«Non lasciarmi, amore mio...». Il mio sussurro rompe il silenzio che si è formato in questa dannata stanza. Un silenzio che ho creato io stessa. Ma perché l'ho fatto?
Sono immersa nei ricordi, ancora una volta. Ancora persa nel passato, come molte altre volte.
«Sei consapevole del fatto che non sei pronta a lasciarlo andare?». La voce calma di Jeff sovrasta i miei pensieri. «Perché ti ostini a tenerlo con te? Cosa c'è che non mi hai detto?».
Non rispondo, fisso il soffitto. Mi metto a contare le travi, una ad una. Mi sento soffocata, vorrei piangere, ma Jeff dice che non devo.
«Non voglio rinchiudermi in me stessa» mormoro, facendo uno sforzo per non scoppiare. «Non voglio dimenticare come ci si sente senza. Voglio restare con il mio dolore».
Chiudo gli occhi e l'oscurità mi avvolge, in abbraccio gelido, ma familiare.
Torno a pensare, ma pensare mi fa stare male. Ricordo quella notte, il freddo glaciale mi penetra nelle ossa, dalle narici escono degli sbuffi.
Non voglio che faccia così freddo, lo fa sembrare ancora più reale.
Ricordo le lenzuola aggrovigliate tra le mie gambe, quasi volessero impedirmi la fuga. Il freddo, la solitudine, il vuoto. Tutto mi investe senza preavviso e una lacrima scivola lentamente sulla mia guancia. Eccomi qui, di nuovo.
«Vieni a letto, non lasciarmi dormire da sola» sussurro, osservandolo.
La sua figura alta e muscolosa mi impedisce la visuale, ma, dopotutto, è tutto ciò che ricordo.
Non riesco a decifrare la sua espressione. Non ancora.
Non so se sia felice, se gradisce la mia presenza o se vuole soltanto spazzarmi via con un solo sguardo.
Ma so che è solo anche lui, che siamo due cuori spezzati in un grande oceano. Vedo il vuoto nel suo cuore. Il silenzio che riempie la stanza mi soffoca. Voglio soffocare. Vorrei afferrare qualcosa e strozzarmi.
Tutto questo vuoto mi ferisce nel profondo. Il vuoto del suo cuore. È così in vista che può solo che averlo fatto apposta. In modo che io vedessi.
Ma dopotutto, ogni cosa è meglio di restare da soli. Perché due anime sole si consolano, no?
Ma nel profondo voglio che se ne vada.
«Così presto?». La sua voce roca mi fa rabbrividire, il suo sorriso maligno mi stordisce. «Credevo che mi avresti respinto ancora un po'».
«Non ho bevuto abbastanza per dire che mi ami» ribatto, secca. Non deve piacermi per forza. Ho bisogno di qualcuno che non mi faccia sentire speciale, che anneghi la mia voglia di volare, di puntare in alto. Perché fallirei ancora e sono stanca delle delusioni. Ma dopotutto, nell'oscurità mi riconosco. Ho sempre saputo di non essere eccezionale, un fallimento dopo l'altro sono caduta tra la polvere, trovo sempre il mio posto tra la cenere.
«Infatti non ti amo». Ora è arrabbiato, crede che io lo ami e che voglio che ricambi il mio amore.
Nonostante ciò, quella frase mi fa male al cuore, mi investe, vuole distruggermi.
È come se mi avesse spinto a terra con forza, di nuovo tra le ceneri, di nuovo nell'oscurità. Ha sentito le mie grida di aiuto e mi ha osservata impassibile, mentre sprofondavo. Mi ha legata con delle catene. Ora inizio comprendere. Non riesco a trattenermi, mi chiedo cosa ci sia di sbagliato in me.
«Tesoro, dopotutto ti perdono» dico ad un tratto. Non posso liberarmi finché non lo lascio andare.
Non voglio rinchiudermi in me stessa, non voglio dimenticare come ci si sente senza, voglio restare con il mio dolore. Ma, Dio, voglio lasciarlo andare.
Non mi lascerò sopraffare stavolta.
Riapro gli occhi di scatto. Mi ritrovo a fissare il soffitto di travi. Mi guardo intorno spaesata. L'ambiente gelido di prima è scomparso, ora c'è solo Jeff con me.
«Allora?» mi domanda.
Io strizzò gli occhi. Sono tornata alla realtà. «Lo lascerò andare...».
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Drowned In Emotions
FantasíaAntologia di storie brevi. Storie ispirate alle canzoni degli Evanescence. "Era stato solo un sogno, uno stupido incubo che aspetta di liberarsi ogni notte come fumo nero nella tua mente. Qualcosa in agguato nell'ombra. Che può scorgere qualsiasi co...