Baby I'll take you there

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 Avevo messo la sveglia alle otto e trenta dopo aver letto il messaggio di Harry, sentivo quella strana sensazione appena mi svegliai e capii che il riccio sarebbe venuto a prendermi per fare non si sa cosa in un’ora e mezza. Era un misto tra eccitazione ed ansia, avevo quasi un senso di nausea e fu questo il motivo che mi spinse a non fare colazione, una tazza di the poteva andare più che bene per svegliarmi. Cercando di non fare troppo rumore per non svegliare Emily aprii l’armadio e con il flash dall’Iphone mi feci luce per decidere cosa indossare. Ovviamente non fu un’impresa facile decidere cosa mettermi non sapendo dove dovevo andare e cosa avrei fatto, così preferii un paio di jeans e un grigio maglione pesante ma carino, una voluminosa sciarpa bianca e converse bianche. Rimasi in bagno per truccarmi, stavo decidendo se mettere o no l’ombretto quando sento la voce assonnata di Emily chiamarmi «Liz!», uscii dal bagno e la guardai mentre si stiracchiava nel letto «Buongiorno!» le dissi, «Perché ti stai preparando se non abbiamo lezione e non devi andare in studio?» mi chiese ignara del messaggio di Harry. Senza dire niente mi avvicinai a lei e presi il cellulare che era sul mio letto e le mostrai il messaggio, mi fece immediatamente sedere sul letto «Perché non l’hai detto subito?» chiese guardandomi, «Svegliarti nel cuore della notte? No, mi avresti tirato il cuscino.» risposi alzandomi e andando verso lo specchio. «Hai idea di quello che farete?» domandò sbadigliando, scrollai il capo e guardai l’orario «Assolutamente no, sono proprio curiosa.» dissi andando a prendere i trucchi in bagno. «Emily lui mi piace ma non credo sia una cosa fattibile.» esclamai guardandola mentre faceva colazione sul letto, «Non ti capisco. Perché non ti lasci un po’ andare?» chiese con la bocca piena di cereali, mi voltai verso lo specchio ed iniziai a truccarmi: matita, mascara e così via. «Troppo sicuro di se, troppo donnaiolo, troppo famoso, circondato da troppe ragazze.» spiegai chiudendo la borsetta in cui tenevo i trucchi, Emily scosse il capo «Prova, dico soltanto questo.». Era quasi l’ora, Harry sarebbe arrivato a momenti, non sapevo se mi avrebbe mandato un messaggio per avvertirmi quando fosse arrivato o se ci saremo visti direttamente fuori, così nell’incertezza presi il giubbotto di pelle, salutai Emily e uscii dalla camera. Misi gli auricolari e iniziai ad ascoltare “Born to die” di Lana del rey, una volta fuori mi sedetti su una panchina aspettando l’arrivo del famoso cantante. Quando vidi la Range Rover nera, mi alzai, si avvicinò a me quindi doveva essere sicuramente lui, i finestrini erano oscurati quindi non potevo ancora esserne certa ma quando si fermò davanti a me, vidi il suo viso. Aprii la portiera e mi sedetti sul posto del passeggero, «Ciao Harry.» dissi mettendomi la cintura di sicurezza, «Buongiorno Liz» rispose con la sua voce roca, come al solito era molto ben vestito: jeans scuri, maglietta grigia e un maglione pesante nero con gli ultimi due bottoni aperti, aveva gli occhiali da sole che gli coprivano quei grandi occhi verdi. «Quindi?» chiesi mentre lui riaccese il motore, «Cosa?» chiese lui voltandosi verso di me, «Dove stiamo andando?» domandai mettendomi comoda sul sedile, «Vedrai.» mi lanciò un sorriso a cui feci fatica a non ricambiare, gli angoli delle mie labbra andarono all’insù. Accesi la radio e prendendo un cavo collegai il mio Iphone così da poter ascoltare qualche canzone di mio gradimento, niente pop o cose del genere, la musica andava e noi stavamo attraversando Londra. Cantavamo ed era abbastanza piacevole, mi sembrava di stare in macchina con un mio vecchio amico. Ci fu un minuto di silenzio e partì “Mr. Sandaman”, Harry scoppiò a ridere ed io con lui, ci guardammo e iniziammo a cantare perfettamente in sintonia, sorridevamo e cantavamo, per un momento scordai che ero arrabbiata con lui. «I’ll bring you a dream» mi disse non appena finì la canzone, «Ma grazie Harry.» commentai scoppiando a ridere. In tutto questo non mi ero accorta che eravamo nel profondo sud di Londra, «Harry perché mi hai chiesto di vederci questa mattina?» chiesi tornando seria, lui rimase un po’ in silenzio. Non ci guardavamo, eravamo troppo impegnati a guardare la strada, «Volevo stare un po’ con te e spiegarti delle cose.» non rispose più con quel tono sicuro come era solito fare, «Tipo cosa?» chiesi voltandomi verso di lui. «Volevo parlarne quando saremmo arrivati.» commentò lui facendo un respiro profondo, io mi stavo innervosendo perché non volevo più stare alle sue regole. «Come vuoi tu Harry» dissi con tono acido alzando la musica, lui l’abbassò «Liz..» era quasi un tono di supplica, «No Harry, quando arriviamo ne parliamo. Fammi godere il viaggio in santa pace.» aggiunsi alzando nuovamente la musica e voltandomi verso il finestrino.

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