Capitolo 5 - Solo lei

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Paul's P.O.V
Ce l'avevo fatta. Era cominciata bene, anzi benissimo, si era ricordata di me e niente avrebbe potuto rendermi più felice. Poi è andata sempre peggio, di più, di più, di più. E adesso mi trovo qui, imbambolato, in mezzo al corridoio dell'Università, gli studenti mi spintonano per passare, eppure non riesco a muovermi. Sono nessuno, nessuno di importante. La tristezza e il disprezzo con i quali l'ha detto mi spiazzano. Sono nessuno. Lei ha ragione, chi sono io? Con quale faccia ho avuto il coraggio di parlarle di nuovo? Cosa mi aspettavo? Che mi aprisse le braccia e mi abbracciasse, dicendomi che è tutto apposto e che ogni cosa sarebbe ritornata come prima? Stupido, stupido che non sei altro. Una risata amara mi sfugge dalle labbra e sto ancora fermo. "Rincorrila, perché sei ancora qui? Sbrigati!" Per una volta è il mio cuore a parlare, ma il rumore dei miei pensieri lo copre. "In fondo sei nessuno", mi convince, "chi ti vorrebbe, non vali niente ". Basta, ti prego, basta, sono stanco di doverti ascoltare sempre, lasciami in pace, lasciami vivere. Io posso farcela. Io me la riprenderò a tutti i costi, ho rinunciato a lei troppo spesso per il egoismo. Posso correre via, scappare, scomparire e la ritroverei ovunque nei miei pensieri. Adesso voglio essere davvero egoista per lei. Devo trovarla, potrei chiedere a loro di scoprire dove abita. No, non sarebbe giusto. "Avanti, fallo, hai detto di voler essere egoista. Allora vai fino in fondo ", non voglio essere scorretto, non se voglio ricominciare. Ricominciare? Oddio sembra quasi che debba sposarla. Però chissà come sarebbe in abito da sposa "Ma di che stai parlando, sei completamente impazzito, stai seriamente pensando al matrimonio? Fratello mi sa che qui ci vuole proprio una bella canna fumata bene..." ooooo e che cavolo, era solo un pensiero niente di che "Si...come no. Lasciamo perdere. A proposito guarda che hai ancora il suo libro". Mamma mia quanto sei lunatica...beh il libro almeno è un inizio. Comincio a camminare finalmente, dopo essere giunto a queste conclusioni. Mi serve un piano, di certo non posso spuntare davanti a lei e dirle "ehi senti Meredith, ti voglio di nuovo nella mia vita, ma non so perché eppure ho bisogno che tu ci sia", non credo che funzionerebbe. Anzi è molto probabile che mi urlerebbe contro. È anche sicuro che di certo urla ne sentirò più che a sufficienza. In che guaio mi sono cacciato, come ho fatto ad andarmene lasciando solo un misero biglietto, a cosa stavo pensando quella sera? Non si meritava un simile trattamento, come se fosse stata uguali a tutti gli altri. Ho infranto tutte le promesse fatte. Riesco ad arrivare in un bar poco lontano dall'Università circondato dal verde, ci sono parchi ovunque in questa zona "Wow sono proprio dei fanatici...non ho parole " in effetti non sarebbe male se stessi zitta per un po', non ti chiedo niente di strano "Non mi zittirai mai, sappilo. Muahahahah" oddio non ci credo...
Il posto è molto carino, ovviamente ispirato alla natura. Il bancone all'entrata è fatto dall'incastro di pietre e il ripiano è in legno scuro, non vi sono sedie, ma divanetti in pelle e tavolini da tè ed ognuno è separato da rampicanti. Al centro del locale si trova un espositore con ogni genere di piante e dolci. In fine dietro il bancone vi è una vetrata che dà sul cortile interno, pieno di coppiette di ogni età. Mi sembrerebbe quasi un sogno irrealizzabile poter essere seduto dall'altra parte del vetro in compagnia. Tutti hanno facce sorridenti e felici. Mi sembra anche di vedere Meredith. Sarà un miraggio, questa vicenda mi ha talmente sconvolto che ormai la immagino ovunque. Ricontrollo per sicurezza, mi avvicino al bancone. No, non mi sbagliavo, è lei. Ed è in compagnia di un damerino che sembra che abbia un palo..."Ehi non essere scurrile. Va bene che sembra un'idiota, però... " però? "Non noti che il suo viso abbia qualcosa di familiare?" Impossibile, non conosco nessuno qui oltre Meredith. Devo controllare, non voglio che un tipo qualsiasi le faccia male, non voglio che qualcuno stia con lei e basta. Non deve succedere. Non faccio in tempo ad allontanarmi che una mano mi picchietta sulla spalla.
