Oggi il mio udito non è stato stimolato da niente. Due possibilità: non ho sentito la sveglia; mi sono svegliato prima che suonasse. Siccome ansia non ne ho (minimamente, proprio), mi alzo di scatto e cerco il telefono. Non lo vedo. Non è sul comodino (solito posto dove metterlo per perdere quei secondi in più sotto le coperte la mattina dopo aver staccato la sveglia). Ovviamente è sulla scrivania. MA CHE ROTTURAAA! Mi alzo, capendo che oggi non posso stare più di tanto sotto questo abbraccio caldo. Prendo il telefono e controllo. SETTE E UN QUARTO! MA STIAMO SCHERZANDO! Questa mattina non dovevo svegliarmi. È una giornata stortissima. Lo sento proprio nelle vene, nelle ossa, negli organi, dappertutto! Lasciando la tranquillità a chi si è svegliato all'ora giusta, corro giù per farmi almeno un caffè.
<< Principino, buongiorno. Oggi niente scuola vero?>> È sarcastica vero? Sa praticamente tutto della mia vita scolastica, figuriamoci se non sa che potrei arrivare tardi (anche se il mio mantra è diventato Importa quando arrivi a scuola, ma come arrivi). Nel frattempo accendo la macchinetta del caffè.
<<Buongiorno, nonna. Si, da oggi fino non si sa quando abbiamo un po' di riposo. E stamattina, per iniziare bene, ho cominciato alzandomi di corsa dal letto, rischiare di rompermi l'osso sacro scendendo le scale e farmi un caffè.>> Rispondo in maniera sarcastica anche io.
<<Ah bello. Io però non sarei venuta a farmi il caffè. Sarei corsa direttamente fuori e mi sarei girata il quartiere per quattro o cinque volte.>> Mi propone lei. Mi piace questo rapporto che c'è tra me e nonna. Ogni tanto sembra che io stia parlando con Gloria. Ed ecco finalmente pronto il mio caffè, ed ecco anche il nonno.
<<Buongiorno, nonno.>> Lo saluto. Di solito di mattina non dà confidenza a nessuno se prima non ha bevuto il caffè e fatto colazione.
<<...>>
Ecco. Parleremo quando tornerò a casa (se sopravvivrò). Dopo aver bevuto il caffè in due secondi, dobun bacio a testa ai nonni e vado in camera mia. Ovviamente, neanche a dirlo, non ho preparato i vestiti ieri sera per oggi. Ora panico. Prima vediamo il pantalone. Vediaaamoo... Questo bianco va più che bene. Allora direi maglietta bianca, felpa blu, e di questo colore gli metto pure le scarpe. Metto tutto in fretta, allaccio le scarpe, metto un orologio e dei bracciali (senza non posso uscire). Prendo lo zaino, vado in cucina per prendere la borraccia che è in frigo (anche se non bevo molto, tranne che per calmare un po' l'ansia) e poi esco. Solita camminata verso la scuola con la musica nelle cuffie, ed eccomi a scuola. La magnifica scuola. Mi guardo intorno per vedere se da qualche parte ci sia Gloria, stranamente non c'è. Quando non la vedo fuori ho paura. Entro a scuola, incrociando le dita delle mani (se potessi incrocerei pure quelle dei piedi). Varcata la soglia, continuo a non vederla. Ho sempre più paura. Cammino un po' in corridoio e la vedo davanti la nostra classe. Sta parlando con qualcuno o qualcuna, non si capisce da dietro. Appena mi vede, mi sorride e mi fa segno di raggiungerla. Appena arrivo da lei, la persona con la quale stava parlando si gira.
<<E lui è il Ludovico di cui ti parlavo, il mio migliore amico. Il mio piccolo fratellino adorabile.>> Dice Gloria mentre mi scompiglia e fa una di quelle faccie che fai quando parli del tuo cagnolino di un mesetto. Da come inizia la frase, sembra che stiano parlando da tanto tempo. Che finalmente abbia trovato uno alla sua altezza? Stavo per ribattere alla presentazione di Gloria quando lui si presenta
<<Mi fa piacere vederti. Io sono Federico. Conosco Gloria da cinque minuti ed è fantastica, penso che anche tu lo sarai.>> Non. Ci. Credo. Guardo Gloria con uno sguardo che avrebbe dovuto pietrificarla, e lei mi risponde con un sorrisetto. Comincio a contare nella mia testa per non perdere il controllo. Uno. Due. Tre. Quattro. Ora posso rispondere.
<<Beh, questo sta a te dirlo.>> Gli rispondo sorridendo in modo da non sembrare imbarazzato (e con la voglia di strappare la lingua alla mia adorata amichetta). Gli arriva una notifica.
<<Va bene, io vi lascio. I miei amici sono qua fuori. Ci vediamo.>> Ci lascia così. Appena messi abbastanza lontano da non sentirmi più, mi rivolgo a Gloria
<<Ora tu mi dici perché? Sì, è un bel ragazzo, ma perché gli hai parlato. Hai fatto bene, ma noo!>>
<<Se non l'avessi fatto io, l'avresti mai fatto tu?>> Sto zitto qualche secondo. <<Ecco la risposta. Poi dai guarda che figo.>>
<<Effettivamente hai ragione. La voce l'hai sentita? E il sorriso? Io adoro quel sorriso. Poi gli occhi di quel castano chiaro? E dell'altezza ne vogliamo parlare? Poi il fisico... Secondo me va in palestra, o fa nuoto, anche se io lo vedo meglio nel basket.>> Potrebbe avermi intrigato questo ragazzo. Però non lo so. Sono un po' spaventato. Io direi di non pensarci. Siamo ragionaveli. Gli potrebbe piacere lei con molta più probabilità (anche se lo chiedessi a Gloria mi direbbe di stare tranquillo e che non potrà mai succedere). A risvegliarmi da questo loop ci pensa la campanella. Evviva, un'altra giornata è iniziataa!
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Tutto può succedere
RomanceLudovico Jones è un ragazzo che non può ammettere che la sua vita sia stata facile. Ha dovuto affrontare lutti, rotture, inimicizie, un rapporto problematico col cibo e con solo una spalla su cui piangere, Gloria Collins, sua migliore amica fin dal...