NOO, NON CI CREDO!

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Gloria: Stasera SERATA GOSSIP.
Ci sono poche cose che mi fanno tornare il sorriso dopo interi pomeriggi usati per studiare, e questo tipo di messaggio è una di queste.
Io: Se proprio devo...
Gloria: Sisi, fai il dispiaciuto. Non mi inganni eh!
C'è una cosa da specificare: una volta a settimana, io e Gloria dobbiamo dedicare una serata a qualche pettegolezzo su tutto e tutti, tutto condito con qualche maschera facciale e un po' di cibo. Ora devo chiedere ai nonni se posso andarci, ma basta che gliela nomino e scoppiano di gioia (sicuramente non la adorano).
<<Ciao nonna. Cosa veloce, Gloria mi ha chiesto se stasera posso andare a cenare da lei. Mangio, sto un po' là e poi torno. Per te va bene?>> Provo a riassumere tutto in una sola volta in modo da evitare le sue duemila domande, che comunque conosco a memoria.
<<Ma certo, cucciolo! Portale i nostri saluti. Noi siamo a cinque minuti da casa. Mi sa che non ci vediamo...>> La sua risposta mi riempie di gioia. Non l'ultima parte eh, quella prima.
Io: DAMMI DIECI MINUTI. Prepara le patatine e il caricabatterie. Non puoi capire la mia gioia.
Gloria: Zitto che non puoi capire la MIA di gioia.
Mi tolgo di fretta il pigiama e indosso un jeans chiaro, una felpa nera con due strisce bianche al centro con sotto una maglietta nera e le Vans. Corro giù per le scale. Apro la porta e mi scordo di un dettaglio: Non vedo Jacky da stamattina. Ho due opzioni: non l'ho notato io; è scappato (cosa che fa sempre). Vedo prima se è in salotto (stanza con la cuccia). Non c'è ovviamente. Poi vado in camera dei nonni (gli piace nascondersi sotto il loro letto) e, appena entro, esce scodinzolando come se niente fosse. Lo accarezzo un pochino e poi ritorno all'ingresso per uscire.
Io: due minuti e arrivo.
Gloria: SBRIGATI CHE SENNÒ MI SCORDO TUTTO!
Io: SECONDO TE DUE MINUTI LI IMPIEGO CAMMINANDO NORMALMENTE??
Non abita troppo lontano da me. Due quartieri dopo. Terza casa sulla destra, quella con la facciata azzurro pastello. Dopo aver superato tutti e due i quartieri, comincia la conta delle case e poi eccomi qui.
Io: Sbrigati ad aprire prima che il cuore mi scoppi in corpo.
Passa un minutino e finalmente apre.
<<Sali questi maledettissimi scalini a due a due pur di muoverti! Però non romperti né testa né niente. Non saprei a chi raccontare tutte queste cose.>> Urla da camera sua. I suoi genitori non ci sono, infatti queste serate vengono fatte proprio quando ha casa libera.
<<Ehi, eccomi qui. Adesso o si comincia a parlare di cose serie o giuro che quelle patatine neanche le vedi.>> Dico con abbastanza enfasi.
<<<Si ma con calma. Allora, hai presente Joseph (il ragazzo francese che sta facendo l'Erasmus)? Ecco. Si vocifera che si stia frequentando con Anna. Io li ho visti mano nella mano nei gradini dell'entrata.>> Comincia lei. La prima bomba delle nostre "sedute" è sempre la più pesante, ma almeno si comincia bene.
<<Ma scusa, Anna non era stata vista baciarsi con Nicolò?>> Chiedo dubbioso. Era stato il terzo argomento di discussione dell'altra volta. E proseguono così le due ore successive, tra ragazzi che tradiscono le fidanzate (Daniel, quinto anno, con Maria, secondo anno), ragazzi che provano esperienze un po' spinte con altri ragazzi (Marco, compagno di classe di Daniel, con Francesco, ragazzo di un'altra scuola che viene spesso nel nostro liceo) finendo con ragazze beccate a baciare un professore (Martina, quarto anno, col suo professore di arte); tra maschere che idratano e maschere che non si staccano. Poi comincia a parlare di un altro ragazzo, ma non perché abbia fatto qualcosa che si meriti di essere nei nostri discorsi.
<<Beh, senti un po'...>> Quando inizia così c'è da preoccuparsi, e non poco <<... C'è questo ragazzo, Federico, del quale so spaventasemente poco. Della serie che so solo che si è iscritto nella nostra scuola dopo aver passato un anno al classico. Tu sai qualcosa?>> Questa non è la domanda finale. So che vuole chiedermi qualcos'altro. C'è un inganno. E penso di sapere qual è.
<<No, tutto quello che so è stato buttato fuori.>> Rispondo in tutta sincerità. Si, sono un ragazzo con solo una migliore amica, ma non vuol dire che non ascolto qualche pettegolezzo dai banchi vicini... Ma non per me, sia chiaro. Sembra brutto venire qui e non raccontarle nulla. E giuro che di questo ragazzo nessuno ne parla. Sembra come immune ai gossip.
<<Mettendo caso che sia vero (e ne dubito fortemente) che ne dici di conoscerlo? Secondo me vi potreste trovare. È un bel ragazzo, come te. E poi... Beh avrete interessi comuni.>> Replica lei. Lo sapevo! Ecco dove voleva arrivare. Non solo mette in dubbio quello che dico, ma fa anche da sito di incontri. C'è da dire che non sa che mi piacciono i ragazzi. Non lo so bene nemmeno io. È una cosa che sto cercando bene di inquadrare. Ma è come se lo avesse capito anche prima di me. I poteri delle donne...
<<Non so perché ma mi sentivo che saresti arrivata qui. Ma aspetta... Non hai indetto la serata tanto attesa della settimana solo per parlarmi di lui, vero? Beh, ti do una serie di motivi per il quale non potremmo stare insieme:
1)- Sono timido (guarda come siamo diventati migliori amici);
2)- Sono super impacciato con i ragazzi;
3)-...
Bastano questi due motivi!>> Non volevo sembrare arrabbiato né infastidito, ma si era zittita tutta di colpo.
<<Scusa, scusa, scusaaa. Giuro che ci parlerò, in un modo o in un altro. Te lo prometto. Ti chiedo solo una cosa: non mettermi fretta.>> Più che una domanda, era una supplica, che sembrava accolta. Dopo aver tolto l'ultima maschera, guardo l'orario: 23:37.
<<Direi che è proprio ora di andare. È stata un'altra bellissima serata. Non vedo l'ora di rifarlo. Dovremmo aumentare questi incontri da uno a due.>> Dico proponendo un' idea, che se posso ammettere non è niente male. Concludo poi salutandola<<Ci vediamo domani cuore mio.>>
Sorride e poi mi saluta anche lei, mandandomi un bacio. Scrivo a nonna che sto tornando. Non le arriva il messaggio. Starà dormendo sicuramente. Mi incammino, sempre più felice di averla al mio fianco. Non esistono molte persone così, e l'unica che è stata messa sul mio cammino non voglio perderla.

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