«Ehi Paul?» e adesso chi è che rompe. Non mi giro neanche, quel bastardo ha preso la mano di Meredith. Se la sta avvicinando alla bocca, che deve fare? Ehi amico sta' lontano da lei. Fermo non ci provare.
«Ehi,ehm, Paul?» ma che cavolo vuole questa? Proprio ora che quello le ha baciato la mano? Io lo uccido. Mi giro per vedere chi mi sta chiamando, scocciato, arrabbiato e irritato.
Mi ritrovo davanti una ragazza più o meno della mia età. Non troppo alta e magra, con i capelli biondi e gli occhi marroni. Si sporge anche lei oltre il bancone e non capisco il perché, finché non mi accorgo di essere pronto a scavalcarlo. Gira la testa e osserva un punto oltre il bancone, sgrana gli occhi e comincia a recitare.
«Tom Shepperd, vive nel campus dell'Università, pensiamo sia coinvolto con quelli del traffico » forse è per questo che mi sembra familiare, lo avrò visto in qualche dossier. Cosa ci fa un possibile criminale con Meredith? Devo metterla in guardia. "E pensi che ti crederebbe? Illuso"
«Meredith Holmes, anche lei studentessa, non si pensa sia coinvolta, ma si stanno frequentando da qualche settimana, abita al 302 del condominio in fondo alla strada» continua mentre io mi rendo conto che probabilmente anzi sicuramente non mi crederà. Sono nessuno. Più me ne rendo conto più mi sento male. E loro si stanno frequentando da settimane. Bene. Lei gli sorride, perché con me non lo fa. "Ehi Paul guarda che sta facendo quello smidollato?" Alzo la testa lentamente e vedo che quel Thomas si sta avvicinando pericolosamente alla mia Meredith. Mia. MIA. Agisco senza pensare e mi avvicino a grandi falcate, tanto che sto per fare ribaltare una delle piante e Meredith alza lo sguardo per rimanere sbalordita, sbatte le palpebre ed il suo volto cambia espressione. Da felice ad irritato. Bene, era questo l'effetto che volevo ottenere. Voglio rovinare la sua uscita "romantica". Visto quanto sono egoista coscienza? Non mi risponde per fortuna. Sono infuriato per quello che stava per fare il damerino, mi fischiano le orecchie, il sangue mi ribolle nelle vene e l'unica cosa che mi passa per la testa è la parola "MIA". La ragazza di prima di cui, fra l'altro , non conosco il nome, mi segue arrancando. Chi è? Continuo a domandarmi. Come fa a sapere quelle cose?
«Che ci fai tu qui?» sputa, rossa in faccia e non so se sia per l'imbarazzo o per la rabbia, fatto sta che sogghigno. Mi punta quegli smeraldi così luminosi e incolleriti addosso con prepotenza. Questa nuova Meredith impertinente mi eccita da morire. "Mhhhh..." concorda la mia vocina. È bella, no, di più. È magnifica. La percorro con lo guardo affamato e no, non di cibo. Parto dalle gambe slanciate, lisce e lucenti, accavallate. Le curve morbide, avvolte in un vestito turchese, sono uno spettacolo per i miei occhi avidi. E signori, quel seno. Arrivo al suo viso incorniciato da un paio di occhiali neri squadrati, da maestrina sexy. Porta una coda di cavallo davvero molto alta. Il punto forte però sono quegli occhi. Intensi e profondi, così verdi, contornati dal nero che si dirada verso l'interno. Li fisso, sento l'eccitazione salire. Continua a fissarmi e non distoglie lo sguardo, quando in passato lo avrebbe fatto quasi immediatamente. Mi stupisci troppo spesso piccola Meredith. La tensione è tanta da potersi tagliare con il coltello. È come se in questo momento ci fossimo solo noi due. Queste...cose, che provo mi spaventano, perché ora, perché con lei?
