DRIIIIIIN
Prima o poi questa sveglia la butterò giù dalla finestra. Non ce la faccio più a sentirla suonare ogni mattina alle sei così felice. Vorrei avere tutta la sua vitalità a quest'ora di certo piccola. Ma d'altronde neanche lei sarebbe felice di suonare così presto se dovesse vivere la mia vita al posto mio.
<<Scendi che è pronta la colazione>> urlò la nonna dal piano di sotto.
Speriamo non abbia preparato le crepes mi ripetevo scendendo con calma le scale, apparentemente infinite per via del sonno.
<<Buongiorno ondino mio...>> mi salutò la nonna appena mi vide. Mi chiama così per via dei ricci e degli occhi azzurri, tutt'e due cose ereditate da mia madre. Stavo per darle il buongiorno ma mi anticipò, come d'altronde faceva sempre. <<...Oggi ti ho preparato una delle tue colazioni preferite. CORNETTI AL CIOCCOLATO!>> esclamò felicissima, mentre ne prendeva due dalla teglia e me li metteva in un piatto, seguiti rigorosamente da un cappuccino. Almeno non aveva preparato le crepes.
<<Buongiorno nonna, non ti avevo avvertita ieri sera? Strano. Oggi vado a fare colazione al bar con Gloria.>> Mi guardò pietrificata. L'avevo ferita, ma non era mia intenzione. Non riesco a mangiare tutto questo. Anzi, a volte non riesco a mangiare proprio. Il mio programma di oggi non prevede certo una colazione con la mia migliore (nonché unica) amica. Gloria sa dei mie problemi, ma mi ha promesso di non dirlo ad anima viva. Effettivamente, Gloria sa tutto di me. Sa dei miei genitori, di mia sorella, del bullismo, dei miei vecchi amici. Io la considero una sorella, e spero che mi consideri un fratello.
Mia nonna sa come farsi accontare. Fa uno sguardo addolorato, china la testa, ammorbidisce la postura. Ma non si limita a questo, ha insegnato al nostro carlino Jacky che, quando lei fa questa faccia, lui deve piangere come quando non gli diamo il cibo. Arreso, bevvi il cappuccino e salii in camera mia per andarmi a cambiare. Una volta arrivato in camera, indossai un jeans nero (non troppo attillato per mettere in evidenza le cosce), una maglietta e un paio di Vans dello stesso colore del jeans, una felpa color panna che riusciva a nascondere la mia pancia. Presi lo zaino bianco, che oggi pesa più del solito per colpa dei libri di matematica e italiano che si ostinano a non rendere digitali, ed uscii di casa, dando prima un bacio a nonna. Una volta aperta la porta, ho messo un piede fuori casa, per poi accorgermi di non aver preso le cuffie. Richiusi la porta e andai a cercarle in camera mia. Stavolta gli scalini li salii a due a due.
<<Cucciolo, che succede? Hai scordato qualcosa?>> mi chiese preoccupata la nonna.
Di fretta e ad alta voce le risposi <<Ho scordato le cuffie... che ovviamente non sto trovando. Le hai viste per caso?>>.
<<Se non sbaglio sono vicino la televisione o vicino lo specchio, in bagno.>> propose. Corsi prima in bagno, e non c'erano. Vidi poi in soggiorno e non erano neanche lì. Stavo per correre in cucina, dove sicuramente c'era la nonna che stava pulendo tutto ciò che aveva sporcato per fare la colazione, quando mi venne incontro con le cuffie in mano e una faccia da "Quante volte ti devo dire ancora che devi rimettere tutto al suo posto che poi fai impazzire me per cercare tutto?". Prima che potessi ringraziarla, disse <<Sparisci dalla mia vista prima che te li faccio mangiare tutti>> indicando i cornetti fatti in casa. Riandai verso la porta d'ingresso, che stavolta sorpassai e richiusi. Poteva iniziare la mia passeggiatina di dieci minuti verso scuola (molto divertente senza ombra di dubbio).
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Tutto può succedere
RomanceLudovico Jones è un ragazzo che non può ammettere che la sua vita sia stata facile. Ha dovuto affrontare lutti, rotture, inimicizie, un rapporto problematico col cibo e con solo una spalla su cui piangere, Gloria Collins, sua migliore amica fin dal...