomi da tutto e tutto.
Mi hai costretto a ritenerti superiore a qualsiasi cosa potessi fare io.

Tu!
Bestia senza cuore che
ti trascini sul mio corpo, aggrappandoti con aghi e chiodi.
Tu!
Perfida compagna di vita che segui ogni mio passo con i tuoi macigni, che legati alle mie gambe, mi ricordano che non ti batterò mai.
È triste, mi sento svuotata, priva del mio essere, dei miei sogni, quei sogni che inseguivo sin da bambina, che tu hai seppellito, lasciandomi nuda, disperata.

Tu, cara amica vigliacca, hai fatto tutto nella segretezza, nascosta nel tuo angolo, lasciando a me, l'onere di combattere con un mondo che non avrebbe capito,
un mondo cattivo, fatto di pregiudizi, dove non sei altro che una scansafatiche, una donna che può permettersi di non lavorare perché mantenuta, una malata immaginaria che non si sforza abbastanza, una depressa.
Un mondo che non nota le tue lacrime dietro un sorriso palesemente finto, o la sofferenza nasconta dietro un trucco sul viso.
Un mondo spietato che corre senza guardarsi indietro, che non aspetta.

Mi hai portato via tutto, mi hai fatto sentire sola più che mai, ora cosa vuoi ancora da me?
Cosaaaa...!
Ho perso ogni speranza, ora ti prego esci dal mio corpo.
Buonanotte amica!

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