«Paul?»sussurra con il respiro mozzato. E sentirla parlare con questa voce è un colpo al cuore. Finirà che avrò un'erezione di marmo solo guardandola. Cosa mi sta succedendo, sembro un adolescente con gli ormoni in subbuglio.
Qualcuno si schiarisce la gola e non ho idea di chi sia stato. Sussulto come riprendendomi da un sogno che promettere desideri proibiti. È stato Thomas ovviamente, distolgono gli occhi un attimo solo per fulminarlo con lo sguardo, ma quando sposto la testa lei ha lo sguardo rivolto verso il basso e cerca di nascondere il rossore. Mi sento così soddisfatto in questo momento che quasi quasi, e ho detto quasi, non strangolo quella sottospecie di energumeno.
«Meredith, tesoro, chi è?» chi è? Tesoro? Te lo do io il tesoro, con un pugno in bocca. Coglione. La guardo, aspetto che gli risponda. Sono nessuno vero?
«Lui è Paul, Tommy» sgrano gli occhi e apro un po' la bocca per lo stupore e ridacchio per il sollievo e anche per lo stupido soprannome con il quale lo ha chiamato, dove siamo, alle elementari Meredith? A quanto pare sono stato promosso da nessuno a Paul. Era ora.
«Tommy?» esclamo divertito per prenderlo
in giro. Lui però non dice o fa niente per controbattere. Questo qui mi irrita.
«Thomas, il suo nome è Thomas» mi corregge Meredith. Mi diverto così tanto ad irritarla. Quando eravamo piccoli, mi divertivo a stuzzicarla e punzecchiarla, tirandole i capelli o dandole pizzicotti, ma in questo modo è più divertente e soddisfacente. Vedere le sue smorfie è sempre un piacere. In quell'istante Tommy le prende la mano e lei sembra riprendersi, mentre la luce nei suoi occhi cambia. Lo voglio uccidere. Se gli sguardi potessero uccidere a quest'ora lui sarebbe morto, sepolto e dimenticato. La cosa peggiore è il fatto che il suo tocco è sembrato farla tranquillizzare. "Io sento puzza di gelosia" ,non posso essere geloso, dai è Meredith. È come una sorella per me "Eppure pensi a quanto è bella, a come possa essere con un abito bianco. Se fai due più due forse capisci che ti piace!" , è impossibile cioè chi non si renderebbe conto che è bellissima e che il suo sorriso illuminerebbe...aspetta cosa? "Già..." merda. Lei è sempre stata parte della mia vita anche quando non mi era accanto, ma io non posso darle nessuna  certezza, non so neanche chi sono o chi voglio essere. L'ho già lasciata una volta e potrebbe dover accadere di nuovo. Ci sono troppe cose che ho bisogno di sistemare, conti in sospeso da chiudere.
«Allora la tua ragazza come si chiama?» la mia che? Lei pensa che questa qui sia la mia ragazza.
«Tu pensi che lei sia la mia ragazza?» chiedo sbalordito.
«Beh non sarebbe la tua prima ragazza?» crede che sia ancora un adolescente? Avevo quindici anni, ero un idiota pieno di me. Mi ritiene ancora immaturo e "frivolo", parole sue.
«Mi deludi piccola Meredith...» sbuffo contrariato per quelle parole.
«Emh, io sono Sarah, molto piacere» dice tendendo la mano nella direzione di Meredith e sembra che i suoi occhi brillino. Che cosa succede qui? Bah, sarà una novellina per la prima volta sul campo.
«Piacere Sarah io sono Meredith» risponde la mia amica d'infanzia e sinceramente non ho idea di cosa aspettarmi da lei. Un attimo prima è scontrosa e un istante dopo sembra un angelo, bene evidentemente sarò l'unico depositario delle sue ire.
«Allora Sarah da quanto vi conoscete tu e Paul?» chiede dopo un minuto di silenzio imbarazzante.
«In realtà ci siamo appena conosciuti» esclama la ragazza ancora più entusiasta di prima, non si rende conto di avermi messo in una situazione peggiore di quella di prima?
«Non sei cambiato più di tanto...» sussurra. Il mio cuore salta un battito e mi si forma un nodo alla gola.
«No ascolta Meredith... » cerco di spiegarmi, ma lei mi blocca. Mi chiedo cosa le dovrei dire poi. Sto solo facendo la figura dell'idiota. Non era in questo modo che avevo pensato sarebbero andate le cose.
«Paul cosa sei venuto a fare qui?» è proprio infastidita. Non mi aveva mai parlato così e per quanto mi senta offeso dalle sue parole, non faccio a meno di provare un brivido di piacere. Apro la bocca per rispondere, ma lei mi precede ancora.
«No, lascia stare, non mi interessa» dice e gira il volto da un'altra parte. Perché fa così? Posso capire che sia arrabbiata, ma adesso mi sembra che stia esagerando.
«Meredith, tesoro, andiamo?» domanda Thomas porgendole la mano che lei afferra con un sospiro. "Meredith tesoro" lo canzono. Ehi amico hai vent'anni, non sei mica mio nonno.
In quel momento i due si allontanano. Devo seguirla, quel tipo non mi piace proprio per niente. Prima però devo risolvere con questa Sarah. Mi giro verso di lei e incrocio le braccia in maniera autoritaria.
«Chi sei e cosa vuoi?» dritto al punto.
«Mi chiamo Sarah Jones, sono la tua nuova partner» anche lei va subito al sodo. Bene, loro hanno deciso di controllare il mio lavoro. Non si fidano dopo tutto questo tempo.
«Non ti ricordi?» chiede e si aspetta una risposta. Inarco un sopracciglio e la squadro per un secondo. Devo sbrigarmi prima di perdere di vista la "coppia felice".
«Dovrei?» grugnisco. Il tempo passa.
«Abbiamo collaborato l'anno scorso in quel caso sui fratelli Kovinsky» non ricordo.
«Non ricordo, ora devo andare» mi allontano il più in fretta possibile e quando esco dal ristorante mi volto, sta parlando al telefono, sicuramente per fare rapporto. È proprio una novellina. Guardo verso il parco di fronte il bar e cerco di individuare Meredith e...Thomas pfff...che ho tenuto d'occhio tutto questo tempo.
Mentre ricontrollo, noto il vestitino turchese di Meredith che le fascia il lato B in maniera pazzesca "o vi prego, non di nuovo" . Stanno scherzando animatamente, in realtà sembra che sia lei a mantenere in piedi la conversazione, lui sorride e annuisce. Che idiota, ha la possibilità di parlare con lei e la spreca così. Mi avvicino lentamente e fingo di osservare il panorama. Mi tengo a debita distanza, ma in modo tale da poter ascoltare la loro discussione, percorrendo un piccolo sentiero a lato, nascosto dalle fronde degli alberi. Ad un certo punto Thomas la ferma, lei sembra stupita. Lui si sta avvicinando, sta cercando di baciarla. Devo fare qualcosa, non deve baciarla. Non posso andare più in là. Quando credo che stiano per baciarsi, lei gira il volto e le labbra di lui sono sulla sua guancia. Non si è fatta baciare. Perché? In questo momento esplodo di felicità, "non si è fatta baciare". Sono così sorpreso che non mi accorgo di essermi sporto troppo. Cado rovinosamente a terra. Meredith si volta immediatamente allarmata e quando si accorge che sono io mi rivolge un'occhiata esasperata.
«Di nuovo tu dice sbuffando, eppure la sua espressione la tradisce perché gli angoli della bocca sono sollevati. Vorrei scoppiare a ridere, mi sento così sollevato e senza pensieri per una volta. Così leggero, sereno. Ed è tutto merito suo, se solo il suo pensiero mi faceva stare bene, non immagino cosa potrebbe farmi la sua vicinanza in poco tempo. Mi sento così bene. Lei allora vedendomi sorridere fa uno sbuffo e una smorfia carinissima, si gira indignata e se ne va ancheggiando, fornendomi una visione spettacolare di tutto quel ben di Dio. La vedo allontanarsi tallonata da Tommy che quasi non riesce a starle dietro. Quella visione mi fa ridere ancora di più e appoggio la testa al gomito, sdraiato ancora per terra, beato.
Ad un certo punto però sento vibrare il cellulare nella tasca. Sono loro. E per la prima volta non rispondo.
Sono semplicemente felice.

# spazio autrice
Ciao a tutti scusate il ritardo rispetto alla scorsa settimana, ma ho avuto un casino di impegni con la scuola. Le visualizzazioni aumentano e sono contentissima. Cercherò di aggiornare una volta a settimana, non sempre lo stesso giorno.
Grazie ancora a tutti

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